Varici

Si dice che Marlene Dietrich prima, e Angie Dickinson dopo, siano state le gambe più belle e sexy di Hollywood. Anche nella moda e nella pubblicità le gambe lunghe e affusolate hanno da sempre una importanza particolare e secondo uno studio sulla lunghezza delle gonne, e di conseguenza, sull’esposizione delle gambe femminili, in occidente, equivale a un barometro economico. L’orlo si alza e si abbassa a seconda che l’economia del Paese attraversi un periodo di sviluppo o di recessione. Le gonne corte appaiono nei periodi di boom e quelle lunghe nei periodi di austerità. Mostrare le gambe, sarebbe come una esibizione sociale oltre che l’affermazione della propria identità sessuale. Ma la cosa non è sempre facile quando si è affetti dalle vene varicose. Una condizione che colpisce in maniera più o meno grave un italiano su cinque, e che non costituisce soltanto un problema di ordine estetico, perché se trascurato può provocare danni ancora maggiori. Vene varicose è il nome con cui comunemente vengono indicate le varici degli arti inferiori, cosce e gambe: si tratta di alcune vene superficiali che per diversi motivi, diventano visibili ad occhio nudo, si ingrossano e si ramificano tra loro sino a formare dei tipici nodi.

Possono essere “primitive”, meno gravi e non legate a una insufficienza venosa, oppure essere provocate dalla presenza di valvole difettose nella vena della gamba, valvole che normalmente hanno la funzione di facilitare il ritorno del sangue dagli arti verso il cuore e che invece, in situazioni di anomalia, determinano un ristagno del sangue, con la conseguenza che la pressione esercitata sulle pareti delle vene finisce per sfiancarle. Soggetti a rischio di vene varicose sono generalmente persone che lavorano a lungo in piedi, donne che hanno avuto più gravidanze o che hanno fatto per molto tempo uso della pillola, e soprattutto figli di genitori che hanno sofferto dello stesso disturbo. La predisposizione ereditaria infatti, costituisce proprio una delle principali cause del verificarsi della patologia, per cui chi ha genitori che soffrono di varici per un cattivo funzionamento delle valvole ha maggiori probabilità di incorrere in problemi circolatori. Un’altra condizione che aumenta tale probabilità è poi l’obesità, giacchè un eccessivo peso, oltre a costituire il più delle volte il motivo stesso di una scelta di vita sedentaria, influisce negativamente sulla salute delle gambe e del loro sistema venoso.

Anche l’essere costretti a letto per molto tempo, magari a seguito di un’operazione chirurgica o a causa di una gamba ingessata, rappresenta una situazione rischiosa per il sistema venoso; così pure la stitichezza cronica, in presenza di altre condizioni predisponenti, può agire da fattore precipitante. In generale il paziente si rivolge al medico quando il problema da puramente estetico gli diviene più fastidioso e si cominciano a avvertire i primi sintomi della malattia: disturbi cutanei (varici visibili, macchie e indurimenti), formicolii, sensazioni di bruciore e dolore nell’area colpita o prurito alla caviglia, pesantezza e gonfiore alle gambe soprattutto alla sera. La sintomatologia può però cambiare da persona a persona; nei casi più gravi possono comparire segni di una flebite o si può osservare attorno alla caviglia un eczema di colorazione rosso-bruna, con intenso prurito e la formazione di ulcere cutanee. Attraverso la visita medica si valuterà l’opportunità di un intervento chirurgico di rimozione delle vene varicose oppure si opterà per altre forme di intervento, quali ad esempio la terapia sclerosante o il laser. Le tecniche chirurgiche e di laser-terapia oggi applicate danno ottimi risultati nel 90 per cento dei casi e per la rapidità con la quale il paziente viene posto nelle condizioni di essere dimesso. La prevenzione resta tuttavia l’arma migliore per far fronte al problema , per cui tutti dovrebbero adottare alcuni semplici ma importanti accorgimenti per evitare inutili e dannosi sforzi alle gambe e al loro sistema circolatorio.

È necessario evitare di stare troppo a lungo fermi in piedi o seduti; se proprio non è possibile , nel primo caso bisogna sollevarsi spesso sulle punte dei piedi, nel secondo evitare di tenere le gambe accavallate. Per facilitare il reflusso venoso bisogna camminare e non indossare calze, giarrettiere o jeans troppo aderenti, perché tendono a bloccare la circolazione. Non bisogna inoltre ingrassare troppo, meglio ridurre il caffè e mangiare molta frutta, usare poco sale perché questo trattiene i liquidi e aumenta il volume del sangue circolante. L’intestino deve essere tenuto sgombro per evitare aumenti di pressione endoaddominale.

a)prima del trattamento
b) una settimana di trattamento
c) alla fine del trattamento

I raggi solari poi, anche se non sono di per se nocivi vanno evitati in corso di una flebite: è invece il caldo che provoca una pericolosa vasodilatazione, quindi se si vuole andare al mare, l’importante è bagnare frequentemente le gambe. Lo stesso dicasi per i bagni di casa, non usare acqua troppo calda che finirebbe col provocare fastidi. Per finire, mentre si dorme le gambe vanno tenute lievemente sollevate rispetto al cuore.

La raccolta venosa

Negli arti inferiore sono presenti due sistemi circolatori venosi, uno profondo, che drena circa il 90% , l’altro superficiale che drena il rimanente 10% del sangue venoso della gamba. Le varici compaiono a carico del reticolo venoso superficiale che si dirama a partire:

  • dalla vena Safena Interna, che nasce nella caviglia, sale all’interno della gamba e termina alla piena dell’inguine immettendosi nella vena femorale
  • dalla vena Safena Esterna, che inizia sul lato esterno della caviglia e termina nel cavo del ginocchio
  • dalle vene Perforanti, che mettono in comunicazione il sistema superficiale con quello venoso profondo.

L’insufficienza venosa cronica è alla base della patologia vascolare venosa, che oltre alle varici comprende anche la trombosi venosa, da cui deriva un alto pericolo di embolia polmonare.

Varici: trattamenti naturali

L’idroterapia consiste nel bagnare i piedi in modo alternato con acqua calda e fredda; basta immergerli prima nell’acqua calda per non meno di cinque minuti e poi in quella fredda per un minuto. Occorre ripetere l’operazione per tre o quattro volte e terminare sempre con l’acqua fredda. Il linfodrenaggio andrebbe effettuato dopo il pediluvio cominciando dal piede e terminando con la coscia. Dei risultati ancora migliori si ottengono passeggiando sulla riva del mare e lasciandosi massaggiare dalle onde che si infrangono sulle gambe. Utili nel trattamento delle varici sono però anche la fitoterapia (ortica bianca, salvia, ippocastano, centella, mirtillo, piantaggine). La terapia non farmacologica consiste nella riduzione compressione dell’arto (calze elastiche con compressione graduabile). Nel caso in cui la persona colpita da varici non abbia un’età molto avanzata, si consiglia di praticare esercizi fisici volti a far diminuire la pressione idrostatica delle gambe e a consentire un miglior riflusso del sangue al cuore.