Il futuro della dermoscopia è nell’avere un obiettivo

del Dott. Renato Rossi, Ricercatore

Una innovazione tecnologica applicata al videodermatoscopio può implementare esponenzialmente l’ingrandimento della cute

L’impiego della dermoscopia in dermatologia ha facilitato il riconoscimento clinico di diverse patologie cutanee, di natura oncologica, ma anche infiammatoria e infettiva. Tuttavia, nonostante i progressi nella qualità e nell’acquisizione delle immagini e nella loro codifica attraverso la ricerca di patterns e criteri, nella pratica dermoscopica quotidiana spesso ci si imbatte in casi di dubbia interpretazione. è indubbio che l’impiego di nuove tecnologie diagnostiche in vivo, non invasive come la microscopia confocale, ha implementato il potenziale diagnostico clinico delle lesioni cutanee. Una ulteriore risorsa per la diagnostica non invasiva, arriva dalla optical super high magnification dermoscopy (O.S.H.M.D), una tecnologia che rende possibile riconoscere singolarmente le cellule pigmentate della cute e gli eritrociti all’interno dei vasi sanguigni delle papille, con un ingrandimento reale prossimo alla sezione istologica del patologo. Benché l’istopatologia rimanga il gold standard nella diagnosi delle lesioni melanocitarie, l’osservazione di migliaia di immagini in O.S.H.M.D e il confronto con la microscopia confocale e con l’istologia, ha permesso di definire un’iconografia dell’alto ingrandimento, utile per la ricerca di pattern e riferimenti diagnostici di lesioni in vivo.

Di fatto, la O.S.H.M.D rappresenta un secondo step dermoscopico: basta sostituire l’ottica e modificare il settaggio del videodermatoscopio per ottenere, in meno di 10 secondi, un ingrandimento ottico diretto delle immagini dermoscopiche a 170x, 240x, 300x e 400x. Acquisire con la pratica questa iconografia dermoscopica, da una parte può facilitare l’interpretazione delle immagini a 20X, dall’altra offre aspetti dermoscopici inediti utili alla diagnosi. Come per ogni nuova metodica, sono in corso più approfondimenti e studi di validazione di questa nuova dimensione dermoscopica ma le prime osservazioni sono più che promettenti.