L’effetto rigenerativo della luce blu sulle cicatrici

L’utilizzo della luce blu garantisce ottimi risultati nella prevenzione e nel trattamento delle cicatrici ipertrofiche e dei cheloidi

 del Dott. Carlo Fidanza, Chirurgo Plastico, Monza

La luce è fonte della vita. Un concetto che apprendiamo fino dalle scuole elementari. Che ci accompagna per tutta la nostra esistenza. Non sorprende, quindi, che nel tempo sono stati sviluppati diversi dispositivi che usano la luce per migliorare la salute umana e finanche per favorire la rigenerazione della pelle. Oggi è quasi impossibile non conoscere i principi della Fotobiomodulazione, una terapia basata sull’interazione diretta fra fotoni e cellule dei tessuti, senza l’impiego di mediatori come additivi chimici (gel) o medicinali. Con la Fotobiomodulazione viene liberata energia luminosa a bassa intensità da un dispositivo che non entra in contato con la pelle e quindi la terapia è di facile applicazione, rapida, indolore, senza effetti collaterali. Ma quali sono i benefici terapeutici? Ne abbiamo parlato con il Dottor Carlo Fidanza, Specialista di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica a Monza, che ha adottato nella sua pratica clinica la Fotobiomodulazione, con Luce LED Blu.
Con l’avvento di sorgenti luminose monocromatiche – spiega Fidanza – come i laser e i Light Emitting Diodes (LEDs), l’applicazione della luce in medicina ha avuto una grande sviluppo perché è stato possibile studiare le interazioni fra specifiche lunghezze d’onda e sistemi biologici. La luce infatti non è tutta uguale: la luce è la porzione “visibile” dello spettro elettromagnetico e si compone di onde di lunghezza diversa che noi associamo ai diversi colori, caratterizzate da una frequenza e un’energia specifiche, e che pertanto producono effetti biologici diversi.
Quali sono i campi di applicazione?
Uno dei primi ambiti nel quale la luce come strumento terapeutico è stata utilizzata è quello della riparazione delle ferite. La sua azione terapeutica è dovuta alla presenza naturale nel tessuto cutaneo di elementi in grado di assorbire l’energia luminosa e di utilizzarla per promuovere reazioni chimiche o produrre cambiamenti conformazionali in alcune biomolecole. Questo effetto “fotochimico” è alla base della Fotobiomodulazione i cui effetti terapeutici sono la riduzione dell’infiammazione e del dolore associato, e la promozione di una migliore rigenerazione del tessuto cutaneo.
Perché proprio la Luce Blu?
Fra le lunghezze d’onda in grado di produrre l’effetto fotochimico vi sono quelle comprese nell’intervallo corrispondente alla Luce di colore Blu che è stata oggetto di attenzione da parte del mondo medico-scientifico solo in tempi recenti. Solo a seguito dello sviluppo di sorgenti LEDs Blu gli effetti di queste lunghezze d’onda sulla cute lesa sono stati oggetto di una intensa attività di ricerca ed è stato riscontrato che hanno un’azione positiva in tutte le fasi del processo di guarigione delle ferite, da quella infiammatoria iniziale fino a quella finale di rimodellamento della morfologia della cute, favorendone un miglior esito cicatriziale.
Come agisce sulla pelle?
Di fatto, il meccanismo d’azione è complesso perché coinvolge molteplici tipi cellulari, e per questo non del tutto definito. Studi preclinici e clinici hanno confermato che nelle ferite la Luce Blu agisce sull’infiammazione regolandola là dove risulta alterata e accelerandone la risoluzione. Questo effetto porta a una guarigione anticipata e a un miglior esito cicatriziale. Il controllo dell’infiammazione, infatti, è importante anche ai fini della prevenzione di patologie quali le cicatrici ipertrofiche e i cheloidi. Inoltre, grazie alla sua azione sul processo di respirazione cellulare, si determina un aumento dell’energia (ATP) a disposizione delle cellule che possono intensificare la loro attività metabolica. È stato inoltre riscontrato che la Luce Blu è in grado di agire direttamente sui fibroblasti, responsabili della deposizione del collagene, modulando la loro attività metabolica. Tutti questi effetti sarebbero all’origine di una migliore morfologia della cute che è stata riscontrata nella pratica clinica.
Quali sono le principali applicazioni in chirurgia plastica ed estetica?
Ho iniziato a utilizzare la Luce Blu partendo dal trattamento dei cheloidi. Queste cicatrici anomale, la cui patogenesi non è chiara, sono notoriamente difficili da trattare a causa della loro tendenza a recidivare e a oggi non è stata individuata una terapia risolutiva. All’asportazione chirurgica completa del cheloide ho associato la Fotobiomodulazione con Luce Blu, eseguendo trattamenti di tre minuti sulla superficie della lesione, ottenendo risultati promettenti in termini di mancata insorgenza di recidive. Nel caso di un giovane ragazzo che avevo operato per un’asportazione di vari lipomi, a distanza di cinque mesi le ferite si presentavano ancora discromiche ed estremamente evidenti. Quindi ho trattato una delle ferite con Luce blu e ho utilizzato le altre come controllo, avendo come risultato la conferma di un’accelerazione della risoluzione dell’infiammazione e di un migliore riparazione tissutale nella ferita trattata. A questo punto ho utilizzato la Luce Blu a seguito di qualsiasi incisione chirurgica, effettuata sia per andare ad asportare neoformazioni cutanee benigne (nei, cisti, fibromi e angiomi) che neoformazioni cutanee maligne (carcinomi epiteliali e melanomi). In tutti i casi ho registrato un importante effetto di riduzione dell’infiammazione ed un buon risultato cicatriziale nei pazienti trattati.
Per quali pazienti è consigliata la metodica?
Data l’estrema facilità di utilizzo e l’assenza di effetti collaterali per il paziente, consiglio di utilizzare la Fotobiomodulazione con Luce Blu ogni qualvolta venga effettuata un’incisione cutanea e in particolare su quelle che riguardano aree del volto, nelle zone corporee che sono più predisposte a formare cheloidi (la regione sternale, la regione del collo, del deltoide e delle orecchie) e in generale in tutti gli interventi di chirurgia plastica ed estetica dove un obiettivo fondamentale è cercare di ottenere la miglior cicatrice possibile e soprattutto nel minor tempo possibile.