di Maria Cristina Bonghina
I cambiamenti climatici, specie il freddo, possono attivare sintomi e fastidi tipici di una pelle ipersensibile che necessita attenzione e detersione delicata.
Il nostro virtuale viaggio nel mondo della detersione affronta oggi alcune condizioni che non possono configurarsi come patologie cutanee. Parleremo infatti di alcune situazioni che possono verificarsi e che portano gli individui, soprattutto le donne, a lamentarsi di fastidi che, in maniera molto generica e soggettiva, rientrano nel concetto di aumento della sensibilità cutanea. L’Italia non è diversa dagli altri paesi europei e anche da noi circa il 50% delle donne lamenta di avere una pelle sensibile, una condizione sub-clinica in cui la pelle risponde in modo abnorme a farmaci, cosmetici e detergenti. Vari studi hanno provato a definire i parametri biofisici specifici di questa diffusa percezione, che in termini biologici è caratterizzata dall’assenza di segni macroscopici e visibili di irritazione. Si tratta infatti di una valutazione per lo più soggettiva che si manifesta con prurito, bruciore e pizzicore, oltre a una sensazione di pelle tesa.
Anche il cosiddetto “stinging test”, effettuato con una soluzione concentrata di acido lattico (10%) sulle pieghe naso-labiali, utilizzato spesso come metodo di screening di prodotti specificatamente formulati, è di fatto poco obiettivo e certo. L’occhio del dermatologo esperto riconosce nella pelle ipersensibile, rispetto a una pelle normale, un minor turgore e una lieve forma di disidratazione e forse una predisposizione a eritema e a dilatazione cronica dei capillari. Parlare però di pelle sensibile è sempre solo un modo facile per suggerire alla paziente più cura e attenzione per la propria cute. Diverso, evidentemente, il caso in cui la pelle risulti fortemente disidratata con una particolare reattività nei confronti degli stimoli esterni. Ricorrere allora alla definizione di pelle ipereattiva ha più un valore di allarme, con forte valenza preventiva nei riguardi di diversi fattori, di norma comuni e talvolta concomitanti come gli agenti atmosferici, una detersione aggressiva, cosmetici non idonei, farmaci, allergeni. Ora che è inverno, soffermiamoci però proprio sui semplici mutamenti di temperatura che la pelle in condizioni normali dovrebbe poter compensare senza problemi. È assodato che il clima freddo e secco, tipico della stagione invernale, induce un peggioramento della sensazione di secchezza cutanea e di tiraggio della pelle, in particolare quella del viso e di altre parti normalmente scoperte, come le mani. Ciò è probabilmente dovuto a una riduzione della produzione di sebo e a una temporanea insufficienza della barriera cornea. Il freddo causa la restrizione dei vasi sanguigni, con conseguente disidratazione, soprattutto quando c’è molto vento.
I sintomi cutanei più noti sono il naso rosso, le labbra screpolate, la pelle del viso che tira e gli occhi che lacrimano. Senza dimenticare che d’inverno lo strofinio degli indumenti e la maggiore traspirazione possono anche indurre squilibri del corretto turn-over cellulare. Si potrebbe obiettare: basta mantenersi al caldo e tutto torna normale. Questo non è sempre vero, specie se ad aggravare la ipersensibilità cutanea indotta dal freddo si aggiunge l’influenza di alcune sostanze inquinanti, sia outdoor che indoor. L’inquinante esterno più studiato è l’ozono, che oggi è il maggiore pericolo nelle aree urbane essendo una delle specie chimiche maggiormente reattive con cui la pelle entra in contatto. Per il suo potere ossidativo può contribuire a danneggiare lo strato corneo, favorendo l’ossidazione dei lipidi e delle proteine degli strati più superficiali e la deplezione delle vit. C ed E, agenti antiossidanti fisiologici. In inverno si può arrivare anche a stati estremi di fissurazioni e screpolature in cui è fondamentale intervenire per prevenire eventuali infezioni secondarie o condizioni estreme come la rosacea e la dermatite atopica che risultano chiaramente peggiorate nel periodo freddo e secco. Mantenere un buon livello di idratazione, contenere le crisi di grattamento e impedire, anche in questo caso, l’insorgenza di infezioni fa parte di ogni corretta strategia preventiva. Ad aggravare la situazione possono però esserci allergeni indoor, presenti in detergenti aggressivi, detersivi e cosmetici contenuti in confezioni molto rassicuranti. Fra i più irritanti ci sono i saponi per superfici o stoviglie, da bucato a mano o in lavatrice, lucidi da scarpe, trattamenti per i mobili e altri prodotti simili che possono contenere metalli pesanti, sostanze acide o alcaline, che nel tempo sono causa di fastidiose reazioni irritative, specie nelle casalinghe. In parole semplici si viene a determinare un circolo vizioso: se il film idrolipidico è danneggiato e non più impermeabile allora la pelle diventa ancor più bersaglio dei metalli pesanti – come nichel, cobalto e cromo – contenuti nei detersivi e in molti detergenti per la casa.
Ma non va trascurato nemmeno l’effetto dei saponi che abitualmente utilizziamo per la nostra igiene quotidiana. Una detersione aggressiva come quella che si ottiene ricorrendo ai comuni saponi può compromettere la capacità di interdire la penetrazione di sostanze esogene, aggravando o ponendo le basi per lo sviluppo dell’ipereattività caratteristica della cute sensibile e di specifiche dermopatie o di una dermatite irritativa da contatto. Quasi superfluo dire, quindi, che in caso di una condizione pur temporanea di ipersensibilità c’è bisogno di una particolare attenzione agli ingredienti funzionali e agli additivi specie se destinati a permanere sulla pelle. Inoltre seppure sia obbligatorio indicare in etichetta, nell’elenco INCI, gli allergeni che superano una certa concentrazione nel prodotto finito, chi ha la pelle sensibile è spesso più intollerante, anche ai conservanti. In conclusione, nel caso di una pelle ipersensibile al freddo o a condizioni concomitanti che ne possono aggravare la sintomatologia soggettiva, è fondamentale una detersione equilibrata e rispettosa dei parametri e delle caratteristiche cutanee. Quindi vanno suggerite formulazioni efficaci ma delicate, in grado di detergere nella maniera meno aggressiva possibile.