La crio chirurgia in una tasca

Un professionista ci illustra l’utilizzo di un nuovo dispositivo per effettuare la crioterapia portatile nella pratica clinica dermatologica

Dott. Gionata Buggiani
del Dott. Gionata Buggiani, Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia e Venereologia

La crioterapia è una metodica terapeutica semplice e di rapida esecuzione, con la quale è possibile risolvere alcuni quadri patologici che costituiscono il “pane quotidiano” di molti dermatologi clinici. Come ormai umanimamente riconosciuto, le lesioni che beneficiano del trattamento crioterapico vanno dalle verruche virali ai molluschi contagiosi, dalle cheratosi seborroiche alle attiniche, dalle lentigo solari ai fibromi penduli. L’azoto liquido (-196°C) è oggi il criogeno più usato, e permette la tecnica a bastoncino (oggi sempre meno usata), la tecnica spray e quella mediante sonde a contatto. Recentemente è stato introdotto in crioterapia l’uso del protossido d’azoto (-89°C) come gas refrigerante. Il vantaggio di questo gas è che, potendo essere sigillato in bombole/cartucce di piccole dimensioni, consente la messa in commercio di apparecchiature portatili di proporzioni molto ridotte e assai maneggevoli. Ho utilizzato un dispositivo portatile per crioterapia a protossido d’azoto, di recente commercializzazione (CryOmega®- Gieffe srl), su un campione di dieci pazienti, per un totale di 53 lesioni. Di questi pazienti, due sorelle, di 14 e 12 anni, sono state sottoposte a trattamento per verruche volgari plantari (6 lesioni in totale) recidivate dopo trattamento locale con acido salicilico e collodio elastico; tre soggetti sono stati trattati per verruche volgari palmari (totale 23 lesioni): uno di questi, in particolare, presentava 11 verruche sulle falangi distali delle dita della mano destra e 6 sulle dita della mano sinistra; una paziente di 61 anni presentava cheratosi seborroiche diffuse su tronco e collo, per un totale di 13 lesioni; due soggetti sono stati trattati per fibromi penduli ascellari (totale 5 lesioni); un bambino di 6 mesi presentava due molluschi contagiosi della regione scapolare destra; un ragazzo di 24 anni, infine, presentava 4 verruche piane nella regione del mento. Tutti i pazienti (e la madre del bambino con molluschi contagiosi) sono stati adeguatamente informati riguardo alle loro patologie e alle varie alternative terapeutiche a disposizione per ogni singolo caso, e hanno accettato di essere sottoposti a crioterapia.

Il tempo di congelamento per ogni lesione è stato di 10 secondi, in accordo con quanto indicato nelle specifiche tecniche dello strumento e in modo tale da standardizzare la procedura anche a fronte del trattamento di condizioni patologiche diverse. Nessun soggetto è stato sottoposto ad anestesia locale prima del trattamento, e nessuno ha lamentato dolore o fastidio durante l’applicazione. Al follow-up, dopo tre settimane dalla procedura, 6 pazienti mostravano risoluzione completa del quadro clinico. Un paziente trattato per fibroma pendulo ascellare mostrava un residuo necrotico, facilmente rimosso dopo lieve trazione. Due pazienti con verruche volgari palmari hanno esplicitamente richiesto la diatermocoagulazione delle lesioni rimaste, mentre per una delle due sorelle con verruche plantari è stato necessario procedere ad una seconda crioterapia di una lesione del tallone, questa volta trattata mediante congelamento di 15 secondi, che ne ha comportato l’eradicazione. Alla fine dello studio posso affermare che il nuovo dispositivo per crioterapia a base di protossido d’azoto sembra mantenere un’efficacia terapeutica paragonabile a quella degli analoghi ad azoto liquido ma, rispetto a questi, ha degli indiscutibili vantaggi: è rapido e pratico, perché immediatamente disponibile; sta in una normale borsa da lavoro; è economicamente molto conveniente poiché la quantità di protossido di azoto contenuto nel dispositivo permette un elevato numero di trattamenti. Vorrei infine sottolineare che la metodica, assolutamente indolore e molto rapida, è una risorsa unica per trattare i bambini che non sono in grado di tollerare il dolore indotto da altre metodiche. Ne consegue che anche i colleghi che hanno la possibilità di utilizzare apparecchiature laser ed elettro/radiobisturi possono trovare nella crioterapia portatile un alleato prezioso.

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In alto alcuni degli inestetismi che possono essere rimossi con la crio chirurgia. A sinistra una Lentigo solare. A destra una verruca plantare