La pelle quando ben idratata si stende, assumendo un aspetto privo di rughe e più sano. Di contro la saturazione di liquidi può causare l’effetto inverso
Quante volte al mare, quando eravamo bambini, i nostri genitori ci hanno raccomandato di uscire dall’acqua non appena i polpastrelli delle dita di mani e piedi diventavano raggrinziti? Si tratta di una raccomandazione comune che, nonostante trovi per lo più una spiegazione di tipo tradizionalistico, ha in realtà anche un fondamento scientifico. La pelle delle dita si increspa nel momento in cui essa raggiunge la saturazione di acqua. Lo strato corneo, infatti, quando è in “ammollo” si espande creando le classiche pieghette. Ma allora, verrebbe da chiedersi, come mai ciò non avviene sull’intera superficie del corpo? Soprattutto se si resta in acqua per diverso tempo o se si abusa nell’utilizzo di prodotti idratanti? Il motivo è legato allo spazio: la pelle del corpo ha una superficie più ampia, rispetto a quella delle estremità, per espandersi nelle 4 direzioni e di conseguenza il fenomeno non è osservabile a occhio nudo a meno che la pelle non risulti “costretta” in ambienti limitati. Non a caso, se teniamo un piede umido all’interno di uno scarpone ben stretto, a raggrinzirsi sarà l’intera superficie del piede e non solo le dita. Questo fenomeno di espansione aiuta bene a capire anche perché sia sempre raccomandabile una corretta idratazione della pelle. Ancor prima che la cute risulti satura di acqua, il fenomeno dell’allargamento avviene lo stesso anche se in forma minore, provocando una dilatazione e quindi uno stendimento dei tessuti che nell’immediato si configura come un’assenza di rugosità. Una pelle ben idratata è infatti tesa ma morbida, sintomo che la tensione non avviene per cause meccaniche esterne bensì per un fenomeno interno alla stessa, dando quell’aspetto “salutare” che tanto associamo al concetto di benessere. Di contro, una pelle arida, non idratata, per non dire secca, tende invece a risultare meno elastica, meno propensa a questa dilatazione e quindi se sollecitata può vedere l’insorgere di fissurazioni o spaccature. La disidratazione, poi, se molto elevata oltre che a danni sulla pelle può comportare delle gravi disfunzioni nell’organismo: provoca la diminuzione del volume totale di sangue, che comporta un affaticamento del cuore e rischiosi cali di pressione. Inoltre, l’organismo, cercando di preservare le proprie riserve di acqua blocca la sudorazione, comportando un aumento della temperatura corporea e un susseguente rallentamento delle normali attività biologiche. Ma attenzione, anche se la parola d’ordine soprattutto nel campo medico estetico, è diventata negli ultimi anni “Idratare, idratare, idratare il più possibile”, anche di troppa idratazione si può star male. L’iperidratazione, infatti, può anche essere pericolosa. Essa è provocata da un aumento dell’acqua extracellulare che si evidenzia soprattutto nel compartimento interstiziale dando vita agli edema. A causarla possono essere patologie come l’insufficienza renale o cardiaca, l’ipoproteinemia (causata a sua volta da malnutrizione o conseguenza della cirrosi epatica), o malattie endocrine che coinvolgono gli ormoni dell’aldosterone e vasopressina. A volte, invece, può essere causata anche da una intossicazione dovuta a una spropositata ingestione di acqua che può portare a una diminuzione della concentrazione di sodio ematico. Come gestire il proprio corpo e non esagerare con l’idratazione? Come sempre il consiglio da dare al paziente che si rivolge al dermatologo per chiedere lumi al riguardo, è quello di trovare una giusta misura nelle proprie abitudini quotidiane tenendo conto che le esigenze variano da individuo a individuo e devono tener conto di fattori quali l’età o la presenza di condizioni patologiche. Bere troppo e in ogni momento, come visto, non sempre è la scelta più indicata, così come la regola del “bere solo quando se ne ha voglia”, molto in voga, e che