del Dr. Bruno Capitanio Responsabile Dermatologia Pediatrica IRCCS Ospedale Dermatologico San Gallicano – Roma
Secondo alcune ricerche, le migliori condizioni igieniche dei paesi occidentali si traducono in una alterazione della risposta immunitaria di tipo TH1
Le forme eczematose di tipo atopico sono in aumento nei paesi industrializzati. Per spiegare questa osservazione numerosi Autori sostengono la cosiddetta “hygene hypothesis” spiegando che questo incremento è almeno in parte imputabile a una riduzione dell’esposizione individuale alle infezioni intercorrenti dovuta al miglioramento delle condizioni igieniche e sociali dei paesi occidentali. Come conseguenza di tale miglioramento vi sarebbe però una riduzione di stimoli esterni verso il sistema immunitario di tipo TH1 (citotossico) orientato a combattere virus e batteri, che avrebbe come contropartita un aumento anomalo della risposta di tipo TH2 orientata invece in senso anticorpale, tipica delle malattie allergiche. Recentemente il ruolo della microflora intestinale è stato indicato come un punto cardine della tolleranza immunologica dell’organismo e numerosi studi hanno evidenziato come alcuni batteri lattici grazie a loro proteine di superficie siano in grado di modulare la risposta immunitaria attraverso l’interazione con recettori specifici (Toll-Like Receptors) presenti a livello delle mucose enteriche. È evidente come il cambio di punto di vista originato da questi studi sia notevole e ci porti a considerare tali batteri come “chiavi immunologiche” in grado di generare segnali di tipo regolatorio, opponendosi all’azione degli allergeni che invece generano segnali in chiave “sensibilizzante-atopica”. Altre ricerche indicano che alcune di queste proteine resistono all’inattivazione batterica operata dal calore (termizzazione) e la letteratura scientifica più recente indica in particolare che alcuni ceppi di batteri lattici (L.Paracasei, L.Plantarum, L.Rhamnosus, L.Acidophilus) sono in grado di contrastare meglio di altri i fenomeni allergici cutanei in virtù della loro attività di regolazione del sistema immune, contribuendo a riequilibrare la risposta TH2 e rappresentando quindi un valido strumento coadiuvante nel trattamento delle patologie cutanee di tipo atopico. Un discorso analogo vale per l’acne: una ipersensibilità individuale di tipo allergico nei confronti del Propionibacterium acnes è ritenuta un fenomeno importante anche nella sua patogenesi. Questo dato è suffragato da numerose osservazioni tra cui le due più rilevanti posso essere: 1) La presenza di un aumento della risposta immune con automantenimento del processo flogistico 2) aumento del rilascio di Interleukina-1 e altre citochine legato alla stimolazione di famiglie di Toll-Like receptors a specificità ”attivatrice” già nella fase di microcomedone.