I lignani che riducono l’antibiotico-resistenza

Viviamo in una società multiculturale in cui ogni giorno, anche solo facendo una passeggiata, entriamo in contatto con stili di vita diversi dal nostro. Le strade e i mercati hanno i profumi di pietanze e cucine provenienti da ogni parte del mondo, così come alle nostre orecchie giungono spesso note e voci dalla chiara connotazione asiatica, mediorentale, sudamericana, africana. Questo probabilmente è uno degli aspetti più visibili ma anche positivi della globalizzazione. Aprirsi ad altre realtà non solo geografiche ma anche economiche, scientifiche, tecnologiche accresce le nostre competenze e si traduce in un miglioramento per tutta la collettività. Del resto la storia ci insegna che i più grandi progressi di ogni civiltà si sono avuti proprio quando culture diverse sono entrate in contatto tra loro. L’importante, come diceva Picasso, è: “non giudicare sbagliato ciò che non si conosce, ma una occasione per comprendere”. In ambito medicale questo capita molto spesso, specie negli ultimi anni, da quando, cioè, il mondo scientifico occidentale ha iniziato a guardare con occhi nuovi alla medicina tradizionale orientale, a lungo giudicata più per le sue connotazioni folcloristiche che per le reali capacità di gestione del malato. Tra i fondamenti di questa antica scuola di pensiero, come risaputo, vi è una visione olistica dell’individuo, ormai entrata a far parte anche del nostro modo di intendere il paziente, e soprattutto l’utilizzo di ingredienti di origine vegetale nella preparazione di molte formulazioni, che spesso vengono “riscoperti” anche dalle nostre industrie cosmetologica e farmaceutica. Ne sono un esempio evidente l’onochiolo e il magnololo: due molecole di origine vegetale, estratte dalla Magnolia obovata e dalla Magnolia officinalis, di cui rappresentano le maggiori costituenti funzionali di alcune parti come la corteccia (dalla quale vengono estratte). Utilizzati per secoli soprattutto nella medicina cinese, giapponese e coreana, dal punto di vista chimico sono entrambi polifenoli e appartengono alla famiglia dei lignani. Hanno composizione chimica identica ma diversa struttura molecolare: sono infatti tra loro isomeri idrossilati bifenolici. Identificati e isolati ufficialmente poco più di 50 anni fa: l’onochiolo nel 1972 e il magnololo nell’anno seguente, entrambe le molecole derivano il loro nome dalla Magnolia, dato che il nome giapponese di questa pianta è “Honoki”. Numerose le pubblicazioni scientifiche, realizzate soprattutto dal 2000 in poi, che hanno approfondito e analizzato questi due lignani. Addirittura se se ne conterebbero più di 910 per il primo e 660 per il secondo. Il perché di tanto interesse è presto detto. Entrambi possiedono proprietà antiossidanti, antimicrobiche, anti-infiammatorie, antitumorali, antidepressive etc. In più, il magnololo ha una spiccata azione anti-infiammatoria e vaso-normalizzante mentre l’onochiolo possiede una preponderante attività anti-batterica. Queste caratteristiche hanno reso questi due ingredienti particolarmente interessanti in ambito dermatologico, alla luce soprattutto del recente fenomeno dell’antibiotico resistenza. Questa problematica di forte rilevanza clinica, oggi viene associata al ruolo dei biofilm batterici: quando i batteri si trovano protetti dal loro biofilm risultano molto più resistenti all’azione antibiotica di quando si trovano liberi, in forma planctonica. Ne deriva la necessità di individuare alternative terapeutiche per le diverse condizioni mediche, non solo cutanee, scatenate o aggravate da infezioni o da una eccessiva colonizzazione batterica. Ebbene, come evidenziato in un articolo scientifico taiwanese pubblicato di recente sul Journal of the Formosan Medical Association (Kou-Chou Chiu et al. 2020), l’onochiolo sarebbe capace di contrastare i meccanismi di resistenza batterica agli antibiotici e ridurre la formazione del biofilm sia in batteri gram positivi (Staphylococcus aureus), sia in quelli gram negativi (Aggregatibacter acnitomycetemcomitans). Nello specifico, sembra riuscire a inibire l’espressione dei geni responsabili dei meccanismi di resistenza ai β-lattamici in MRSA (Methicillin-resistant Staphylococcus aureus): reprime l’espressione di mecA e del suo attivatore mecR1. MecA codifica per la proteina PBP2 (penicillin-binding protein 2) ovvero una transpeptidasi che possedendo bassa affinità per i β-lattamici protegge i batteri dalla loro azione e ne mantiene quindi intatta la parete cellulare. Ridurrebbe inoltre l’espressione di altri geni coinvolti nella resistenza batterica come femA e femB, i quali codificano per specifiche proteine, precursori di peptidoglicani, coinvolte nella resistenza batterica alla meticillina. Ma cosa produce questa azione anti-biofilm? Essa viene ricondotta a due distinti meccanismi: concentrazioni del lignano inferiori a 2,5 µg/mL sopprimono l’espressione dei geni correlati alla formazione di biofilm (agrA, icaA, sarA e srtA), mentre concentrazioni superiori a 5 µg/mL sono efficaci nell’inibire la crescita batterica di MRSA. Da ciò l’evidenza di come l’onochiolo possa rappresentare un importante strumento contro specifici patogeni cutanei, soprattutto quando associato ad altri elementi funzionali dedicati al trattamento di particolari problematiche, come ad esempio l’acne. A questo proposito, altri approfondimenti hanno dimostrato l’attività antibatterica dell’onochiolo nei confronti del Cutibacterium acnes e le sue proprietà anti-biofilm in S. aureus. Evidenze che ne suggeriscono l’efficacia come integrazione funzionale nelle combinazioni fisse di attivi destinate al trattamento dell’acne. Una direzione intrapresa anche dall’azienda General Topics e concretizzatasi nella formulazione brevettata del prodotto Aknicare Fast creamgel, dispositivo medico di classe IIa formulato attraverso l’integrazione dell’onochiolo con la ormai nota combinazione fissa di: GT-Peptide-10, trietilcitrato ed etil linoleato.

Bibliografia:

1) M. Poivre and P. Duez. Biological activity and toxicity iof the Chinese herb Magnolia officinalis Rehder & E. Wilson (Houpo) and its constituents. Journal of Zhejiang University-SCIENCE B, 2017.
2) Fujita M et al,. Honokiol, a new phenolic compound isolated from the bark of Magnoliaobovata Thunb. Chem Pharmacol Bull, 1972
3) J. Park et al., In vitro antibacterial and anti-inflammatory effects of honokiol and magnolol against Propinobacterium sp. European Journal of Pharmacology, 2004.
4) Jianhong Zhang et al., Insights on the multifunctional activities of magnolol. Biomed Research International, 2019.
5) Kuo-Chou Chiu et al., In vitro antimicrobial and antipro-inflammation potential of honokiol and magnolol against pathogens and macrophages. Journal of the Formosan Medical Association, 2020.