La crescita dell’età media delle donne impone una riflessione sul ruolo che la sessualità continua a svolgere sulla stima di sè e nelle relazioni interpersonali.
del Prof. Carlo Mocci, ginecologo – Roma
Non è facile definire valori di normalità della risposta sessuale, stante il complesso intreccio di fattori biologici, psicologici, sociali, relazionali che vanno incontro a continue ristrutturazioni nel corso del ciclo vitale femminile. La salute sessuale è fondamentale nel benessere e nella qualità di vita personale e di coppia. I fenomeni involutivi correlati alla carenza ormonale in epoca menopausale che si sovrappongono agli effetti dell’età interferiscono in modo significativo con le componenti somatiche, emotive, cognitive che motivano il comportamento sessuale e che condizionano l’efficienza della risposta sessuale. Il ginecologo ha il compito primario di decodificare il disagio, di individuare ogni eventuale causa correlabile agli eventi della vita riproduttiva e/o all’uso di terapie correlate, di instaurare un percorso diagnostico-terapeutico ove indicato. Il ginecologo è l’interlocutore privilegiato della donna su tutte le tematiche relative alla vita riproduttiva e la visita ginecologica è il momento ideale per fare il punto sulla qualità della vita sessuale.
Le donne possono anche non iniziare una conversazione sul tema, ma apprezzano quasi sempre di essere interrogate sulla loro vita sessuale. Alcune semplici domande possono aiutare il ginecologo a stabilire una relazione tra l’insorgenza di un sintomo sessuale e un evento riproduttivo, mentre può essere richiesta una formazione specifica per determinare in che modo altri molteplici fattori possano condizionare il quadro complessivo della salute sessuale. La salute sessuale è importante per il benessere fisico e mentale durante tutto l’arco della vita della donna. Riconoscere nella pratica clinica le condizioni di vulnerabilità sul versante sessuale che accompagnano gli eventi biologici femminili, è un compito primario che ci vede in prima linea con un ruolo sempre più centrale nella diagnosi, nella prevenzione e nella terapia della patologia femminile. Un cammino da fare insieme, con un’età media delle donne sempre più avanzata e la possibilità di garantire una sempre migliore qualità di vita “all’altra metà del cielo”. Col termine antiaging vulvare s’intendono tutte le metodiche mediche e chirurgiche atte a ristabilire la normale cenestesi dell’organo sia in senso funzionale che estetico. Tale definizione data dal patologo vulvare dott. Franco Anglana (Trattato di Patologia vulvare, SEE Editrice, 2009), bene illustra come la donna abbia diritto a una sessualità soddisfacente e a riconoscersi nel suo organo genitale per migliorare la sua autostima. È innegabile come numerose patologie come il lichen sclerosus, il lichen planus e il pemficoide cicatriziale alterino la struttura anatomica dell’organo genitale femminile. Sarà compito del ginecologo, del dermatologo, del chirurgo plastico e del medico estetico non solo eseguire un’accurata diagnosi e arrestare il processo morboso con adeguata terapia, ma anche mediante metodiche chirurgiche ed estetiche ristabilire la normale funzionalità dell’organo.
Anche i normali processi d’invecchiamento, o una loro accelerazione, possono creare sulla vulva atrofia e xerosi tali da complicare seriamente la vita di relazione della donna nei confronti di se stessa e del partner, mentre l’aumento della speranza di vita rende spesso necessario risolvere problemi di prolasso genitale e di incontinenza urinaria. La necessità di formare una classe di chirurghi particolarmente specializzati nel risolvere queste problematiche cliniche è all’origine dell’apertura del Centro per la patologia vulvare di Roma che si occupa di terapia chirurgica, correttiva, plastica ed estetica. Curare e rimodellare i genitali esterni è infatti per una donna un’esigenza, spesso, anche psicologica oltre che funzionale. Il bisogno di sentirsi “normale” e bella anche nella più profonda intimità è legato al modo di vivere il rapporto con il partner e la sessualità. Ogni difetto (o piccola asimmetria percepita come tale) può mettere a disagio e infondere imbarazzo nella donna, che si sente privata della libera espressione della sua femminilità. Le tecniche chirurgiche vulvari e genitali sono state perfezionate per ristabilire la normale compliance del vestibolo sia che si tratti di plastiche restrittive in caso di diastasi delle strutture muscolari in seguito a parti, sia che si tratti di plastiche ampliative in caso di atrofia e stenosi (lichen, atrofia senile, etc).
Particolare attenzione può essere dedicata anche alle piccole labbra che se non proporzionate all’introito possono creare problemi durante il coito, nel corso di sport o persino durante la deambulazione. Altrettanta importanza assume oggi la possibilità di ricorrere alle più attuali tecniche chirurgiche di riduzione con particolare riguardo all’estetica. Per quanto riguarda i problemi inerenti l’invecchiamento in generale dell’organo vulva, si è orientati verso le principali tecniche di rimodellamento delle grandi labbra (filling, lipofilling) e verso quelle atte a migliorare il trofismo (PRP mesoterapia con aminoacidi e sostanze nutrienti). Un’attenzione nuova va dedicata infine alla dermocosmesi che sta sempre più ponendo attenzione ai genitali femminili con prodotti specifici (idratanti e nutrienti) atti a ritardare i processi di atrofia e xerosi tipici dell’invecchiamento.