Libro: La prima volta che Samir vide il mare

di Silvia Annavini

A volte i sogni si avverano davvero e nel raccontare come ciò sia avvenuto nascono storie bellissime che superano le frontiere del tempo e dello spazio.

La prima volta che Samir vide il mareSono molti i medici che a un certo punto della loro carriera iniziano a scrivere trovando nella letteratura il modo di parlare delle proprie esperienze professionali e di vita. è questo il caso della dr.ssa Paola Murrone, che opera nel reparto dislisi del S. Giovanni di Roma, autrice del libro La prima volta che Samir vide il mare (Arduino Sacco Editore). Il testo narra attraverso il racconto personale, quasi diaristico, la vicenda del piccolo Samir e di sua madre Amina, separati precocemente fra loro, e di come lottando contro le avversità della vita, la povertà, la burocrazia questa famiglia si ricomponga quasi vent’anni dopo, a migliaia di chilometri di distanza da dove tutto era iniziato: il Marocco. Un lasso di tempo lunghissimo nella vita di un uomo, in cui entrambi i protagonisti sono costretti a crescere in un mondo che non è ancora capace di comprendere appieno le loro scelte né di difendere il loro diritto alla felicità. Pagina dopo pagina, i personaggi di Samir e Amina da semplici conoscenti diventano per il lettore, come per l’autrice stessa, sempre più reali sino ad assumere i connotati di famigliari. I loro drammi, le misere felicità del momento divengono la lente attraverso cui veniamo a conoscenza delle tante sfaccettature di due personalità forti e determinate, incapaci di arrendersi a un destino apparentemente segnato. E questa incrollabile, per certi versi, folle ostinazione diviene un insegnamento prezioso: quello che non bisogna mai rinunciare a nutrire la speranza di un futuro migliore. Ma affinché ciò avvenga è necessario prima cambiare se stessi.

Durante il suo percorso Amina capisce che i dettami religiosi con cui è cresciuta spesso celano disparità, inconciliabili con concetti quali l’autodeterminazione e l’affermazione di sé e che una fede, per quanto rasserenatrice nei momenti di sconforto, può divenire persino crude se accettata senza consapevolezza. Samir, dal canto suo, apprende nel modo più duro che non ci si deve mai arrendere dinanzi alla sfortuna e alla tragicità della sorte ma che si deve cogliere il momento per elevarsi dalla propria condizione, senza remore né paure. Ma la storia contenuta nel libro appartiene anche ai primi anni di esperienza professionale della dott.ssa Murrone che oltre a narratrice è anche una delle protagoniste del lieto fine tanto sospirato. è grazie alla sua scelta di partecipare a una missione umanitaria in Turchia “perché è inutile limitarsi a commentare le campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica quando si può intervenire” che conosce Amina e prende a cuore la sua vicenda. Ed è grazie al suo coraggio, quello che le permise a metà degli anni ‘80, di non scappare via dopo il primo giorno di servizio in un ospedale di Instaubul, se Amina ha coronato il suo sogno e ha ritrovato oltre che un figlio, l’amore di un uomo che la rispettava per ciò che era: una donna, capace di sbagliare ma anche di riempire la vita delle persone a lei accanto.