Abbiamo raccolto le testimonianze di tre specialisti che da tempo usano la nuova metodica laser frazionale per trattare forme di melasma
Il melasma, noto anche come cloasma o ”macchie da gravidanza’ è un’iperpigmentazione acquisita che si sviluppa normalmente sul viso, bilateralmente e simmetricamente. Ha una frequenza nove volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini, ed è correlato all’esposizione solare, alla gravidanza e ai contraccettivi orali. Lo si distingue in tre forme, legate alla profondità della pigmentazione: epidermico, dermico e misto. La patogenesi di questo problema è sconosciuta, varie modalità terapeutiche sono state impiegate con scarsi risultati, aggravando la frustrazione dei pazienti che lo trovano cosmeticamente inaccettabile, ma ai quali fino a oggi venivano lasciate poche speranze oltre ad alcuni trattamenti topici che comunque ottengono risultati variabili e imprevedibili.
I trattamenti laser comunemente disponibili hanno certamente migliorato le possibilità terapeutiche, ma secondo alcuni specialisti il tradizionale skin resurfacing, che prevede un’ablazione superficiale dei tessuti, determina il rischio di iperpigmentazioni postinfiammatorie, oltre a essere un intervento con qualche effetto collaterale, che limita i rapporti sociali dei pazienti per tempi variabili da un minimo di una settimana fino a un mese. Da oltre un anno l’azienda Reliant negli Stati Uniti, ha ottenuto l’approvazione della Food and Drugs Administration (FDA) per la commercializzazione del proprio sistema laser Fraxel, anche per il trattamento del melasma, oltre che per skin resurfacing, rughe periorbitali, iperpigmentazioni ed esiti cicatriziali.
Il sistema Fraxel, a detta dei ricercatori della Harvard Medical School, funziona come un ”ascensore che trasporta il pigmento residente nello strato basale verso la superficie della pellè’ da dove poi viene espulso. Il trattamento sviluppa delle cosiddette ”zone microtermichè (MTZ)
con profondità selezionabile dall’operatore, agendo su di una frazione dei tessuti pari a circa il 20% della superficie per volta (da qui il nome del trattamento laser ”frazionalè’). In Italia l’appercchiatura viene già usata in diversi Centri Laser e per verificarne i risultati, comparabili con quelli positivi a due anni offerti dall’Azienda produttrice, abbiamo intervistato tre fra i primi operatori ad adottare il laser Fraxel, intervistando anche i loro pazienti che, cortesemente, ci hanno permesso di pubblicare le loro immagini prima e dopo il trattamento. Cristina, tecnico di radiologia a Bologna, ha 34 anni, e dopo l’estate 2005, confrontandosi con le fotografie degli anni precedenti, a parte una piccola ombra nella zona del labbro, ha scoperto macchie sul viso e sulla fronte che prima non c’erano. Sentirsi tutta chiazzata non le dà pace.
All’inizio ho provato varie creme depigmentanti e dei peeling leggeri, ma mi sono presto accorta che non ottenevo risultati, quindi, su consiglio del dottor Gianpaolo Carboni, ho provato Fraxel. Il timore iniziale, visto che si tratta di un laser, era quello di affrontare un trattamento cruento e complicato, ma avevo riposto una tale aspettativa che nulla mi avrebbe fatto cambiare idea. Invece tutto è stato soprendentemente più facile e rapido, magari un pò fastidioso come sensazione. Durante i venti minuti di applicazione del laser, che ho ripetuto per quattro sedute in totale, la sensazione era di forte bruciore, lenita dal raffreddamento con l’aria. Nei giorni successivi sembravo abbronzata, e c’era una sottilissima desquamazione delle zone di pelle trattate, comunque effetti collaterali molto inferiori a quanto immaginato. Anche se a momenti ho sofferto per il bruciore durante il trattamento, ne è valsa sicuramente la pena.”
