Un innovativo trattamento dei granulomi, made in Italy, è stato presentato a Boston al congresso 2011 dell’American Society of Plastic Surgeons.
di Filippo Testa
Cosa può esserci di più drammatico, dal punto di vista estetico, che rivolgersi a un medico per risolvere un inestetismo del volto e ritrovarsi con un brutto granuloma di natura iatrogena. Questo sfogo compare in uno dei tanti blog che nella rete raccontano alcune delle disavventure sofferte da ignare persone cui sono state effettuate iniezioni di fillers permanenti. ”Questi fillers – spiega Daniel Cassuto, professore di Chirurgia Plastica all’università di Modena e Reggio Emilia e Consigliere dell’associazione Europea di Chirurgia Estetica – nonostante siano stati vietati da anni in Italia, continuano a essere usati da specialisti poco scrupolosi per spianare le rughe, aumentare il volume di labbra e zigomi e di altre aree del volto causando reazione di rigetto della pelle che assumono la forma di granulomi. Sono già centinaia i casi registrati in Italia e altre decine di migliaia di pazienti sono a rischiò’. I granulomi si manifestano con antiestetici gonfiori, indurimenti e infiammazioni al volto ma malauguratamente possono comprimere i nervi del viso e causare dolore, perdita di sensibilità, limitare i movimenti delle labbra, creare problemi nel parlare correttamente, nel mangiare, nel baciare. Queste manifestazioni incidono pesantemente sull’aspetto funzionale e psicologico del soggetto perché la persona non riesce più a condurre una vita normale, e spesso non accetta la sua immagine, si vergogna e non vuole più mostrarsi agli altri, soffre di ansia, depressione, non sa come gestire il dolore. Le attuali terapie basate sulla chirurgia demolitiva, iniezioni locali di cortisone e farmaci antitumorali non sono risolutive e presentano il rischio di creare cicatrici evidenti, atrofia e depressioni tissutali. ”Finalmente – aggiunge il professor Cassuto – prodotto da un’azienda tutta italiana, la Eufoton, ci è stato messo a disposizione il primo laser intra-lesionale che agisce con l’energia della luce e risolve in modo soft, efficace e definitivo i granulomi del volto finora intrattabili.
Un laser per i granulomi L’innovativo laser LASEmaR intra-lesionale Eufoton agisce dall’interno, direttamente nei tessuti, con una fibra ottica sottilissima, appena un decimo di millimetro, che inserita sottopelle eroga l’energia laser agendo sul granuloma senza causare traumi ai tessuti e senza dar luogo a esiti cicatriziali’’. Si tratta di un laser a diodi che stimola grasso, acqua ed emoglobina, per evacuare il filler e interrompere il processo infiammatorio in modo definitivo, senza lasciare tracce. La luce laser veicolata nel granuloma attraverso la fibra ottica riscalda la zona, liquefacendo il filler – tutti i fillers permanenti sono sensibili al calore – che poi fuoriesce dai forellini praticati per inserire la fibra ottica stessa. I piccoli forellini si richiudono da soli, e se compare un leggero gonfiore, provocato dal riscaldamento dei tessuti, esso scompare nel giro di una o due settimane. Inoltre, l’aumento della temperatura provocato dal laser Eufoton necrotizza il tessuto infiammatorio che si origina sempre attorno al granuloma. Si forma cosi’ pus sterile, che fuoriesce anch’esso dai forellini. Si ipotizza inoltre che il laser agisca sul cosiddetto ”biofilm”. In pratica, secondo molti esperti, quando si forma un granuloma, entrano in azione alcuni batteri che colonizzano la superficie di contatto fra le sostanze iniettate e il tessuto, causando una reazione infiammatoria protettiva (le molecole infiammatorie distruggono i batteri).
In realtà, questa reazione non ha successo: i batteri, infatti, creano una membrana che li avvolge e li protegge. Il risultato è che l’infiammazione non si spegne più e diventa cronica. Questo spiegherebbe l’altissima percentuale di recidive dopo i trattamenti con il cortisone e immunosoppressivi: passato il loro effetto, la reazione si riaccende. Nel caso della chirurgia, la spiegazione della scarsa efficacia è un’altra: utilizzando il bisturi, il chirurgo diffonde i batteri del biofilm nella zona. Dopo poco tempo essi si riattivano ampliando l’infiammazione. L’aumento della temperatura causato dal laser, invece, elimina i batteri, curando in modo definitivo l’infiammazione. Nel 2009 è stato pubblicato uno studio sulla rivista Dermatology Surgery, che ha confermato l’efficacia e la sicurezza della tecnica già effettuata con successo su centinaia di pazienti in tutto il mondo. Il trattamento si effettua in ambulatorio in anestesia locale. Il professor Daniel Cassuto, ha introdotto questa tecnica nella Struttura Complessa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva del Policlinico di Modena dove in un anno ha già trattato 140 pazienti provenienti da tutta la penisola e dall’estero con ottimi risultati e in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, quindi gratuitamente per i cittadini italiani. La durata del trattamento varia in base al distretto e al tipo di granuloma da trattare. ”Per migliorare la sicurezza dei fillers a uso estetico – conclude il professor Cassuto – bisognerebbe limitarsi all’uso delle sostanze riassorbibili come l’acido ialuronico, che in caso di complicanze è facilmente eliminabile con l’iniezione di un prodotto apposito. In Italia i farmaci iniettabili a marchio CE sono oltre 150 da noi solo 7 sono stati approvati dalla FDA americana. Il suggerimento è che quando un granuloma inizia a manifestarsi ci si rivolga immediatamente a un centro competente per risolvere il problemà’.