La perfezione a portata di pelle

di Danilo Panicali

Chi ha letto almeno una volta Diabolik, intramontabile personaggio a fumetti nato nel 1962 dalla fervida fantasia di Angela e Luciana Giussani, ricorderà che una delle armi vincenti dell’inafferrabile ladro era quella di poter disporre di una infinita serie di maschere, da lui stesso fabbricate, che gli permettevano di assumere l’identità di chiunque volesse. La caratteristica principale di queste maschere era che aderivano perfettamente alla pelle, cambiando di fatto e non semplicemente camuffando, i connotati del volto di chi le indossava. Ebbene, forse per una volta, non solo la realtà ha raggiunto la fantasia ma se le notizie che ci giungono dagli Stati Uniti, e che negli ultimi giorni hanno fatto il giro di tutti i mass media, sono confermate, allora l’avrebbe addirittura superata. Secondo quanto pubblicato sulla rivista specializzata “Nature Materials”, una equipe capitanata dai professori Robert Langer (nella foto in apertura mentre mostra la sua scoperta) e Rox Anderson, in un laboratorio di bioingegneria del Massachussets Institute of Technology avrebbe creato un tipo di pelle sintetica destinata a rivoluzionare il mondo della medicina estetica e non solo. Questo tipo di sostanza, denominata XPL, da crosslinked polymer layer, è formata appunto da polimeri a base di silossano, composto formato da silicio, ossigeno e idrogeno. Gli stessi per intenderci utilizzati in gra parte dei cosmetici in commercio. Questo composto di polimeri viene applicato sulla pelle in due fasi distinte. Prima si stende il polimero sottoforma di un liquido chiaro sulla pelle, successivamente viene steso il catalizzatore. Quest’ultimo crea una rete per il polimero che aderendo alla pelle ricrea perfettamente la pelle umana. Le applicazioni mediche ed estetiche sono già molteplici e altre sono allo studio. La più importante riguarda l’utilizzo di formulazioni, spesso esteticamente evidenti, per alcune delle patologie croniche della pelle più diffuse come gli eczemi. La pelle sintetica permetterebbe infatti di proteggere la crema o l’olio che deve essere applicato a scopo curativo, da acqua, vento e sole lasciandolo così agire senza preoccuparsi che possano inavvertitamente essere rimossi. Una qualità non da poco visto che chi fa uso di formulazioni topiche sa benissimo che una grande percentuale del prodotto applicato sulla cute va dispersa col passare delle ore. Un altro utilizzo è quello che può esserne fatto al fine di nascondere eventuali inestetismi come cicatrici, sfoghi, ma anche rughe. Le prime immagini pervenute mostrano da questo punto di vista dei risultati sconcertanti. Solchi di espressione tipici dell’aging, anche se molto profondi, spariscono letteralmente sostituiti da uno strato di pelle liscio ed elastico. Addio insomma a borse sotto gli occhi e zampe di gallina ma, allo stesso modo, anche alle inestetiche vene varicose, ai tatuaggi e a qualsiasi inestetismo della cute. Ma esistono effetti secondari? Secondo i primi studi compiuti – su campioni piuttosto ridotti (si parla di circa 170 volontari) – non ve ne sarebbero. Il polimero è ben tollerato dalla cute vera e non dà allergie. Naturalmente, però, come in ogni bella favola che si rispetti chi deciderà di utilizzare questa pelle sintetica dovrà tornare a fare i conti con la dura realtà. L’effetto del polimero, infatti, è a tempo, proprio come la carrozza e il vestito di Cenerentola. Dopo sole 24 ore infatti il reticolo si stacca da solo rendendo necessaria una nuova applicazione o l’ennesima dura convivenza con i propri difetti. Inoltre, chiaramente, la nuova pelle per quanto perfetta, non risolve l’inestetismo che continua a esistere sotto di essa. E questa consapevolezza appare forse la più grande tutela per il lavoro del medico e del chirurgo estetico che ancora per un po’ non vedranno a rischio le loro professionalità. Tuttavia la nuova metodica sembra comunque rappresentare il futuro nella lotta a certe problematiche, pensiamo alla vitiligine a esempio o alla psoriasi, che necessitano di cure prolungate nel tempo che spesso non risultano risolutive.  E già si parla di nuove versioni dei polimeri “fabbricati” con il principio attivo già al loro interno per correggere e curare in maniera ancor più rapida ed efficace. Abbiamo parlato di Cenerentole e subito ce ne viene in mente un’altra favola, contenuta stavolta in un libro che fa parte della tradizione letteraria più antica del Sud Italia. Ci riferiamo a quel Lu cunto de li cunti recentemente rappresentato sul grande schermo da Matteo Garrone col suo “Il racconto dei racconti”. La novella in questione è quella intitolata “La vecchia scorticata“ e protagonista è una anziana donna che riesce con l’inganno a farsi passare per una giovane ragazza finendo poi a letto dal suo re, con la richiesta che l’atto amoroso si svolga sempre al buio. Il re curioso però non resiste e scostate le imposte, al mattino scopre di aver giaciuto con una donna la cui femminilità aveva da tempo ormai ceduto il posto alle insidie del tempo. Ecco, chissà se un giorno capiterà anche nella realtà di invaghirsi di una splendida ragazza o di un aitante maschio e vivere un sogno d’amore lungo una notte e poi scoprire, allo scadere delle 24 ore e con il distacco della pelle sintetica, di avere accanto una persona totalmente differente.