Cristina è stata la seconda paziente che ho trattato con Fraxel – aggiunge il dott. Carboni, dermatologo di Bologna con una ventennale esperienza di laserterapia dermatologica – perciò ho cautelativamente esagerato nel descriverle il trattamento e i possibili effetti collaterali. Certo che, visti i risultati ottenuti, l’azione versatile del resurfacing frazionale è da considerarsi una vera innovazione nel campo dei trattamenti laser, molto più efficace delle sorgenti laser classicamente a disposizione dei dermatologi.
” Eva ha 35 anni e insegna a Bolzano, da circa 8 anni, dopo la gravidanza, familiari e amici le segnalavano che sul suo viso erano comparse macchie scure, che dalla guancia destra e dalla fronte si stavano gradualmente estendendo. ”Soprattutto esponendomi al sole notavo che la situazione si aggravava. I vari prodotti usati non mi hanno aiutato a migliorare, i risultati minimi non duravano nel tempo.” La conoscenza di una collaboratrice del chirurgo plastico Dott. Hanns Deetjen le permette di sapere del laser Fraxel appena installato nello studio di Bolzano.
”Mi sono documentata sul sito internet, trovandoci conferma delle informazioni ricevute dal chirurgo. Ero quindi anche preparata a soffrire un pò, anche se il primo trattamento non è stato per nulla doloroso. Più fastidiosi i trattamenti seguenti, ma dopo un paio di ore la sensazione di bruciore spariva completamente. Nei giorni seguenti notavo una forte esfoliazione, in particolare sul mento. Sono molto soddisfatta del trattamento anche se sulle guance ancora è rimasta qualche ombra, ma la cosa che mi ha lasciato più impressionata è la tonicità della pelle dopo quattro sedute: le rughe che avevo in fronte si sono attenuate, l’aspetto è fresco, tonico, armonioso. Mio figlio, ad otto anni, si è accorto che non ho più le macchie e mi dice che sono diventata più bella, e questo per me è stato il complimento più apprezzato.” Hanns Deetjen opera anche a Monaco e Innsbruck ”Il sistema Fraxel – ci racconta – ci permette finalmente di trattare zone che erano precluse ai laser ablativi come collo e decolletè, e quindi offre ai pazienti oltre che il trattamento di melasmi e iperpigmentazioni un ringiovanimento cutaneo. è un eccellente complemento alla chirurgia.
” La forma di melasma di Anna, commercialista barese di 38 anni, è mista con ipercheratosi – ci racconta il dott. Giovanni D’Alessandro, dermatologo e responsabile del centro laser di Conversano che le ha proposto il trattamento con Fraxel – e da diverso tempo tentava di schiarire le sue discromie con cosmetici mirati, ma scarsamente efficaci. Quando l’ho incontrata per la prima volta, dopo aver rilevato attraverso i consueti test di misurazione i parametri cutanei, ho scelto il protocollo consigliato per il melasma basato sul trattamento frazionale che proprio per come è concepito, permette di trattare praticamente tutti i fototipi. Il risultato è stato di grande soddisfazione per la paziente, e di grande entusiasmo per me, abituato da anni a confrontarmi con questo tipo di inestetismo di difficile risoluzione.
Con un sistema laser ablativo un risultato simile sarebbe stato quasi impossibile. Inoltre questo trattamento non crea i consueti problemi nelle pelli abbronzate che abbiamo invece con la maggioranza delle altre sorgenti. E specie per il viso ciò
fornisce un gran vantaggio in sicurezza’. Lasciamo le ultime parole ad Anna: ”Il risultato del trattamento mi ha piacevolmente sorpresa, perché il dott. D’Alessandro spiegandomi le modalità di funzionamento del Laser Fraxel, mi aveva parlato di uno schiarimento del 15-20% sulla superficie trattata. Invece, dopo01 il primo giorno di gonfiore, a parte una lieve sensazione di bruciore e un colore scuro più intenso della mia pelle, il viso è apparso immediatamente di colorito omogeneo e più compatto’.