La Tinea Cruris, meglio nota come Prurito dell’Atleta, è una dermatofitosi che colpisce la zona tra lo scroto e le cosce e esordisce dopo una sudata
La Tinea Cruris è un’infezione micotica piuttosto diffusa, specie tra gli sportivi. I sintomi caratteristici sono l’arrossamento dell’area inguinale e un’estenuante sensazione di prurito, seguiti a volte da dolore. Questa dermatofitosi è anche conosciuta come prurito del fantino o prurito dell’atleta e riguarda prevalentemente lo strato superficiale della pelle. Provocata principalmente da miceti della specie Trichophyton ed Epidermophyton, frequenti delle pieghe nella pelle, affligge principalmente gli uomini a causa dell’umidità che si accumula nella zona tra lo scroto e le cosce. Difficilmente, però, si manifesta a livello dello scroto, e se lo fa è in forma piuttosto leggera, quanto piuttosto sulla faccia interna della coscia, per poi estendersi fino all’inguine, al perineo e alla regione perianale. L’infezione fa la sua comparsa solitamente d’estate o comunque nei periodi particolarmente caldi, in concomitanza con episodi di abbondante sudorazione o a seguito della frequentazione di ambienti umidi come le saune, gli spogliatoi delle palestre e delle piscine. Fattori predisponenti, oltre al sudore, sono gli abiti stretti poco traspiranti e le uniformi tipiche degli atleti ma possono influire anche condizioni quali obesità, difese immunitarie basse, variazioni del pH cutaneo, scarsa igiene e diabete. In condizioni normali i miceti responsabili dell’infezione sono del tutto innocui per l’uomo ma diventano pericolosi proprio nelle ricordate situazioni di debolezza dell’organismo. Fattore aggravante è la presenza concomitante di un’altra dermatofitosi, come la tinea pedis o la tigna del corpo. La trasmissione può avvenire con modalità diverse: attraverso lo scambio con soggetti infetti di abiti o asciugamanti, lenzuola, rasoi, pettini e altri oggetti comuni di igiene intima. Più raramente può essere causata da un contatto sessuale. Raramente, fonte del contagio possono essere anche gli animali o il contatto con il suolo. La fonte più comune dei funghi infettanti è comunque la tinea pedis con o senza onicomicosi. La diagnosi di Tinea Cruris è sufficientemente semplice, e nella maggior parte dei casi si basa sull’osservazione visiva della zona inguinale che, in caso di dubbi, può essere seguito da accertamenti effettuati al microscopio su un campione di scarificazioni cutanee, di tipo istologico e colturale. All’esame obiettivo si nota una tipica eruzione cutanea, spesso bilaterale, in cui si evidenziano piccole macule discoidi che tendono ad allargarsi in senso centrifugo, dai bordi squamosi sormontati da vescicole e arrossati. Allargandosi perifericamente, le lesioni hanno un aspetto ad anello e sono sempre più pruriginose. Il frequente grattamento messo in atto dal paziente per alleviare la sensazione di prurito può dar luogo a sovra infezioni, miliaria, macerazione o intertrigine da Candida, che spesso causano dolore. Proprio quest’ultima è una delle patologie prese in esame in diagnosi differenziale. L’infezione da candida viene esclusa in base alla sede della manifestazione cutanea che nel caso della Tinea Cruris è quasi sempre delimitata, mentre nella candidosi si osserva la presenza di lesioni satelliti, con possibile coinvolgimento dello scroto e del pene che risultano arrossati. Altre patologie considerate sono: la Dermatite da contatto; la Psoriasi; l’Eritrasma; il Lichen simplex cronico. Per quanto riguarda il trattamento, i farmaci antimicotici orali o applicati localmente sono in genere risolutivi. Dato che spesso l’infezione ha delle recidive, la terapia va continuata per alcune settimane dopo che le lesioni sono scomparse. Importante anche che durante il trattamento siano curate, se presenti, la tinea pedis ed eventuali onicomicosi. Infine, qualche consiglio per i fantini, i motociclisti, i ciclisti e gli altri atleti a rischio, onde evitare che la problematica possa ripresentarsi. Prima di tutto bisogna asciugare sempre molto bene la zona inguinale dopo un bagno caldo, l’esercizio fisico o durante una giornata particolarmente calda. La biancheria, rigorosamente in cotone, deve essere cambiata giornalmente, evitando il più possibile l’utilizzo d’indumenti aderenti o realizzati con fibre sintetiche tanto per la zona intima quanto per il resto del corpo,. Evitare infine in palestra la promiscuità di oggetti e strumenti con gli altri atleti e, nel caso sia evidente la propria contaminazione, avere cura di bollire i propri oggetti personali e sterilizzare mediante lavatura a secco, vestiti e biancheria utilizzando specifici prodotti disinfettanti e antimicotici.