Dott.ssa Cinzia Ventrice, Scienze e Tecnologie Cosmetologiche
La medicina estetica presto non potrà fare a meno del ricorso a un’analisi nutrizionale personalizzata e alla nascente nutrigenomica
Cosa c’è che non va nel cosiddetto moderno stile di vita e perché è in grado di alterare l’aspetto della cute in maniera da farla apparire opaca e disidratata, e favorire la precoce comparsa dei segni dell’invecchiamento? In primo luogo lo stress lavorativo, che obbliga a ritmi intensi e costringe a restare molto attivi durante la giornata, cui si aggiunge la necessità di avere una vita sociale molto dinamica che diminuisce le ore dedicate al riposo e al sonno. Non sorprende, quindi, che l’aspetto della pelle varia nei diversi momenti della giornata a causa delle diverse attività e dei cosiddetti ritmi biologici. Tra questi i più noti sono i ritmi circadiani che si ripetono ogni 24 ore. Accurati studi hanno dimostrato che la funzione della barriera cutanea, correlata ai lipidi epidermici, presenta livelli ottimali nella prima parte della giornata, mentre l’idratazione della pelle è più bassa e la microcircolazione essenziale che fornisce ossigeno e nutrimento si presenta ridotta al mattino con picchi maggiori nel pomeriggio e poi la sera. Un altro fattore, emerso più di recente, è l’uso costante di apparati tecnologici che aumentano la predisposizione all’invecchiamento cutaneo per effetto delle onde elettromagnetiche emesse dagli schermi dei computer, smartphone e tablet. La luce blu e le lampade LED causano disidratazione, stress ossidativo e soppressione dell’immunità cutanea. Conseguenze della modernità – si potrebbe dire – cui fa da contrasto un accresciuto accresciuto bisogno di salute e di una migliore qualità della vita, che nella nostra società si esprime nella ricerca del benessere e di prevenzione verso tutte quelle alterazioni che possono compromettere la vita di relazione. Una consapevolezza e un’attitudine positiva le cui parole d’ordine sono aver cura di sé, attenuare, rimodellare, rivitalizzare, mantenere in forma il proprio fisico e la propria pelle. In questa prospettiva un importante ruolo lo ha svolto la medicina estetica che ha partire dagli anni ‘80 ha promosso un nuovo concetto di benessere globale mediante tre tipi di programma: preventivo, curativo e riabilitativo, favorendo un movimento culturale per cui l’uomo è sano, mentalmente e fisicamente, quando è in armonia nelle diverse fasi della vita. Da allora, per i medici estetici l’osservazione della pelle è diventata fondamentale per poter impostare un programma di lavoro che parta dall’analisi della vitalità metabolica e istologica dei tessuti muscolari e sottocutanei, colpiti dallo stress ossidativo e da una scarsa efficienza vascolare. Naturalmente per un simile protocollo occorre servirsi di esami strumentali attendibili come il check-up cutaneo oppure la metodica dello Skin Analysis. In tal modo sarà possibile monitorare nel tempo il risultato e la compliance domiciliare. Solo con una misurazione puntuale di parametri cutanei quali la sebometria, corneometria, phmetria, TEWL, elastometria e colorimetria, il professionista è in grado di eseguire una diagnosi cosmetologica e effettuare una prescrizione mirata al ripristino dei valori alterati e al benessere cutaneo, per poter eseguire successivamente i trattamenti previsti. Va poi promossa una corretta igiene cosmetologica ossia quell’insieme di atti fondamentali che si articola in detersione, idratazione e fotoprotezione. Ma ancora non basta. Nel terzo millennio si è sviluppato il concetto di alimentazione funzionale in grado di potenziare e ottimizzare una o più funzioni dell’organismo contribuendo a mantenere o a migliorare lo stato di salute e il benessere psicofisico. Val la pena di fare una precisazione: un alimento è definito funzionale quando al di là delle proprietà nutrizionali è scientificamente dimostrata la sua capacità di influire in modo positivo sulle funzioni fisiologiche, contribuendo a migliorare lo stato di salute attraverso la qualità alimentare (Food Security), con un apporto equilibrato di nutrienti, e per il ruolo che l’alimento può svolgere nel consentire la completa espressione del potenziale Genetico. Quest’ultimo aspetto è molto importante in quanto contribuisce a sostenere il metabolismo e le attività biochimiche della pelle assicurando un corretto apporto di nutrienti e antiossidanti per garantire un fisiologico rinnovamento dei diversi istotopi e per mantenere la funzionalità dei diversi enzimi e delle strutture connettive dermiche. è un dato incontrovertibile che la cura della pelle implica anche una supplementazione orale di sostanze che ne possono migliorare le funzioni fisiologiche e prevenire e ritardare l’invecchiamento. La comprensione delle interazioni fra geni, fattori funzionali, benessere e malattie, consente di attuare una prevenzione specifica, attraverso l’acquisizione di regimi alimentari specifici e la selezione ottimale dei nutrienti da