La ricerca per lo sviluppo di nuovi laser si sta orientando verso i settori più remunerativi
Mario Annesi
Inventato negli anni ‘60 il Laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation), è uno strumento entrato a pieno titolo nella medicina moderna per tagliare, vaporizzare o fotocoagulare bersagli presenti in diversi organi. Non c’è disciplina in cui non si sia tentata un’applicazione, eppure il mercato sembra incontrare un periodo di stagnazione. Ne parliamo con Mario Annesi, 43 anni, direttore della Filiale Italiana della Lumenis, azienda leader mondiale nel mercato dei laser.
Dove va la ricerca sui laser?
Sarebbe facile rispondere che va dove si prospetta un rientro economico. In realtà per approfondire si può dire che bisogna distinguere fra mercati meno dinamici in cui si investe di meno e altri più interessanti su cui la ricerca punta di più. Fra i primi: l’ortopedia, la flebologia, la neurochirurgia e la dermatologia, fra i secondi: l’urologia per la rimozione della prostata; le nuove applicazioni in oculistica-chirurgia refrattiva, ipermetropia, astigmatismo, miopia, glaucom e la tecnica SLT, selective laser trabeculectomy, per le parti pigmentali; l’odontoiatria, che è un mercato molto grande ed emergente perché i dentisti rappresentano il 35% degli utenti potenziali, che presto si orienteranno verso la conservativa laser, senza trapano e anestesia, la paradontologia e lo sbiancamento dei denti. Per finire la grande sfida viene dall’estetica con la riduzione della massa grassa e la cura delle smagliature.
Approfondiamo il discorso sulla dermatologia e sull’estetica…
In Italia sono mercati in contrazione e non perché numericamente limitati, ma perché negli ultimi anni si è assistito a una battaglia sul prezzo che ha ridotto la credibilità sull’efficacia delle apparecchiature laser, inflazionando il mercato. Questo è un settore in cui, paradossalmente, la concorrenza non aiuta la qualità: le macchine offerte a prezzo più basso spesso sono clinicamente inferiori. La prova della propria forza è nel riuscire a vendere allo stesso cliente più macchine e più volte nel tempo, e nel numero di brevetti posseduti. Lumenis spende per la ricerca una somma pari a quella spesa per le azioni legali per difenderli.
Ma si dice che all’estero i prezzi sono generalmente più bassi che in Italia…
I prezzi dipendono dalle richieste del mercato e da una serie di caratteristiche di ogni paese. In America si acquista on-line e si paga con carta di credito, da noi si tende a rateizzare e l’acquirente richiede un’assistenza continua. In Italia, infine, una controversia legale è molto più costosa e dura all’infinito.
Esiste un mercato d’importazione parallelo?
Secondo i nostri dati non supera il 2% del totale e la spiegazione risiede in vari motivi. Se per esempio la macchina arriva dagli USA ha un sistema elettrico a 110 v e 60 hertz, mentre in Europa abbiamo 220 v e 50 hertz. La semplice modifica può provocare problemi legali con la certificazione e l’assicurazione, spostando la responsabilità dal produttore all’acquirente. Infine, il nostro è un mercato molto innovativo: comprare all’estero spesso vuol dire acquistare macchine che stanno andando fuori produzione e non avere assistenza.
Come vede il futuro del laser?
Io sono ottimista. La nostra crescita, circa il 5% ogni anno, è costante e si accompagna a una penetrazione in campi diversi specie nell’estetica e nella chirurgia. Il settore, dopo una fase di stagnazione, si sta riprendendo: ha solo bisogno di nuove idee e di una forte attenzione alla qualità. O.C.