L’uso dei probiotici nella dermatite atopica

Giorgidella dr.ssa Laura Giorgi

Fra le tante certezze che la dermatologia ha acquisito sulla dermatite atopica resta il quesito se i probiotici possano essere efficaci nel contrastarla

Ci sono concetti su cui il consenso è pressoché universale. Il primo afferma che la dermatite atopica è una patologia cronico-recidivante della cute associata all’atopia (insieme alla rinite allergica e all’asma bronchiale). Il secondo è che colpisce prevalentemente i bambini e la sua incidenza è in aumento. Niente da aggiungere sulla sua presentazione clinica: si tratta di un eczema soprattutto a livello delle pieghe (collo, gomiti e ginocchia, mani, polsi, caviglie, solco retroauricolare) e a livello del viso, accompagnato da un intenso prurito. Una questione su cui invece c’è ancora un dibattito è se l’aumento dell’incidenza di questa patologia negli ultimi anni sia da mettere in relazione con il miglioramento dell’igiene e con l’utilizzo di vaccinazioni e antibiotici che sbilancerebbero lo sviluppo del sistema immunitario favorendo l’insorgenza di patologie autoimmuni. Tutto sarebbe infatti legato al ruolo svolto dalla mucosa intestinale come barriera difensiva contro antigeni e batteri dannosi e dalla flora intestinale  nello sviluppo e nel mantenimento del sistema immunitario (1). La ricerca ci informa che nei soggetti allergici la flora intestinale è diversa: ci sono meno enterococchi e bifidobatteri e più clostridi e Staphylococcus aureus (2) da ciò l’ipotesi, oggetto di una ancora irrisolta analisi, sulla possibile funzione dei probiotici che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio all’ospite”. Solitamente quando parliamo di probiotici si pensa allo yogurt; in realtà, come è noto, i probiotici sono ceppi batterici che devono riuscire a sopravvivere alla digestione gastrica, biliare e pancreatica per poter interagire con la flora intestinale.

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Utilizzati comunemente per la terapia della diarrea associata all’uso di antibiotici, diarrea acuta infettiva, malattie infiammatorie intestinali e per la prevenzione delle vaginiti e delle allergie, ogni ceppo aiuta in modo diverso il nostro organismo. In particolare Il Lactobacillus rhamnosus GG è quello più studiato per la prevenzione della dermatite atopica in pediatria (3). Il ruolo di questi microrganismi nei confronti delle allergie non è però supportato da parametri immunologici, basandosi su valutazioni cliniche e soggettive (4). Altri studi suggeriscono che per una migliore riuscita del trattamento sia molto importante la somministrazione del probiotico prima della nascita mentre non avrebbero effetto se somministrati solo al neonato (3). Da segnalare che la maggior parte delle ricerche è stata effettuata nei bambini, ipotizzando che il trattamento possa essere più efficace, in quanto la microflora intestinale è ancora modificabile e la mucosa molto recettiva, oltre al fatto che il sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo. Ed è proprio in molti di questi studi che è stato riportato un miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti con dermatite atopica (3), cambiamenti che però non si sono visti a seguito dell’uso dei probiotici in altre indagini. Inoltre, se esistono evidenze a favore dei probiotici nei pazienti pediatrici, i risultati sono poco soddisfacenti negli adulti (3, 4). Mentre i risultati clinici in vivo sull’uomo sono ancora discordanti, altro discorso sono le evidenze dell’efficacia dei probiotici sulla dermatite atopica in studi effettuati su animali. Alcuni studi in vitro dimostrerebbero che ceppi appartenenti alla stessa specie hanno diverse capacità di adesione, aggregazione, esclusione competitiva e attività antipatogeniche oltre al fatto che influenzerebbero in modo diverso la risposta immunitaria. Si evince perciò come la scelta del microrganismo sia un requisito fondamentale per la riuscita del trattamento (5). Concludendo possiamo dire che i benefici dei probiotici, ove provati, sarebbero correlati strettamente al ceppo, all’età del paziente, alla durata del trattamento e al tipo di prodotto impiegato. Molte metanalisi suggeriscono che non ci sono sufficienti evidenze per consigliare l’uso dei probiotici nella prevenzione o nel trattamento della dermatite atopica mentre sarebbe possibile che gli effetti immunomodulatori dei probiotici per prevenire la dermatite atopica si otterrebbero soprattutto con l’uso durante il periodo perinatale. La dose ottimale, la durata del trattamento e la popolazione su cui effettuare il trattamento devono ancora essere investigate in modo più dettagliato.

 

Bibliografia

1) Cebra JJ. Influences of microbiota on intestinal immune system development. Am J Clin Nutr 1999; 69:1046s-1051s

2) Kalliomaki M, Kirjavainen P, Eerola E, et al. Distinct patterns of neonatal gut microflora in infants in whom atopy was and was not developing. J allergy Clin Immunol 2001; 107:129-34

3) Yao TC, Chang CJ, Hsu YH, et al. Probiotics for allergy diseases : realities and myths. Pediatr Allergy Immunol 2010;21:900-19

4) Johannsen H, Prescott SL. Pratical prebiotics, probiotics and symbiotics for allergists: how useful are they? Clin Exp Allergy 2009;39:1801-14

5) Drago L, Nicola L, Iemoli E, et al. Strain-dependent release of cytochines modulated by lactobacillus salivarious human isolates in an in vitro model. BMC Research notes 2010;3:44