a cura di Silvia Ferrari
Per vendere una saponetta non si dice più che pulisce a fondo ne che toglie lo sporco. Oggi questo sembra banale e non aumenta le vendite. Allora questo vecchio strumento per l’igiene deve arricchirsi di funzioni che lo rendono speciale, di odori che lo trasformano in un cosmetico, di promesse che lo fanno apparire un prodotto meno comune. Eppure il motivo principale all’acquisto dovrebbe essere ancora quello della detergenza e della pulizia. Vale la pena allora spendere di più? Qualche goccia di fraganza può giustificare una spesa maggiore ? Per capirlo abbiamo letto una ricerca della rivista americana Consumer Report e l’abbiamo verificata sugli stessi prodotti presenti nel mercato italiano, tenendo conto dei prezzi a cui le stesse saponette si vendono da noi.
In fatto d’igiene personale molte sono le proposte che ci arrivano dai maghi della pubblicità. Detergenti sintetici che lasciano meno schiuma del sapone, saponi senza profumi o ai profumi esotici o ai frutti tropicali (ultimo il frutto della passione) o che si intonano con l’arredamento in tonalità che vanno dal crema perla , al rosa pallido, al nero, o che si adattano al proprio segno zodiacale. Molti produttori si pubblicizzano promettendo “la pelle più morbida e profumata ; una “esperienza rinfrescante” o anche un beneficio per “l’energia del corpo”. Altri fanno virtuose affermazioni circa l’assenza di test sugli animali . La ragione dietro alla maggior parte di queste diversificazioni riflette, bisogna dirlo, il tentativo di trasformare il sapone in un cosmetico, con un evidente e consistente aumento del prezzo da pagare. La classica saponetta da bagno , quella che una volta era bianca e mandava una leggera fragranza di pulito , sembra essere divenuta una comodità, un oggetto per cui non vale la pena spendere in pubblicità, ma alla resa dei conti , continua a vendere bene indifferente alle mode e suggestioni del mercato. Per capire se vale la pena di spendere qualche soldo in più e per evitare di essere presi in giro, esaminiamo alcuni dei concetti su cui si fonda la pubblicità dei saponi per le mani e per il viso che , dimenticando di dire una cosa naturalmente ovvia: puliscono bene, si propongono con etichette ricche di importanti funzioni o seducenti caratteristiche.
Sapone idratante
Contenere una sostanza o un certo quantitativo di crema idratante può non significare molto, infatti, alcuni degli elementi idratanti nel sapone vengono lavati via dall’acqua, e il resto va via quando ci asciughiamo. Talvolta un prodotto contiene un ingrediente più come richiamo che per il suo effetto: l’aloe vera , per esempio, spesso compare nella etichetta ma non essendo specificata la quantità probabilmente non ce se ne può aspettare molto. Infatti queste saponette non lasciano le mani di coloro che lo usano in condizioni migliori di altri saponi.
Sapone deodorante
I saponi disinfettanti hanno ingredienti attivi per uccidere i germi mentre i saponi deodoranti aggiungono solo una dose più forte di fragranza per coprire gli odori. Infatti è superfluo ricordare che tutti i saponi sono in grado di portar via i germi con lo sporco e il sudore e che questo sia il modo in cui il cattivo odore scompare. Provate un piccolo test : dopo aver tagliato una cipolla lavatevi le mani con un sapone che vi promette specificatamente di rimuovere gli odori, poi un altro giorno fate lo stesso usando però un sapone normale, o anche i sapone per i piatti. Vi accorgerete che non c’è quasi nessuna differenza.
Sapone ipoallergenico
Questo aggettivo sta ad indicare che il produttore ha studiato se il cosmetico scatena reazioni allergiche. Vale la pena però ricordare alle persone dalla pelle sensibile che i più conosciuti irritanti sono profumi, pertanto i saponi meno allergenici sono solo quelli senza fragranze. L’indicazione ” non profumato” garantisce solo che il prodotto non emana alcun profumo, ma ciò non esclude che esso possa contenere lo stesso delle fragranze. Alcuni prodotti “non profumati” le usano per mascherare gli odori sgradevoli di alcuni componenti.
