Parliamo ancora dell’inositolo per approfondire questa volta la sua efficacia nel trattare una delle principali patologie cutanee
Dott.ssa Maria Beatrice De Felici Del Giudice, Specialista in Dermatologia e Venereologia, Medico Dirigente e Responsabile Ambulatorio Acne e Annessi Cutanei c/o la Clinica Dermatologica dell’AOU Parma
Può apparire superfluo ricordare che l’acne volgare è una patologia infiammatoria che colpisce l’unità pilosebacea, interessando circa l’80% degli adolescenti, con un picco di incidenza tra i 14 e i 18 anni. Così come che nella sua patogenesi multifattoriale, riconosce quattro eventi patofisiologici maggiori: l’ipercheratinizzazione infundibolare, l’iperplasia delle ghiandole sebacee con ipersecrezione sebacea, la colonizzazione batterica da parte del Cutibacterium Acnes, l’infiammazione e reazioni immunologiche follicolari e perifollicolari. Per spiegare il razionale per cui una possibilità di intervento si riscontra con l’uso di integratori metabolici a base di inositolo, va però ricordato che durante la pubertà, si assiste ad un aumento della secrezione di ormone della crescita (GH) e secondario rilascio di insulin growth factor-1 che porta alla conseguente secrezione di androgeni gonadici e surrenalici. L’ipersecrezione sebacea in effetti è regolata fortemente dalla azione degli ormoni androgeni, tra cui, in particolare, il diidrotestosterone. Quest’ultimo viene prodotto a partire dal testosterone per mezzo della azione dell’enzima 5areduttasi, la cui attività è incrementata in alcune situazioni di squilibri endocrino-metabolici. Tutto ciò determina un’aumentata attività della ghiandola sebacea con conseguente possibile formazione di lesioni acneiche. In gran parte degli adolescenti si assiste successivamente a un riequilibrio dell’assetto ormonale con risoluzione, a volte anche spontanea, dell’acne. Esiste però una buona percentuale di soggetti in cui la manifestazione acneica può persistere fino all’età adulta oppure comparire tardivamente come forma late-onset, con importante impatto sulla qualità di vita dei pazienti. Queste forme di acne sono quelle più spesso legate a disordini di tipo endocrinologico e/o metabolico, in particolare la sindrome dell’ovaio policistico e i quadri di aumentata resistenza insulinica. Si tratta delle forme che mettono più a dura prova il dermatologo, spesso impegnato a destreggiarsi tra diverse possibili terapie, dermocosmetiche e farmacologiche. Parliamo ora dell’inositolo, un esa-idrossi-ciclo-esano scoperto nel lontano 1850 da Johann Joseph Scherer che lo isolò dal muscolo. Un tempo chiamato impropriamente vitamina B7, fu considerato parte del gruppo delle vitamine B. Delle 9 isoforme in cui può essere convertito mediante epimerizzazione dei gruppi idrossilici, le due che hanno una attività metabolica principale sono il Mio-inositolo e il D-chiro-inositolo. Il Mio-Inositolo è di certo quello più abbondante e distribuito in natura, dove si ritrova in tessuti animali e vegetali. Tra gli organi che ne contengono la maggiore quantità: il fegato, il rene, il cervello, la ghiandola mammaria e i testicoli. Il Mio-Inositolo può essere sintetizzato de novo a livello endogeno a partire dal D-glucosio e tale processo avviene primariamente a livello renale; il rene rappresenta anche l’organo maggiormente implicato nella regolazione delle concentrazioni plasmatiche di questa molecola. Tra gli alimenti più ricchi di Mio-Inositolo ritroviamo diversi vegetali, frutta secca, legumi, cereali e latte(1) ma la quantità di inositoli assunti con la dieta non è sufficiente per le molteplici attività. L’inositolo infatti risulta di fondamentale importanza in diversi processi metabolici e contribuisce al mantenimento dell’omeostasi cellulare, mostrando proprietà antiossidante e antiinfiammatoria e svolgendo un ruolo di neurotrasmettitore. E arriviamo finalmente a parlare dell’azione del Mio-Inositolo sull’acne: questa si esplicherebbe tramite una importante azione regolatrice a livello dei metabolismi sia glucidico che lipidico. A livello glucidico, infatti, regola e migliora gli stati di insulino-resistenza alla base della patologia infiammatoria. Il Mio-Inositolo inibisce infatti l’assorbimento glucidico a livello duodenale, dimostrando una affinità competitiva a livello dello stesso sistema di trasporto intracellulare(2). Inoltre, induce la traslocazione transmembrana del recettore del glucosio GLUT4, partecipando quindi all’uptake del glucosio, e riduce il rilascio di acidi grassi liberi dal tessuto adiposo; mostra poi una azione insulino-simile diminuendo i livelli ematici postprandiali di glucosio e favorendone la deviazione verso la produzione di glicogeno. Diversi studi negli anni hanno dimostrato come il miglioramento dell’insulino-resistenza e dell’HOMA index ottenuto grazie al trattamento con Mio-Inositolo, correli con una importante riduzione degli squilibri ormonali e metabolici delle pazienti affette da sindrome dell’ovaio policistico, potenziando anche l’effetto di altri farmaci di uso comune in questi quadri patologici, quali contraccettivi orali e metformina. Inoltre, molta attenzione oggi è concentrata sull’insulin growth factor-1, un ormone prodotto durante la fase puberale che induce la sintesi degli ormoni androgeni aumentando l’azione della 5areduttasi a livello cutaneo e promuovendo la sintesi e la proliferazione dei sebociti. Tale molecola aumenta in pazienti affetti da insulino-resistenza ed è stata dimostrata una correlazione diretta tra livelli sierici di insulin growth factor-1 e la presenza di acne in pazienti adulti di entrambi i sessi(3). Il Mio-Inositolo, quindi, non sembra esercitare un ruolo diretto sull’acne e ad oggi in letteratura non esiste nessuno studio con una evidenza scientifica forte(4). Nonostante ciò, l’esperienza clinica sembrerebbe orientare verso l’idea che una adeguata supplementazione di tale molecola, associata a una dieta a basso indice glicemico, possa migliorare alcune forme di acne, in particolare quelle di pazienti affette da sindrome dell’ovaio policistico o da alterato metabolismo glucidico/lipidico. In conclusione, il ricorso agli effetti metabolici del Mio-Inositolo, sarebbe giustificato da un lato perché riduce la produzione androgenica a livello sistemico e cutaneo, migliorando l’ipersecrezione sebacea, dall’altro, perché migliorando l’assetto ormonale, contribuisce a ridurre l’infiammazione cronica.