assumere. Come è noto, nella composizione degli integratori alimentari è consentito l’utilizzo di vitamine, minerali, aminoacidi e fermenti lattici, estratti vegetali per i quali l’assenza di effetti tossici sia stata ampiamente documentata. Per alcuni nutrienti come il calcio, i bioflavonoidi, la creatina, la carnitina e il Coenzima Q10 i dosaggi giornalieri dei nutrienti sono ammessi dagli RDA (Raccomended Dietary Allowances). I nutraceutici, a loro volta, contenenti peptidi di collagene, vitamine, minerali e antiossidanti sono innovativi integratori alimentari funzionali che hanno dimostrato clinicamente di avere effetti positivi sull’idratazione e l’elasticità della pelle in vivo. Si è visto che i risultati sulla normale funzione primaria dei fibroblasti dermici legati alle interazioni tra i peptidi di collagene (0,3-8 kDa) e altri costituenti presenti nei nutraceutici a base di collagene liquido in un nuovo modello fisiologicamente rilevante, affollato di destrano solfato macromolecolare, mostrano un aumento significativo della sintesi di elastina dei fibroblasti, e una forte inibizione del rilascio di MMP-1 e MMP-3 e della degradazione dell’elastina. Gli effetti positivi dei peptidi di collagene su queste risposte e sulla proliferazione dei fibroblasti vengono evidentemente potenziati dalla presenza di costituenti antiossidanti presenti nei prodotti. Questi dati forniscono una motivazione scientifica agli effetti positivi di questi integratori nutraceutici a base di collagene sulle proprietà della pelle, suggerendo che una maggiore formazione di matrici extracellulari derivate da fibroblasti dermici stabili può seguire il loro consumo orale. I peptidi bioattivi, come l’idrolizzato di collagene, sono oggi tra gli ingredienti più utilizzati per lo sviluppo di nutraceutici – alimenti o ingredienti alimentari che hanno effetti fisiologici misurabili e ben definiti. Numerosi studi hanno dimostrato che i peptidi risultanti dall’ingestione di collagene idrolizzato e rilevati nel flusso sanguigno hanno proprietà chemiotattiche per i fibroblasti cutanei, aiutando il processo di ripristino della qualità e funzionalità della pelle. La ricerca farmacologica ha posto la sua attenzione sui processi di lavorazione del pesce come fonti di composti azotati bioattivi e di proteine che possono essere convertiti in peptidi attraverso l’idrolisi enzimatica e la fermentazione batterica. I peptidi derivati dal cibo sono piccoli frammenti proteici (lunghi da 2 a 20 amminoacidi) differenti per struttura e peso molecolare, e possono essere considerati biologicamente attivi solo quando contribuiscono alle funzioni fisiologiche dell’organismo all’interno di formulazioni alimentari e farmaceutiche che dimostrano benefici per la salute, oltre alla nutrizione di base.
Ad esempio, i peptidi bioattivi alimentari possono agire come modulatori fisiologici con attività simili a ormoni o farmaci, tra cui quelle antinfiammatorie, antimicrobiche, antiossidanti e tramite la capacità di inibire gli enzimi correlati al metabolismo delle malattie croniche. Molti peptidi bioattivi sono stati studiati per il loro ruolo potenziale come nutricosmetici per rallentare l’invecchiamento cutaneo ostacolando fattori estrinseci e intrinseci. In particolare, i peptidi bioattivi hanno dimostrato attivazioni antiossidanti e antimicrobiche rispettivamente neiconfronti delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) e anche di batteri patogeni associati alle malattie della pelle. Sono state riportate anche le proprietà antinfiammatorie dei peptidi bioattivi utilizzando modelli in vivo, in cui hanno dimostrato di ridurre l’espressione di IL-6, TNF-α, IL-1β, interferone-γ (INF-γ) e interleuchina- 17 (IL-17) nei modelli murini. Per consentire una adeguata concentrazione di molecole è però necessario applicarli sulla superficie cutanea attraverso veicoli topici che ne consentano un veloce e completo assorbimento. In conclusione, per parlare di Sussefull Aging in una società ipedinamica e stressante, non bisogna mai sottovalutare il ruolo svolto dal sonno, dal riposo ma anche dall’attività fisica e da un’alimentazione corretta ed equilibrata in grado di garantire tutti i nutrienti essenziali e nelle giuste quantità. In attesa che si diffonda la cultura e la possibilità di ricorrere con più facilità alla Nutrigenomica, branca scientifica Interdisciplinare che studia gli effetti della dieta sull’espressione genica a livello dell’intero genoma e genotipo sul metabolismo individuale. Perché è ormai riconosciuto universalmente che le molecole del cibo interagiscono in modo diretto o indiretto con il genoma umano, influenzando la struttura o l’espressione dei geni. Una nutrizione personalizzata, basata sulla conoscenza dello stato e dei fabbisogni nutrizionali e del genotipo individuale, sarà presto l’approccio irrinunciabile per prevenire, mitigare o curare alcune patologie croniche, ma anche per contrastare l’invecchiamento e favorire il benessere cutaneo.