di Ivano Marocchi
Ti lavi spesso? Occhio ai virus
Parliamo della hygiene hypotesis: la teoria secondo cui gli elevati standard igienici del nostro tempo sono causa di un’aumentata sensibilità cutanea. A volte la ricerca scientifica ci mette dinanzi a degli apparenti paradossi che possono lasciare interdetto anche il più navigato degli studiosi. Un esempio viene da una scoperta effettuata in campo cosmetologico: le forme eczematose di tipo atopico sono in aumento nei paesi industrializzati e la causa sarebbe la troppa pulizia. Secondo la cosiddetta “hygene hypothesis”, ormai accettata da numerosi autori, l’incremento di questo tipo di problematiche cutanee sarebbe infatti almeno in parte imputabile a una riduzione dell’esposizione individuale alle infezioni intercorrenti dovuta al miglioramento delle condizioni igieniche e sociali dei paesi occidentali. Come conseguenza di tale miglioramento vi sarebbe una riduzione di stimoli esterni verso il sistema immunitario citotossico di tipo TH1 orientato a combattere virus e batteri, che avrebbe come contropartita un aumento anomalo della risposta di tipo TH2 orientata invece in senso anticorpale, profilo tipico delle malattie allergiche. Una ipersensibilità individuale di tipo allergico nei confronti del Propionibacterium acnes potrebbe avere un ruolo anche nella patogenesi dell’acne.
Questo dato è suffragato da numerose osservazioni tra cui le due più rilevanti possono essere:
1) aumento della risposta immune con automantenimento del processo flogistico
2) aumento del rilascio di Interleukina-1α e altre citokine legato alla stimolazione di famiglie di Toll-Like receptors a specificità attivatrice già nella fase di microcomedone. Recentemente il ruolo della microflora intestinale è stato indicato come un punto cardine della tolleranza immunologica dell’organismo. A tale proposito la ricerca medica ha evidenziato come alcuni batteri lattici grazie a loro proteine di superficie siano in grado di modulare la risposta immunitaria attraverso l’interazione con recettori specifici (Toll-Like Receptors) presenti a livello delle mucose enteriche. In particolare, alcune di queste proteine resisterebbero all’inattivazione batterica operata dal calore. La letteratura scientifica indica come alcuni ceppi di batteri lattici (L. Paracasei, L. Plantarum, L.Rhamnosus, L. Acidophilus) siano in grado di contrastare meglio di altri i fenomeni allergici cutanei in virtù della loro attività di regolazione del sistema immunitario, contribuendo a riequilibrare la risposta TH2 e rappresentando quindi un valido strumento coadiuvante nel trattamento delle patologie cutanee di tipo atopico. In conclusione tali batteri agirebbero come “chiavi immunologiche” in grado di interagire con recettori specifici a livello delle mucose enteriche generando segnali di tipo regolatorio e opponendosi così all’azione degli allergeni che invece generano segnali in chiave sensibilizzante-atopica.