La menopausa vista dalla pelle

La difficoltà a diagnosticare l’inizio della menopausa sposta l’attenzione sui primi segnali che compaiono in pre e perimenopausa

Alcuni anni fa, una fotografa americana chiamata Jade Beall, lanciò in rete un progetto che l’avrebbe resa famosa. Il titolo era abbastanza suggestivo: A Beautiful Body Project, e rappresentava l’invito alle donne di tutto il mondo di pubblicare le foto dei loro corpi, senza paura, anche se a seguito di gravidanze, invecchiamento o menopausa, fossero andati incontro a trasformazioni, diventando ai loro stessi occhi brutti, imperfetti, sgradevoli e poco attraenti. La fotografa inizia ritraendo nuda se stessa, riuscendo in questo modo a liberarsi, riconoscersi e accettarsi per quello che il suo corpo era diventato. Da allora le sue foto hanno fatto il giro del mondo e tante altre donne si sono fotografate e, messa da parte la vergogna, hanno inviato le proprie immagini che sono così finite nel primo di una serie di libri che, oltre alle fotografie, raccontano storie che celebrano donne di tutte le età, in grado di accettare e amare il proprio corpo giorno dopo giorno, anno dopo anno. L’intento era contrapporsi alle immagini, ritoccate al computer, e ai modelli imposti dai mass- media, che spesso minano l’autostima e accentuano la fragilità e l’insicurezza, condizioni molto frequenti in alcune fasi biologiche della vita femminile. La menopausa certamente potrebbe essere una di queste. Il tema a lungo è rimasto un argomento tabù, discusso con difficoltà e talvolta imbarazzo, anche se, prima o poi, coinvolge oltre la metà della popolazione mondiale. Questo approccio oggi però sta cambiando, e a favorire una diversa considerazione della menopausa sono state centinaia di iniziative simili a quella di Jade Beall, ma soprattutto il fatto che sempre più donne di alto profilo hanno raccontato le loro esperienze personali, positive e negative, aiutando a rimuovere lo stigma che ancora la circonda. Gwyneth Paltrow, vincitrice di un Oscar, ha dichiarato di essere “solidamente in perimenopausa“, la transizione alla menopausa che può durare fino a 10 anni raccontando le sue emozioni e alcuni sintomi fisici, principalmente l’accelerazione del battito cardiaco prima di coricarsi. Cynthia Nixon, star della serie televisiva Sex and the City ha scritto di non aver vissuto la menopausa con tristezza perché “la libertà che deriva dal non essere più fertili è enorme”. L’impatto del caso di Angelina Jolie è stato ancor più forte. L’attrice nel 2015 si sottopose a un intervento chirurgico per rimuovere le ovaie e le tube di Falloppio a causa del suo alto rischio di cancro alle ovaie, che l’ha portata immediatamente in menopausa precoce. All’epoca aveva 39 anni e dichiarò che non avrebbe potuto più avere figli e di aspettarsi alcuni cambiamenti fisici, ma di sentirsi a suo agio con tutto ciò che le sarebbe accaduto, non perché era forte ma perché il tutto faceva parte della vita. Un altro caso a forte impatto mediatico fu quello Michelle Obama, ex prima donna americana, che nel 2020 ammise candidamente in pubblico che una volta aveva avuto una vampata di calore mentre volava sull’elicottero presidenziale e si era a lungo interrogata sulla opportunità e sui dubbi avuti nell’intraprendere una terapia ormonale sostitutiva. Dopo anni in cui è stata prescritta soprattutto per ridurre il rischio di malattie come l’osteoporosi, che sono legate a una minore quantità di estrogeni circolanti, e per alleviare le vampate di calore e altre fastidiose condizioni, dai primi anni del 2000 si è molto più cauti. Nel 2002, infatti, lo studio Women’s Health Initiative (WHI) pubblicò i risultati di uno studio su 16.600 donne americane di età compresa tra 50 e 79 anni. La metà di queste donne aveva assunto estrogeni orali combinati con progesterone per 5 anni e l’altra metà un placebo. Le prime mostravano un maggior rischio di cancro