della Dr.ssa Margherita Tartaglia, Medico estetico, Napoli
Parliamo di un laser frazionale non ablativo, ben tollerato, semplice ed efficace contro l’invecchiamento e perfetto booster per le terapie topiche
L’acido ascorbico, comunemente noto come vitamina C, ha ricevuto molta attenzione per la sua capacità di promuovere la sintesi di collagene e ridurre il fotodanneggiamento indotto dai raggi ultravioletti (UV). Si ritiene che il meccanismo alla base di questo effetto fotoprotettivo sia correlato alla sua attività antiossidante. Tuttavia, la sua penetrazione attraverso la cute è generalmente scarsa, infatti in genere meno dell’1% della dose topica entra nella pelle. La microdermoabrasione e i laser ablativi, come Er: YAG o CO2, aumentano la permeazione topica dell’acido ascorbico, ma ottengono questo effetto compromettendo la barriera dello strato corneo, mettendo quindi il paziente a rischio di complicazioni come emorragie e infezioni cutanee. Con l’avvento delle tecnologie laser non ablative, si tende a considerare questo metodo come fra i più indicati per migliorare la pelle fotodanneggiata. Il nuovo approccio si chiama fototermolisi frazionata (FP). Questa tecnica, che si basa sull’acqua come cromoforo, si basa sull’erogazione di energia laser sull’epidermide in zone di trattamento microtermico frazionato (MTZ), che risparmiano parte del tessuto colpito. Molti studi hanno dimostrato che la successiva risposta alla guarigione delle parti trattate stimola l’esfoliazione anche della pelle non trattata con il laser. Pertanto, la fotodermolisi frazionata offre il netto vantaggio di un’efficacia equivalente con guarigione accelerata e ridotti effetti collaterali rispetto ad altri laser non ablativi che non risparmiano i tessuti. In particolare, la tecnologia laser a diodo frazionale e non ablativa (Clear+Brilliant, Solta Medical) è, caratterizzata dalla possibilità di utilizzare due differenti manipoli: il Manipolo Perméa con lunghezza d’onda 1927nm; il Manipolo Original con lunghezza d’onda 1440nm. Perméa, grazie alla lunghezza d’onda ai limite dell’ablazione (ricordiamo che i laser sopra i 2.000nm sono ablativi) è efficace in tutti i trattamenti di photoaging più superficiali, come per esempio le discromie e i sun spot, permettendo così di avere non solo un trattamento completo di resurfacing a livello dell’epidermide (il laser raggiunge una profondità nel derma di circa 0,170mm), senza alterare lo strato corneo ma, grazie alla sua capacità di creare micropori sottocorneali (Foto 1), è in grado di aumentare la permeabilità del derma per un possibile abbinamento con trattamenti topici scelti contenenti principi attivi idrofili a basso peso molecolare. In uno studio (Erica Lee Elford et al – Enhanced Skin Permeability of Ascorbic Acid after CLEAR + BRILLIANT Perméa Laser Treatment. © 2012 Solta Medical Inc). si è utilizzato il C E Ferulic (SkinCeuticals, Inc.), un siero antiossidante contenente acido L-ascorbico (vitamina C) come ingrediente attivo chiave, per valutare la sua capacità di essere assorbito dal derma dopo trattamento laser con il manipolo Perméa. I risultati mostrano che a seconda del livello di trattamento, il C E Ferulic viene assorbito fino a 17 volte in più rispetto al solo trattamento topico (Tabella 1); questo fa di Clear+Brillant un perfetto laser da abbinare a trattamenti topici, come per esempio biorivitalizzanti, antiossidanti, sieri e anche retinolo; quest’ultimo da utilizzare a una concentrazione più bassa rispetto a quello che si utilizzerebbe su una pelle non trattata con il laser (Foto 2).
Per una maggiore profondità di azione, si utilizza invece il manipolo Original (1440 nm) che sfrutta le micro colonne termiche, comprese tra 0,280mm e 0,390mm in funzione del settaggio di energia selezionato.
L’azione principale ottenibile è quella di stimolare un resurfacing più profondo, favorire la neocollagenesi e i relativi effetti clinici consistono nella riduzione dei pori dilatati, nel miglioramento dell’aspetto globale della texture cutanea e una maggiore luminosità. Il protocollo con Clear+Brilliant prevede almeno 4 sedute a distanza di 2/3 settimane l’una dall’altra, e sarà a cura dello specialista decidere quale manipolo utilizzare a seconda della problematica maggiormente riscontrata nel paziente. In base alla mia esperienza, per un trattamento più completo l’utilizzo di entrambi i manipoli all’interno del ciclo di trattamento è consigliato. Il tempo di recupero è estremamente ridotto, il rossore post trattamento dura fino a 12 ore. Concludendo, a mio parere, il laser Clear+Brilliant è consigliabile a tutti i medici estetici che vogliono offrire ai propri pazienti un trattamento più completo e profondo rispetto a peeling o iniettabili. Soprattutto a quelli che vogliono avvicinarsi alla tecnologia laser frazionale con semplicità e senza tutte le difficoltà di sistemi più impegnativi, non ultimo in termini di costo, ma soprattutto di gestione delle complicanze post trattamento.