del Dott. Massimo Milani, MD – Direzione Medica ISDIN Italia
Facciamo il punto sulla Cheratosi attinica e su una nuova formulazione proveniente dalla Spagna che sembrerebbe efficace contro la patologia
La Cheratosi attinica (AK) è una lesione cutanea caratteristica delle zone foto-esposte ed è ormai unanimemente considerata una condizione pre-cancerosa che aumenta il rischio di sviluppo di tumori cutanei come il carcinoma squamo cellulare (SCC) e il carcinoma baso-cellulare (BCC). L’AK ha una prevalenza nella popolazione generale del 25% che aumenta con l’età, rappresentando una condizione patologica della pelle molto frequente nel soggetto anziano. Il principale fattore di rischio per lo sviluppo della AK è l’esposizione cronica al sole. Sono inoltre noti i principali meccanismi di danno al DNA cellulare indotto dalle radiazioni UV (UVA e soprattutto UVB). In particolare le radiazioni UVB sono in grado di alterare la struttura del DNA cellulare inducendo la formazione di composti noti come CPD (dimeri di ciclo-butano-pirimidina) e i 6-4 fotoprodotti. La formazione dei CPD è in grado di alterare la geometria della configurazione del DNA. Questo danno al DNA causa ritardo nella crescita e morte cellulare, mutazioni del genoma e trasformazione tumorale. A livello degli organismi unicellulari e nel mondo vegetale il processo di riparazione dei danni al DNA cellulare indotti dalle radiazioni UV è definito “foto riattivazione” ed è generato da un particolare enzima presente sia in organismi unicellulari come i batteri sia in organismi viventi pluricellulari: la fotoliasi (FL). La FL appartiene alla classe delle liasi che lega specificamente i filamenti di DNA danneggiati dall’esposizione UV. La fotoliasi presenta un’alta affinità per i CPD ai quali si lega reversibilmente e li ripara in modo specifico, rapido ed efficiente. L’enzima fotoliasi utilizza l’energia della luce visibile per riparare i danni da UV. Questo enzima non si trova nei mammiferi, compresi gli esseri umani, ma è presente in tutte le piante, i batteri e negli animali non placentati. è opinione dei ricercatori che i mammiferi placentati abbiano perso la capacità di produrre questo enzima circa 170 milioni di anni fa. Per questo motivo, gli uomini e gli altri mammiferi sono particolarmente vulnerabili ai tumori provocati dai raggi UV del sole, mentre il resto del regno animale – insetti, pesci, uccelli, anfibi, marsupiali e persino batteri, virus e il lievito – hanno mantenuto la capacità di riparare questi danni. Eryfotona AK-NMSC (ISDIN Spagna) è un dispositivo medico disponibile in formulazione crema o fluid e contiene fotoliasi, un enzima con azione di riparazione del DNA e filtri UV ad alta protezione veicolati in liposomi (Repairsomes™). Eryfotona AK-NMSC è indicato nel trattamento di campo cancerizzazione in pazienti con cheratosi attinica (AK) o tumore della pelle non-melanoma (NMSC). Come si è visto in precedenza la Fotoliasi è un enzima che riconosce e ripara direttamente il danno indotto dai raggi UV al DNA. Il più comune danno UV indotto al DNA è la formazione di dimeri ciclobutano pirimidina (CPD). Studi sperimentali sia nell’animale che nell’uomo hanno dimostrato che l’applicazione topica di fotoliasi è in grado di riparare i CPD che si sono formati nella cute dopo esposizione solare. L’azione della fotoliasi infatti non è specie-specifica. Studi clinici che hanno valutato l’effetto sia a livello istologico che di espressione genica dopo l’applicazione di Eryfotona AK-NMSC hanno mostrato un potenziale beneficio nel trattamento del campo cancerizzazione in pazienti affetti da AK. In particolare l’utilizzo di Eryfotona AK-NMSC migliora l’aspetto del campo di cancerizzazione valutato tramite microscopia confocale, istologia e dermoscopia. Eryfotona AK-NMSC migliora l’espressione del gene p53 a livello dei cheratinociti presenti nel campo di cancerizzazione. Più recentemente è stato dimostrato che in soggetti con AK, trattati con Eryfotona AK-NMSC crema si osserva a livello del campo di cancerizzazione una normalizzazione dell’espressione di geni come il CPI 17 che sono coinvolti nel controllo della espressione dei cheratinociti. L’utilizzo in clinica di Eryfotona AK-NMSC sia in crema che in fluido, applicato 2 volte al giorno (al mattino e al pomeriggio) si accompagna anche da un punto di vista clinico ad un miglioramento sia delle lesioni di AK che delle zone circostanti, spesso caratterizzate da segni di danno attinico. In questo articolo riportiamo una serie di casi di pazienti con lesioni da cheratosi attinica o NMSC trattati con Eryfotona AK-NMSC, sia come trattamento coadiuvante o come unico trattamento. Eryfotona AK-NMSC veniva applicato due volte al giorno (in crema o formulazione fluida). I casi valutati hanno tutti una documentazione fotografica eseguita prima e dopo trattamento. La documentazione fotografica delle lesioni cutanee al basale e dopo il trattamento Eryfotona è stata ottenuta in tutti i casi con una fotocamera ad alta definizione digitale. I pazienti, con lesioni da cheratosi attinica multiple del cuoio capelluto o del viso con o senza NMSC sono stati trattati per una media di 1-3 mesi. Le immagini prima e dopo il trattamento di questa serie di “case report” mostrano un notevole miglioramento del campo di cancerizzazione e delle lesioni. Questa serie di “case-report” supporta l’efficacia clinica di Eryfotona AK-NMSC nel trattamento del campo di cancerizzazione e delle lesioni attiniche nei pazienti con AK. Eryfotona AK-NMSC è attualmente un prodotto topico unico e peculiare per l’approccio terapeutico della Cheratosi attinica, caratterizzato dalla presenza della fotoliasi (fotoriparazione) e dalla presenza di filtri solari ad alta protezione (fotoprotezione). I dati clinici a oggi disponibili dimostrano che nei soggetti con cheratosi attinica e/o tumori cutanei non-melanoma Eryfotona AK-NMSC può essere considerato un ausilio terapeutico sia come prevenzione sia come trattamento coadiuvante ai trattamenti specifici.
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