al seno, malattie cardiache, ictus, coaguli di sangue e incontinenza urinaria. Allarmati dai risultati, i medici smisero di prescrivere la terapia sostitutiva e le donne di chiederla. Molti medici quindi oggi sconsigliano la terapia estro-progestinica per le donne con una storia familiare di cancro al seno, o almeno di prendere la dose più bassa per il minor tempo efficace per fornire sollievo per le vampate di calore e i problemi del sonno. Le domande cui è difficile dare una risposta certa sono: quando inizia la menopausa e quando si dovrebbe iniziare ad assumere prodotti utili per ridurre le caldane, la sensazione di fatica, l’ansia, l’irritabilità, la depressione, la secchezza vaginale, il calo della libido, i disturbi del sonno? Sintomi per lo più dovuti ad alterate condizioni metaboliche e agli squilibri ormonali, specie il calo della serotonina. Il punto è che non esiste un test diagnostico per la pre-menopausa che peraltro è una fase naturale della vita e non una malattia. Se come alcuni affermano la menopausa dura solo un giorno, che tecnicamente coincide quando per 12 mesi consecutivi non ci sono state mestruazioni, le fasi precedenti, chiamate pre e perimenopausa, in genere vanno dai 3 ai fino ai 10 anni, e teoricamente dovrebbero caratterizzarsi per una riduzione regolare e costante degli estrogeni. In realtà, la maggior parte delle donne va incontro a fluttuazioni (i livelli medi di estrogeni possono anche essere più alti) e le improvvise tempeste ormonali sono le cause di molti dei disagi. Fra questi non vanno dimenticati alcuni sintomi dermatologici perché la pelle costituisce per gli estrogeni il maggiore organo bersaglio non riproduttore dell´organismo, in quanto partecipa al controllo dello spessore cutaneo tramite la proliferazione cheratinocitaria, stimolando i fibroblasti che producono collagene ed elastina, inibendo la lisi del collagene e regolandone la vascolarizzazione. Inoltre la cute è anche un organo immunocompetente, che protegge dall´ambiente esterno, in grado di registrare gli stimoli sensoriali, di eliminare le sostanze superflue, di controllare la termoregolazione, mantenendo l´equilibrio idrico e sintetizzando sostanze fondamentali per la propria integrità, soprattutto quella degli strati superficiali più esterni cioè lo strato corneo e il film idrolipidico che lo ricopre. La dermatologia valuta che si vada incontro a una riduzione di circa l´1% di collagene dermico all´anno (degenerazione e ipoproduzione delle fibre di collagene ed elastina per ipoattività dei fibroblasti; degenerazione basofila delle fibre elastiche; aumento delle proteinasi dermiche o MMP con aumento della quota di collagene di tipo III versus il tipo I con conseguente maggiore rigidità dermica, diminuzione dei GAG della matrice; aumento del dermatansolfato, minor rapporto fra condroitinsolfato e cheratansolfato), appiattimento della giunzione dermo-epidermica con ridotta maturazione dell´epitelio pavimentoso. Per diagnosticare l’inizio del percorso verso la menopausa, quindi, ci si può orientare non solo tramite la scomparsa temporanea o l’allungamento della distanza fra le mestruazioni, che diventano meno abbondanti, e sulla comparsa dei sintomi vasomotori, con l’ipotalamo che cerca di regolare la temperatura corporea provocando aumenti e sudorazioni ingiustificabili specie di notte, che rendono difficile il sonno. Anche la pelle può aiutare nella diagnosi perché la diminuzione di collagene dermico è correlata maggiormente alla precocità della menopausa piuttosto che all´età cronologica con la pelle che va incontro a una progressiva atrofia, secchezza, perdita di elasticità, lassità e fragilità. Il consiglio è che eventuali cure e la supplementazione di integratori abbia inizio fin dalla insorgenza dei primi fastidi, unitamente all’adozione di una dieta variata ed equilibrata, alla riduzione dell’alcol e del fumo, e di un sano stile di vita.