sottenderebbe una perfetta sincronicità tra carenze organiche e stimolo della sete, può a volte non tener conto delle abitudini e dello stile di vita dell’individuo: chi è disabituato a bere acqua non sentirà lo stimolo neanche quando è stato per ore al sole mentre la sua pelle invoca pietà! In generale, in una persona sana, l’apporto di liquidi dovrebbe essere pari a 3,5 volte il peso ideale, in inverno, mentre è consigliabile una maggiore quantità di liquidi d’estate. Chi pratica dello sport regolarmente, di massima, ha bisogno di un più elevato apporto di liquidi, così come chi lavora o comunque trascorre lunghi periodi della giornata in ambienti molto caldi. L’acqua andrebbe poi assunta a piccoli sorsi nel corso dell’intera giornata in quanto bevute estreme nel breve periodo vengono espulse con maggiore rapidità dai reni. Bere durante i pasti va bene ma senza superare uno o due bicchieri per non affaticare la digestione. D’estate per contrastare la perdita di sali minerali che avviene con la sudorazione sarebbe da preferire una acqua più mineralizzata, mentre in inverno oligominerale. Chi soffre di ipertensione dovrebbe evitare acque ricche di sodio, mentre chi fa sport dovrebbe preferirle. Per idratare correttamente il corpo, poi, bisogna consumare la giusta quantità di verdure, frutta, zuppe, minestroni, ma anche tisane, tè e infusi. Insomma le regole sono tante ma non difficili da seguire e avere un corretto quantitativo di acqua nel corpo equivale sicuramente al mostrare anche un aspetto esteriore migliore. E a proposito di esteriorità, anche per ciò che concerne gli strati più superfciali della cute, il discorso non cambia.
Idratare correttamente la pelle, nutrendo nel modo appropriato il suo film idrolipidico equivale a creare una epidermide più resistente agli attacchi degli agenti esterni, rendere meno aggressivo e prevenire l’aging contrastando i meccanismi insiti nel processo di invecchiamento cutaneo e, infine, preservarne la morbidezza e l’elasticità nel tempo. Anche in questo caso, non esistono regole, se non di massima, che vadano bene per tutti. Ogni individuo è diverso dall’altro e così le esigenze della sua pelle variano a seconda di parametri variabili come il suo specifico pH, l’esposizione continuata o meno agli agenti atmosferici, la presenza o meno di patologie che tendono a seccarla o la rendono fragile, l’utilizzo o meno di farmaci e i loro effetti collaterali, il quantitativo di sebo, il sesso, la zona del corpo di riferimento ecc… Zone come viso, collo e decolleté, e al loro interno quella del contorno occhi, sono ad esempio più delicate ma anche maggiormente esposte agli agenti climatici esterni e all’esposizione solare e abbisognano di particolari cure e di una protezione dai raggi solari, diverse da quelle di cui necessitano aree più “spesse” come quella dei piedi, delle mani e delle ginocchia. Se la causa della pelle secca è da attribuirsi invece alla carenza di sebo, fondamentale insieme all’acqua per un corretto funzionamento del film idrolipidico, allora bisognerà riportarne la percentuale in equilibrio con quella dell’acqua; così come nel caso la pelle risulti secca per un danno alla barriera, allora sarà essenziale “curarne” le crepe intervenendo sulle cause all’origine del suo malfunzionamento e “rattoppando” con sostanze specifiche i suoi eventuali buchi. Per questo le formulazioni più adatte rivolte al corpo sono costituite da una parte acquosa (per fornire acqua alla pelle) e una oleosa nutriente per prevenire l’evaporazione dell’acqua e non solo, ricche in principi attivi capaci di agire sulle funzioni barriera, e che hanno funzione vaso protettiva e trofico riparatrice. Ma soprattutto, per essere realmente efficaci, il loro uso deve sempre essere accompagnato da un corretto stile di vita. Perché solo con la prevenzione e l’adeguato apporto di nutrizione si può garantire alla pelle un aspetto giovane, rilassato ed elastico anche quando si è avanti con gli anni.