Invecchiamento e reazione di Maillard

della dott.essa Cinzia Ventrice, Scienze e Tecnologie Cosmetologiche, Servizio di Fisiopatologia Cutanea IDI – Roma

L’invecchiamento cutaneo come somma delle interazioni fra genoma e fattori ambientali trova nella biochimica cellulare elementi chiarificatori  

C’è un dato universale che accumuna tutte le società: non esiste cultura al mondo che accetti il corpo così come viene donato da Madre Natura. L’antropologo francese Gennep, scrive che il corpo umano “è stato trattato come un semplice pezzo di legno che ciascuno dispone e sistema a suo modo, si è tagliato ciò che eccedeva, si sono perforate le pareti, si sono incise le superfici piane seguendo, talvolta, i capricci dell’immaginazione. Esso diventa così entro certi limiti materia malleabile, da personalizzare secondo schemi culturali o individuali attraverso cui gli uomini possono scrivere la loro storia, la vocazione, i loro disagi, le gioie e il dolore”. Il corpo disegnato, inciso, scolpito, modellato quasi l’uomo volesse sancire con queste operazioni il suo distacco dalla natura, marcarne la differenza per spostarlo sul terreno della cultura. In una parabola di crescita, sviluppo e decadenza fisica che, attraverso progetti e aspettative diverse, ogni cultura attribuisce alle varie fasi della vita. Il corpo però non dovrebbe essere considerato distaccato dalla mente e neppure dal contesto sociale in cui vive. Molti sistemi di cura tradizionali hanno un carattere olistico e la concezione del corpo risponde a quella conosciuta come Mind Full Body, ovvero un corpo cosciente, consapevole che si realizza al mondo sociale. L’invecchiamento cutaneo, nella sua forma legata rispettivamente all’età e ai fattori ambientali, come  somma delle interazioni tra l’espressione del genoma dell’individuo e le alterazioni causate dalla luce solare che la cute subisce nel corso della vita, ne è uno degli esempi più concreti. La cute, barriera tra organismo e mondo esterno oltre ad essere un organo con funzioni importanti, è infatti la linea che definisce la fine dell’organismo e l’inizio del mondo esterno. All’interno la cute ospita e protegge tutti i fenomeni fisiochimici necessari alla vita, partecipa attivamente alla vita dell’organismo e alle sue modificazioni, manifestandole spesso con variazioni dell’aspetto e con alterazioni della funzionalità. La cute invecchia come qualsiasi altro organo e deve quindi essere considerata come un particolare organo con reazioni metaboliche. Se infatti si esamina il metabolismo delle ghiandole diretto principalmente alla biosintesi dei lipidi, le sue sequenze sono più simili a quelle dei tessuti adiposi, e ancora le fasi metaboliche del muscolo pilo-erettore sono simili a quelle dei muscoli scheletrici, l’attività delle ghiandole sudoripare connesse con il trasporto di acqua e di elettroliti, sembra più vicina a quella renale che a quella dell’epidermide. Inoltre il metabolismo epidermico è rivolto alla sintesi di particolari proteine, cheratiniche e non, e l’organo cutaneo è strettamente connesso con gli altri organi e apparati. Prendiamo a esempio e come metafora biologica la cosiddetta reazione di Maillard.

invecchiamento_cutaneoSappiamo da diversi anni che la glicazione, insieme allo stress ossidativo, determina la formazione degli AGEs (advanced glication endproducts). La glicazione è una reazione chimica non enzimatica nella quale molecole di zucchero reagiscono nel sangue, fuori e dentro le cellule con proteine, dando luogo alla formazione di glicoproteine deformate e malfunzionanti. Il processo di glicazione determina la formazione di prodotti precoci della glicosilazione, detti basi di Shiff e prodotti di Amadori, che nel tempo subiscono lenti e complessi riarrangiamenti fino alla formazione dei ricordati prodotti avanzati della glicazione (AGEs). La maggior parte di loro si forma a partire da intermedi glicosilati in presenza di specie reattive dell’ossigeno. I prodotti di Maillard, oltre a derivare da prodotti glicosilati, si formano anche a partire da intermedi di derivazione lipidica, da cui poi si generano i prodotti avanzati di lipossidazione (ALEs). Gli AGEs alterano le proprietà chimiche di proteine, lipidi e DNA. Numerosi studi dimostrano come i fenomeni di glicazione modifichino la funzione dei fibroblasti e del collagene e di come essi siano influenzati dallo stile di vita e dal corretto uso di integratori nutrizionali. Sappiamo inoltre che gli AGEs si legano a particolari recettori sulla membrana cellulare, RAGE (receptor for age), inducendo stress ossidativo e promuovendo il processo di infiammazione. Il legame tra gli AGEs e i loro recettori induce l’attivazione intracellulare dello stress ossidativo, il quale a sua volta porta alla formazione di citochine, fattori di crescita e fattori di trascrizione, come il fattore nucleare kappa beta 1. Il legame AGEs- RAGE è un processo che tende ad autoamplificarsi: più AGEs si legano agli RAGE più recettori RAGE si sviluppano. Questo crea una sorta di circolare feedback positivo che determina un’importante danno tessutale. Gli AGEs agiscono come segnale cellulare promotore di una cascata di eventi distruttivi cellulari quando si legano ai RAGEs. Come conseguenza si ha un incremento della generazione di radicali liberi di 50 volte. D’altro canto lo stress ossidativo è spesso descritto come starter della formazione di AGEs. Una volta formati, gli AGEs possono direttamente indurre il cross linking del collagene, anche in assenza di glucosio e di reazioni di ossidazione ed essere quindi causa di dannosi effetti ubiquitari, che coinvolgono la funzione della matrice extracellulare, di ossa, tendini, cartilagini, denti, sistema cardiovascolare, muscolo scheletrico. Gli AGEs, insieme a numerosi altri fattori, influenzano la perdita di massa ossea tipica dell’avanzare dell’età e la riduzione della forza, e quindi dell’efficienza, nel muscolo scheletrico. La presenza di AGEs e RAGEs  nella cute influenza la formazione della matrice extracellulare e l’invecchiamento cutaneo. La glicazione del collagene è caratterizzata dai seguenti passaggi: reazione del glucosio con la lisina; formazione base di Shiff; prodotto di Amadori. E qui torniamo al necessario rapporto con l’esterno al nostro corpo. Diversi studi epidemiologici  hanno documentato come una alimentazione sana, vada a espletare un effetto protettivo contro le patologie degenerative. Le difese antiossidanti endogene non sono infatti sufficienti per contrastare completamente il danno ossidativo indotto, l’effetto della supplementazione con antiossidanti di sintesi può risultare utile. Grande importanza, va perciò data a un programma preventivo per evitare la formazione e contrastare i radicali liberi, e alle sostanze in grado di interagire con la giunzione dermo-epidermica, con i fibroblasti, fibre di collagene ed elastina che rappresentano, dall’esterno, un punto fondamentale nella cosmetologia antiaging e nel danneggiamento foto indotto.