Gli obiettivi che sono alla base della nascita del Gruppo Italiano per la formazione in Laser Dermatologia coincidono con l’evoluzione tecnologica.
del Prof. Giovanni Cannarozzo Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia Università di Firenze Segr. Sc. Società Italiana Laser Dermatologia (S.I.L.D.)
Alla base della creazione del Gruppo Italiano di Laser Dermatologia per la Formazione Teorico Pratica (G.I.L.D. – F.T.P.) ci sono tanti validi motivi. Il primo obiettivo che insieme agli altri colleghi ci siamo posti, è quello di voler integrare la nostra attività di ricerca scientifica con lo sviluppo di programmi formativi teorico-pratici (con distribuzione di materiale didattico e organizzazione di dimostrazioni pratiche in strutture ambulatoriali autorizzate), che favoriscano l’inserimento dei sistemi laser in tutte le sue applicazioni e che sono rivolti ai medici che si occupano di attività Laser a indirizzo clinico ed estetico. Il livello e la velocità di sviluppo nel settore medico dei sistemi laser sono tutt’oggi sorprendenti. Le acquisizioni che hanno consentito una tale crescita si possono identificare in una migliore comprensione delle interazioni laser-tessuti in un affinamento tecnologico nella realizzazione dei sistemi di cessione finale della radiazione laser, che hanno come conseguenza una grande espansione delle possibili applicazioni in campo dermatologico. Prima di interrogarsi dove questa tecnologia potrebbe condurci in un prossimo futuro, mi piace ripercorrere le prime fasi e ricordare che la parola laser viene spesso associata al concetto di tecnologia avveniristica, ma in realtà i concetti di fisica che ne hanno consentito la realizzazione risalgono alla fine del 1800 quando due studiosi, Charles Fabry e Alfred Perot, realizzarono il primo interferometro, ritenuto il capostipite di tutti i risonatori oggi utilizzati nella costruzione dei sistemi laser.
Le basi teoriche che avrebbero permesso l’invenzione del laser erano già presenti nel 1917, quando Albert Einstein individuò e descrisse le regole fondamentali che caratterizzano l’emissione e l’assorbimento delle radiazioni introducendo con la teoria quantistica il concetto di emissione stimolata. Soltanto nel 1958 Schawlow e Townes, lavorando con le micro-onde, svilupparono un apparecchio capace di produrre una radiazione monocromatica che si collocava nello spettro dell’infrarosso (IR). Chiamarono questo apparecchio MASER, dove M sta per Microwave (micro-onde), coniando in tal modo un acronimo destinato a diventare molto famoso quando alla M subentrò la L. Nel 1960 infatti Maiman sviluppò il primo prototipo di LASER (Light Amplification through Stimulated Emission of Radiaton) utilizzando come mezzo attivo un cristallo di rubidio. Nel 1964 fu il dermatologo Leon Goldman a utilizzare per primo questa sorgente di energia sulla cute. Egli anticipò così l’inizio di un’era di impensabile progresso tecnologico e di innovative potenzialità terapeutiche. Lo sviluppo di nuove tecnologie laser, tuttavia, non è solamente stimolato da necessità terapeutiche ma anche da considerazioni di carattere economico-commerciale. La forte competizione fra le aziende produttrici provoca, a volte, la commercializzazione di apparecchi e accessori ancora in fase sperimentale molto prima cioè che sia possibile disporre di un adeguato numero di studi clinici controllati a lungo e medio termine. Solo questo tipo di indagini è in grado di comprovare l’efficacia e la riproducibilità della laser-terapia applicata ai vari settori della Dermatologia. Va altresì detto che la laser dermatologia dispone oggi di una vasta gamma di apparecchi in grado di trattare, con efficacia, numerose patologie ed inestetismi della cute (in particolare laser chirurgici e laser vascolari). I risultati che si possono ottenere dipendono comunque dalla corretta utilizzazione di questi sistemi e, quindi, dalla formazione teorico-pratica degli operatori. Solo un personale medico qualificato può inoltre fornire al paziente una precisa informazione (scelta della sorgente, tempi e modalità del trattamento, gestione post-operatoria, ecc.), affinchè le aspettative divengano reali e non affidate a pubblicità esagerate o a promesse che non potranno essere mantenute.
Considerando quindi la finalità estetica di molti trattamenti laser (ad esempio il fotoringiovanimento con laser frazionali o con luce pulsata), nella nostra Società è ripetuto opportuno concordare con il paziente un consenso informato personalizzato, sia verbale che scritto ove si illustri con precisione il risultato che si può ottenere e il relativo tempo di guarigione. Senza niente togliere all’opportunità, ormai imprescindibile, di affrontare in modo manageriale la nostra professione, dobbiamo tenere presente che è possibile mantenere il principio della centralità del benessere dei pazienti soltanto impegnandosi con rigore scientifico nell’utilizzo delle tecnologie per operare in sicurezza e qualità.