La sindrome mano-piede nel paziente oncologico

Una cosmesi mirata può ridurre alcune delle principali criticità delle terapie oncologiche che si manifestano a livello della pelle e dei suoi annessi

di Cinzia Tafuto, Cosmetologa, Podologa 

In Italia, ogni anno sono numerosissime le nuove diagnosi di tumore. Secondo i dati dell’Associazione ItalianRegistro Tumori – AIRTUM, nel 2020 sono state circa 377.000, e quindi sono migliaia i pazienti che affrontano una cura chemioterapica. Come risaputo, la caratteristica di quest’ultima è la preminente azione non selettiva di tipo antiproliferativo: per questo motivo, la tossicità non si limita alle sole cellule neoplastiche ma coinvolge tutte le cellule sane in rapida proliferazione e, a seconda del farmaco, anche quelle non in ciclo replicativo (fase G0). Ciò comporta che fra gli organi maggiormente interessati vi siano il midollo osseo, le mucose del tratto gastrointestinale, le gonadi, ma anche e soprattutto cute e annessi cutanei. In quest’ultimo caso, la maggior parte di questi effetti è temporanea, in quanto alla sospensione del trattamento si assiste a una graduale regressione dei sintomi e dei segni con restituito ad integrum dell’organo/struttura interessata. Le reazioni causate dai trattamenti antineoplastici non sono a oggi prevedibili nel singolo individuo e possono variare per intensità e caratteristiche a ogni ciclo chemioterapico e da soggetto a soggetto. Oggi oltre il 60% dei pazienti sopravvive a una diagnosi di malattia neoplastica maligna, grazie alla diagnosi precoce e ai nuovi approcci terapeutici sempre più efficaci. Negli ultimi anni, i nuovi trattamenti hanno sostanzialmente aumentato la sopravvivenza anche nei pazienti con malattia in fase metastatica alla diagnosi o recidivata, tendendo a “cronicizzare” l’andamento della malattia stessa. In tali pazienti diviene prioritario il mantenimento a elevati livelli della loro qualità di vita. La tossicità cutanea e annessiale però, soprattutto se elevata e persistente, può rappresentare un’importante limitazione alla somministrazione prolungata del trattamento chemioterapico: alcune manifestazioni di tossicità sono definite dose-limitante, poiché impediscono il superamento di livelli critici di dose in funzione al danno che essi causano, limitando quindi anche l’efficacia terapeutica. Di non secondaria importanza l’impatto delle tossicità indotta dai trattamenti antineoplastici sulla qualità di vita dei pazienti, che in alcuni casi può portare alla sospensione prematura e definitiva del trattamento stesso. Questi farmaci, in particolare a livello cutaneo e dei suoi annessi, possono provocare una serie di alterazioni fortemente invalidanti. Infatti, oltre a indurre un serio disagio legato alle modifiche estetiche della propria immagine, tali modifiche dermiche, se non trattate, possono divenire vere patologie dermatologiche secondarie. Tra le principali sicuramente annoveriamo la sindrome mano-piede o eritrodisestesia palmo-plantare (Hand-foot syndrome degli anglosassoni). Tale patologia si manifesta inizialmente con perdita di sensibilità cutanea, parestesie, sensazione di bruciore, dolore, punture di spillo, eritema ed edema a livello palmare e plantare. Successivamente in tali sedi si possono formare aree ipercheratosiche, prevalentemente nelle zone sottoposte a maggior pressione. Nelle forme più gravi vi è la formazione di lesioni eritemato-vescicolari e fissurazioni ulcerative, con possibilità di infezione locale. A livello internazionale è da vari anni utilizzata una classificazione specifica per la definizione della gravità della sindrome mano-piede proposta dal National Cancer Institute all’interno dei Common Terminology Criteria for Adverse Events. Tale classificazione prevede quattro livelli di tossicità: 1° grado: reazione eritemato-desquamativa con alterazione cutanea o presenza di dermatite, senza dolore; 2° grado: alterazione cutanea con dolore (es. desquamazione, vesciche, sanguinamenti ed edemi), ma senza interferenza con le funzioni quotidiane; 3° grado: modificazioni cutanee severe con dermatite ulcerativa e alterazione cutanea con dolore e interferenza con le funzioni quotidiane; 4° grado: modificazioni cutanee con severe dermatiti ulcerative diffuse o localizzate e con complicanze infettive, che impongono al paziente di stare a letto o il suo ricovero. La Sindrome mano-piede compare dopo circa 6 settimane di trattamento con farmaci a bersaglio molecolare o in corso di trattamento con farmaci antineoplastici citotossici e, in entrambi i casi, regredisce con la sospensione della terapia. è spesso invalidante, poiché chi ne è affetto ha difficoltà a utilizzare le mani o a indossare le scarpe. Sicuramente è opportuno agire con un trattamento preventivo, prima del ciclo chemioterapico, seguendo opportune linee guida e consigli: prediligere indumenti con fibre naturali ed evitare quelle sintetiche; rinunciare a scarpe o calze o calzini troppo stretti per evitare un eccessivo attrito, preferendoli bianchi e di cotone; è sconsigliato effettuare manicure e pedicure da soli o affidandosi a personale non qualificato, onde evitare il taglio dell’unghia troppo corto che faciliti l’insorgenza di onicocriptosi, onicolisi e/o infezioni; asciugare accuratamente le unghie di mani e piedi con l’ausilio di un phon per evitare la possibile proliferazione micotica; preferire l’uso di guanti in cotone a quelli sintetici; preferire scarpe comode, con suole spesse, per ridurre la pressione sulla pianta dei piedi; evitare attività che determinino attrito a mani e piedi o che li accostino a fonti di calore (termosifoni, sauna, esposizione prolungata al sole); evitare il contatto con sostanze chimiche aggressive (saponi, detersivi) e i lunghi pediluvi, ricordando di asciugare bene i piedi (cute e annessi). Inoltre, è fondamentale un’accurata igiene e idratazione della cute, per preservarne l’effetto barriera e l’idoneo grado di idratazione: utilizzare quindi detergenti delicati od oli detergenti e applicare successivamente una crema idratante, ad azione umettante ed emolliente. Nel caso in cui la prevenzione non risulti sufficiente, può diventare necessario un trattamento, anche per preservare l’efficacia delle terapie in corso. Se infatti si creano lesioni ulcerative o infezioni, può rendersi necessaria la sospensione temporanea o definitiva della cura antineoplastica. Inoltre alti gradi di tossicità cutanea, soprattutto ai piedi, non permettono al paziente di poter svolgere le normali funzioni quotidiane: avrà dolore e disagi durante la deambulazione, con impatto negativo anche sulla postura. La terapia dermo-cosmetologica prevede l’utilizzo di creme ad alta percentuale di urea, preferibilmente 20-50%. In caso di eritema, vanno consigliati cosmetici lenitivi a base di ceramidi, acido ialuronico, aloe, vitamina E, camomilla o nei casi più gravi, pomate cortisoniche. In caso di infezione, si consiglia l’uso di creme antibiotiche appropriate su prescrizione del proprio dermatologo o dell’oncologo.