Si può dimagrire con gli aromi?

di Barbara Di Chiara

L’olfatto è il senso umano filogeneticamente più antico e quello meno sfruttato dalla cosmesi. Oggi, però, la ricerca sta indagando i potenziali effetti che si possono ottenere sfruttando al meglio gli aromi.

Quando si dice profumo si pensa a un regalo, al gesto quotidiano di farsi belli o, data la stagione, a un bel fiore da annusare. Ma oggi tutto questo non basta più. A dirlo sono gli studiosi dell’aromacologia, una nuova disciplina scientifica secondo cui particolari fragranze possono avere ben altri tipi di effetti, fino a modificare alcune nostre funzioni psicologiche e fisiologiche. La moderna aromacologia si basa sull’ipotesi che alcune sostanze volatili, una volta riconosciute dal nostro olfatto, siano in grado di inviare sia alle aree cognitive corticali che sottocorticali (filogeneticamente più antiche) importanti informazioni riguardanti l’ambiente in cui viviamo. Influenzando in tal modo il nostro umore e le scelte emotive o comportamentali che facciamo. Non solo: attraverso l’asse ipotalamo-ipofisario sembra che l’effetto possa estendersi persino all’assetto ormonale e ai ritmi circadiani.

Si può dire che l’aromacologia non rappresenta altro che una sorta di recente e più organica versione dell’aromaterapia, da cui certamente deriva (un pò come la farmacologia deriva dalla fitoterapia). Ma mentre l’aromaterapia è un metodo tradizionale di cura con le piante che si realizza mediante l’applicazione o l’inalazione di oli essenziali, l’aromacologia è una disciplina, nata negli anni ’80, che studia scientificamente gli effetti delle stimolazioni olfat-tive dei diversi costituenti che compongono le fragranze e che utilizza metodi di indagine e criteri valutativi propri della scienza moderna. Possiede dunque, secondo i suoi seguaci, qualche possibilità in più di giungere a ottenere risultati dimostrabili e abbastanza affidabili. Da moltissimi esperimenti condotti in questi ultimi anni risulta che la fisiologia della pelle, che notoriamente è influenzata dalla nostra mente e dalla nostra condizione psicologica, sembra particolarmente sensibile alle elaborazioni delle informazioni derivanti dalle stimolazioni olfattive, che si estrinsecano direttamente attraverso le terminazioni nervose cutanee o indirettamente mediante variazioni ormonali. è infatti ormai assodato, per esempio, che una condizione di stress peggiora nella maggior parte dei casi le malattie cutanee come la dermatite atopica, l’acne e la psoriasi. L’aromacologia insegna che profumi particolari modificano non solo la percezione soggettiva di alcuni parametri, come la temperatura dell’acqua o il peso degli oggetti, ma anche la valutazione soggettiva delle situazioni stressanti, dando vita a una efficace azione rilassante e normalizzante. Il paese in cui questa disciplina ha trovato maggior seguito è il Giappone, in particolare nei laboratori della Shiseido, dove si è dato il via ad alcune ricerche sugli effetti psicofisici e sono in corso altri studi tesi a dimostrare addirittura il possibile effetto dimagrante portato dall’inalazione di alcune fragranze, in particolare quelle derivate dal principale estratto della piante di caffè, la caffeina. Sembra infatti che essa sia in grado di agire sul metabolismo energetico, aumentando il tono simpatico e favorendo così la riduzione dei grassi in eccesso. Accertato il reale effetto dell’aroma dell’arancio, utilizzato per favorire sensazioni di buon umore e stimolare la creatività, o di quello della menta, che sembra alleviare la stanchezza intellettuale e risvegliare la memoria, o di quello del bergamotto, che effonde sensazioni positive per vincere la paura e rallegrare lo spirito. Ecco dunque come l’aromacologia promette di farci scoprire la nuova frontiera del dimagrimento alternativo, e anche un pò misterioso, poichè si basa sulla stimolazione di un senso che finora pensavamo servisse per godere degli odori e dei profumi di cibi prelibati. Gli studi in corso confermano che la componente volatile degli estratti di piante, una volta inalata, entri in contatto con le terminazioni nervose delle narici che sono collegate a quella stessa parte di cervello che elabora le emozioni, dando vita ad effetti davvero sorprendenti e negli Stati Uniti, già da qualche anno, circolano nel mercato profumi ai feromoni, sostanze chimiche prodotte da particolari ghiandole dell’organismo, che hanno il compito di lanciare il messaggio del richiamo sessuale tra gli individui di una stessa specie. Bisogna ancora una volta inchinarsi alla ricerca moderna? Non del tutto: il possibile uso terapeutico o ”snellentè’ degli odori, o meglio, degli oli essenziali e dei profumi, si basa concetti già noti a egiziani, indiani e giapponesi più di qualche millennio fa. La novità invece sta nel moltiplicarsi di linee cosmetiche basate sul trattamento aromacologico degli inestetismi fisici soprattutto femminili. Un segmento di mercato tutto da eslorare. Staremo a vedere se i risultati saranno quelli sperati e, soprattutto, promessi.