del dott. Matteo Cagnoni, dermatologo
Non si è vecchi se c’è equilibrio
Intervistiamo uno dei grandi del teatro italiano Giorgio Albertazzi chiedendogli di parlare della giovinezza e della bellezza
Incontriamo a fine luglio, presso l’Arena Plautina di Sarsina, il Maestro Giorgio Albertazzi. “L’ultimo imperatore” del teatro, attore, regista, autore, drammaturgo sta per andare in scena con Il Mercante di Venezia, commedia che porta in giro nei principali teatri di Italia con enorme successo. “Sarà che la gente mi viene a vedere perché pensa che potrebbe essere l’ultima volta” – si schernisce il Maestro. In realtà la gente lo segue e lo ama perché è un artista unico, che quando recita sembra sempre dire parole sue. “Questa è la vera differenza fra un attore comune e un grande artista” – chiarisce Albertazzi. Ultimo fra i grandi interpreti del teatro italiano, l’uomo è illuminante anche fuori dal palcoscenico. Quando parla non è mai banale, politically correct. Da buon toscano è schietto e consapevole di essere un mito vivente del palcoscenico. “Sapendo che l’intervista era per “La Pelle”, una rivista che parla di bellezza, di cosmesi, di sofisticazione dell’immagine e di estetica – commenta l’artista – ho accettato volentieri di raccontare il mio pensiero al riguardo”.
Novant’anni da seduttore: comincerei parlando di donne. Lei è stato molto amato dalle donne…
È vero. Ancora oggi noto con piacere che in giro c’è un cult albertazzesco fortissimo. Non più di due mesi fa nel foyer di un teatro una signora elegante di mezza età mi ha preso da parte e mi ha detto che il suo desiderio più grande sarebbe stato quello di spogliarsi davanti a me! Battute a parte, io adoro l’universo femminile. Le donne hanno quella che Borges definiva l’intelligenza del corpo, ovvero che la donna sa fare ragionare il proprio corpo che è in grado di capire. Corpo e anima in lei diventano la stessa cosa. Le donne giustamente si oppongono al concetto di donna oggetto, ma io però dico: attenzione. Nel mondo scoppiano le guerre, gli uragani devastano regioni, i continenti vengono sommersi però…ogni donna è sempre così bella!
L’immutabilità della bellezza femminile…
Assolutamente. La grazia è un dono femminile, dote che manca completamente agli uomini.
Maestro, lei ha detto che tutta la sua vita è stata scandita da presenze femminili.
Certo. Le donne hanno cominciato presto ad affollare il mio immaginario. Non c’è atto della mia vita in cui non ci sia stata la presenza di una donna.
Qual è stata la più bella in assoluto tra quelle che ha conosciuto?
Beh…Marylin non era male. Però…
Però?
(Ci pensa un attimo su e poi risponde sicuro). La Garbo! Sicuramente Greta Garbo è stata la donna più bella.
Come giudica la scelta di Greta Garbo di sparire, il suo rifiuto di invecchiare e di mostrarsi avanti negli anni. Qual è la sua percezione dell’aging?
Io non credo di poter giudicare la scelta di qualcun altro – spiega l’artista – Lei ha scelto di sparire e va rispettata. Io non mi sento vecchio anche se la parola in sé la trovo bellissima: vecchio vuol dire carico d’anni….come diceva Picasso, per diventare giovani ci vogliono molti anni. Solo prendendo distanza dalla giovinezza ci si rende veramente conto di quanto è bella. Ma la giovinezza è uno stato mentale. Io continuo a lavorare a novant’anni con entusiasmo perché sento ancora una grande energia che alberga in me. Ho continuamente nuove proposte e sto preparando nuovi progetti. Però condivido quello che diceva un mio amico filosofo e cioè che si ringiovanisce sempre e poi si invecchia di colpo! Pensi che mentre Billy Wilder girava Sabrina con Audrey Heburn e Humprey Bogart disse: peccato, ho scelto Bogart proprio la settimana che è invecchiato!
E la sua percezione dell’aging?
Io sono abituato a dire sempre ciò che penso: mi sentirò vecchio quando non avrò più niente da dire e da dare. Se a seguito degli inevitabili cambiamenti che il tempo provoca su tutti noi, la mente e l’anima non sono più in equilibrio con il corpo e con la percezione di noi stessi, vuol dire che dentro eravamo già un po’ vecchi senza saperlo. La nostra mente domina sul corpo e declina la sua età reale. Io non solo mi accetto serenamente ma non mi sono mai sentito così bello.
Cosa pensa di quelle donne, tra cui molte sue colleghe che, nel tentativo di fermare l’invecchiamento, ricorrono alla medicina o alla chirurgia estetica cercando di cancellare le rughe?
Chi solca il palcoscenico spesso si trucca, si trasforma, muta le proprie sembianze per entrare in un personaggio. A volte anche con chili di cerone. Questo lo impone il mestiere e pertanto fino a qui è tutto normale. Quello che non condivido è che una persona arrivi ad alterare i propri connotati per uscire dal suo reale personaggio. In questi casi la mente e il corpo non vanno più di pari passo. Si cerca di ingannare se stessi e gli altri illudendosi di ritrovare l’equilibrio perduto. È il concetto di inganno in sé che non condivido. Penso a molte attrici che a forza di ritocchini hanno perso la loro straordinaria espressività. Non mi faccia fare nomi ma ne avrei da dirle…Mi sembra tra l’altro che il grande Pitanguy su se stesso non sia mai intervenuto. Vorrà dire qualcosa.
Il suo Mercante di Venezia, che lei ha riadattato, lo ha definito la sinfonia della giovinezza e un capolavoro senza tempo. Come fa a sedurre ancora intere platee?
Il pubblico sente che in me c’è qualcosa di diverso. Io esco dalla definizione della bravura. Io non recito. Faccio l’arte del palocoscenico. Del resto il teatro degli altri mi annoia mortalmente. Ovviamente non tutto. Quando a Londra vidi a teatro Peter O’ Toole per l’emozione non ho dormito per due notti. Tornando alla mia commedia, è interessante osservare come Shakespeare nel cinquecento avesse già capito tutto della natura umana. In questa dark comedy si trattano vari temi tra i quali il conflitto razziale, l’amore, l’amicizia, la giustizia…E poi è il dramma degli amori mancati.
A proposito di amori mancati: come mai la sua relazione artistica e sentimentale con Anna Proclemer, durata venticinque anni, è finita? Eravate una coppia straordinaria….
Tutto finisce nella vita. Ed è una fortuna per noi umani. Forse è questo che ci invidiano gli Dei: la nostra caducità che da senso alle cose.
Quando ci si trova davanti a questo grande “vecchio”, questo mito vivente, anche se lui schernendosi preferisce definirsi “mito morente”, si capisce immediatamente che l’uomo e l’attore tengono i piedi saldamente nel presente e che il Maestro non può avere eredi perché è unico e irripetibile. Mentre ci salutiamo e lo ringrazio per il tempo che mi ha concesso, gli faccio un’ultima domanda:
Lo sa Maestro che ormai anche gli uomini fanno ricorso a cosmetici e chirurgia estetica? Siamo diventati più vanitosi?
Quello che dicono molti studi è che fra maschi e femmine ci sarà una sorta di “scambio”: i maschi si femminilizzeranno e le donne si mascolinizzeranno. Forse c’è una spiegazione genetica in questo. Ma quello che conta veramente è che la bellezza vince sempre su tutto!