di Arianna Urbani
Mostrare belle mani è diventato negli ultimi anni la nuova promessa della estetica, tuttavia le onicomicosi e i danni provocati da unghie finte e smalti possono infastidire
Il tempo del baciamano alle signore sembra essere tramontato. Ma quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo letto che la prima cosa che le donne guardano in un uomo sono le mani? Ebbene bisogna crederci perché questo comportamento viene confermato dalle evidenze emerse da una ricerca svolta qualche mese fa sui principali social networks telematici. Nell’attuale società dell’immagine fatta di addominali scolpiti e sorrisi perfetti, infatti, l’interesse femminile si sarebbe spostato verso altre zone del corpo maschile, per esempio le mani, ritenute più interessanti e in grado di dire molto del suo proprietario. Un’attrazione verso mani, piedi e soprattutto unghie sfoggiate dalle rappresentanti del gentil sesso che precedentemente sembrava riservata solo ai maschietti, e talvolta rasentava i limiti del feticismo. Nessuna sorpresa, però per gli addetti ai lavori che avevano previsto questa tendenza anche nell’ambito dell’industria cosmetica, la quale nell’ultimo decennio ha fatto dei prodotti per la cura delle unghie uno dei settori di maggior investimento in assoluto. Basti pensare, allo spazio sempre più grande che il mondo della nail art ha acquisito in tutte le fiere dedicate all’estetica professionale, oltre che ai numerosi corsi e scuole sorti in tutta Italia per la formazione della figura della onicotecnica, ovvero la specialista delle unghie. Come conseguenza della grande attenzione per le mani e per le unghie, unitamente alla maggiore specializzazione delle figure professionali che si dedicano alla loro estetica, si assiste oggi anche un rinnovato interesse nei confronti delle patologie ad esse legate. In primis perché con l’immissione sul mercato di riferimento di centinaia di nuovi prodotti, alcuni dei quali di dubbia provenienza, è aumentato anche il rischio di dermatiti da contatto causate da sostanze che possono causare allergie e che possono portare come estrema conseguenza anche alla caduta dell’unghia. In secondo luogo perché ora che essere alla moda significa avere mani perfette, è aumentata anche la frequenza con cui ci si rivolge al dermatologo e al podologo per eliminare eventuali inestetismi e garantire un aspetto più sano alla mano.
Purtroppo però, spesso in caso di una onicomicosi, l’unica forma di prevenzione consiste nello smettere di usare smalti e unghie finte. Questa patologia, ben nota ai dermatologi, a seconda delle casistiche colpisce dal 3 al 30% della popolazione, con una percentuale che può arrivare fino al 50% degli individui di età superiore ai 70 anni, e può riguardare una o più unghie, associandosi spesso a dolore e fastidio, oltre ad alterazioni estetiche che possono avere un significativo impatto negativo sulla salute emotiva e sulla immagine sociale del paziente. Quasi superfluo ricordare che si tratta di una infezione provocata da funghi appartenenti ai gruppi dei dermatofiti, lieviti e muffe che per lo più si possono ritrovare in ambienti caldi e umidi, come per esempio le piscine e le docce.
Tra i fattori di rischio comunque, oltre al camminare scalzi in suddetti ambienti, bisogna annoverare anche la sudorazione eccessiva, l’indossare calze e scarpe che ostacolano la ventilazione e non assorbono il sudore, il piede d’atleta (tinea pedis), piccoli e preesistenti lesioni cutanee o dell’unghia, e non ultimo l’essere affetti da diabete, problemi di circolazione o da un indebolimento del sistema immunitario. Il fattore di rischio principale, comunque, resta l’età: la diminuita circolazione del sangue, la più lunga esposizione ai funghi, unghie che crescono più lentamente e diventano più spesse: sono infatti tutti motivi che contribuiscono allo sviluppo dell’infezione. Dal punto di vista della sintomatologia, l’onicomicosi può manifestarsi inizialmente con una macchia bianca o gialla sotto la punta di un’unghia delle dita delle mani o dei piedi. Successivamente se l’infezione arriva in profondità, può presentarsi con un ispessimento, superficie frastagliata, opacità, comparsa di colore scuro e macchie. Ma non solo. A volte può insorgere dolore e cattivo odore mentre nel peggiore dei casi l’unghia che ne è affetta può arrivare anche a staccarsi dal letto ungueale, condizione chiamata onicolisi. Come detto, la prevalenza aumenta con l’età ed è più elevata in soggetti immunocompromessi, bambini con sindrome di Down, diabetici e pazienti con patologie vascolari periferiche. Come si cura? L’onicomicosi può essere difficile da trattare è può ripresentarsi nel tempo. Il trattamento di specifica competenza del dermatologo o del podologo avviene per via sistemica o topica, anche se nei casi più gravi può richiedere l’intervento del chirurgo. Il trattamento topico può presentare alcuni vantaggi, come il minor rischio di effetti collaterali e la somministrazione mirata nelle aree di infezione, ma sta nell’esperienza dello specialista l’identificazione del protocollo più adatto. Le regole per una efficace prevenzione del problema soprattutto se si è soliti frequentare ambienti umidi. Riassumendole: tenere le unghie corte, asciutte e pulite, tagliandole dritte e limando le zone ispessite. Non tagliare la pelle intorno alle unghie, asciugare accuratamente le mani e i piedi, anche tra le dita, cambiare spesso le calze specie se i piedi sudano eccessivamente, togliere le scarpe durante il giorno e dopo l’esercizio fisico, evitare le scarpe troppo strette, e non camminare a piedi nudi in luoghi pubblici.