E’ tornato finalmente in presenza, il Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME). Giunto alla 42esima Edizione, l’appuntamento, presieduto dal dott. Emanuele Bartoletti, si è svolto dal 16 al 18 luglio, nella consueta cornice del Cavalieri Hilton di Roma. Tanti i relatori di fama internazionale che hanno animato la 3 giorni di lavori così come molteplici sono stati gli argomenti affrontati. Un dato fa riflettere: il trend positivo registrato dalla medicina estetica in un periodo difficile come quello della pandemia. Una crescita costante che ha sottolineato come l’intervento e il miglioramento estetico abbiano rappresentato una forma di valvola di sfogo per tutte le donne e in qualche caso anche gli uomini rimasti chiusi in casa, fuori dalla possibilità di incontrarsi. Come ha spiegato lo stesso Bartoletti: “I trattamenti sono stati visti come una possibilità di ricominciare a prendere cura di se stessi, di volersi bene dopo l’abbruttimento da smart-working e il periodo in cui andare al lavoro senza neanche togliersi la camicia da notte o il pigiama è sembrata la soluzione più plausibile e veloce. La medicina estetica quindi ha effettivamente rappresentato una fonte di salvezza per la psicologia di molte persone”. La American Society of Plastic Surgeons ha riportato nei mesi di lockdown un aumento del 64% delle richieste di sedute valutative per individuare il tipo di trattamento da eseguire una volta sollevate le restrizioni. Un dato simile è stato osservato dai medici della British Association of Aesthetic Plastic Surgeons, che comunicano un aumento del 70% delle richieste di consulto. In Italia, secondo la SIME, nel 2020 gli interventi di medicina e chirurgia estetica sono aumentati del 25% rispetto al 2019. Tra i trattamenti più richiesti i filler nella area labiale (+42%), area zigomatica (+29%) e il riempimento delle rughe naso geniene (+28%) con una distinzione per sesso e fascia d’età. Se per il 57% delle donne 30-40enni risulta essere il trattamento più richiesto, il 43% degli uomini invece lo ricerca in una fascia d’età più ampia ossia dai 30 ai 60 anni. E sempre degli effetti del Covid, stavolta sulla pelle, si è parlato durante le sessioni dedicate alla cosmetologia e in particolare in quella intitolata Make-up: il consiglio medico all’epoca del covid-19 in cui si è approfondito il ruolo dei principi attivi e delle sostanze presenti nei trucchi e in alcuni cosmetici che possono rivelarsi vantaggiosi o dannosi in un periodo in cui l’equilibrio della cute viene quotidianamente alterato dall’utilizzo delle mascherine. Infine, segnaliamo un argomento trattato che ci pare mai come in questo periodo attuale: il rapporto tra filler e vaccino anti-Covid. Alcune comunicazioni scientifiche avevano evidenziato come si fossero presentati eventi avversi a seguito del vaccino in individui che in passato si erano sottoposti a trattamenti con acido ialuronico. Ebbene, è stato spiegato, come le reazioni evidenziate non siano assolutamente imputabili al vaccino anti-Covid, ma sono reazioni normali e prevedibili di fronte a qualsiasi tipo di vaccino, facilmente gestibili con una terapia a base di cortisone, e che non hanno mai dato effetti permanenti.