Sapone per pelli sensibili
Le aziende dovrebbero specificare su quali studi effettuati , su quali test, si fondano queste affermazioni
“Non testato su animali”: il ricorso a test sugli animali è molto comune e non esistono regole a proposito che indichino alternative. Una azienda che afferma di essere contraria ai test sugli animali potrebbe essere contro di essi, ma farli tuttavia. Una ditta che afferma di non fare esperimenti sugli animali potrebbe comprare materie prime da un fornitore che a sua volta, invece, li fa . La maggior parte degli ingredienti usati nei cosmetici sono infatti testati su animali . Attenti allora alla dicitura “Questo prodotto è stato sviluppato senza test sugli animali”. Potrebbe anche essere vero , ma guardando la lista degli ingredienti, ci si accorge che, se non tutti , molti degli ingredienti , individualmente , sono stati testati su animali. Il trucco per non mentire può consistere allora nel non elencare gli ingredienti.
Test:il gruppo di esperti americani della Consumer Union hanno spalmato su ogni mano un miscuglio vischioso di baby-oil e argilla in polvere . Successivamente, usando acqua moderatamente dura hanno preso tutto il tempo e il sapone di cui pensavano di aver bisogno per pulirsi. Dopo una pausa di 10 minuti , odoravano le proprie mani per vedere se il profumo del sapone si protraeva. Aprendo e chiudendo la mano , più volte, valutavano la sensazione di tensione della pelle. Ad ogni lavaggio andava annotata quanta schiuma ogni sapone generava. Ogni volta che i tecnici si lavavano le mani, le saponette venivano pesate per vedere quanto prodotto era stato consumato. Basandosi su queste misurazioni, sulla grandezza del prodotto e sul costo, è stata assegnata una valutazione su una scala che andava da 1 a 5.
Una ultima indicazione veniva da una osservazione comune: la maggior parte delle persone lasciano le saponette nel portasapone, dove c’è sempre un pochino di acqua tra un uso e l’altro. La valutazione dell’assorbimento dell’acqua da parte di ogni saponetta è stata considerata indice della durata della saponetta : più assorbe più velocemente si consuma.
Lavarsi le mani conviene
In ogni momento della giornata le nostri mani possono ospitare una grande varietà di microrganismi, virus e batteri. In maniera consapevole o meno, tocchiamo tante cose che altre persone hanno toccato prima e che possono essere ricche di germi e fonte di malattie . Poichè è impossibile rendere le nostre mani completamente sterili, e non si può certamente diventare ossessionati dall’idea che gli individui e gli oggetti che ci circondano siano tutti potenziali untori, confortiamoci all’idea che lavandoci efficacemente le mani contribuiamo a ridurre il numero delle occasioni che provocano le infezioni.
Queste alcune regole per far sì la detersione sia anche una misura di prevenzione:
* usare il sapone: L’acqua da sola lava via soltanto lo sporco visibile. Il sapone dissolve gli oli della pelle a cui si attaccano i batteri e i virus. Attenzione però ai saponi troppo aggressivi, con un PH diverso da quello naturale , che è compreso fra 4,5 e 6,5, .
* sfregare vigorosamente: L’azione meccanica dello sfregamento aiuta ad eliminare più batteri e virus. Lo strofinarsi le mani per una decina di secondi con sapone e acqua è sufficiente,dice Robert Betts, M.D. professore di medicina allo Strong Memorial Hospital di Rochester, New York.
* fare particolare attenzione alle zone nascoste: pulite le aree sotto le unghie , intorno alle cuticole, tra le dita e sotto gli anelli, che possono ospitare un alto numero di microrganismi.
*lavare con costanza: si dovrebbero lavare le mani ogni volta che si finisce di usare il bagno, dopo aver stretto la mano o avuto contatti con una persona malata , toccato pesce crudo, carne o pollame.