Tantissime possono essere le cause primarie e secondarie dell’alterazione degenerativa ossea più comune dopo la menopausa. Quasi impossibile sfuggirne.
della dott.ssa Gabriella La Rovere
L’osteoporosi o fragilità ossea, è un´alterazione degenerativa caratterizzata da una diminuzione quantitativa del tessuto osseo. Fra le varie malattie ossee è la più diffusa, colpisce entrambi i sessi, maggiormente quello femminile soprattutto dopo la menopausa tanto da aumentare considerevolmente il rischio fino a quattro volte. È ormai accertato che l´osteoporosi è dovuta a un´insufficiente elaborazione della matrice proteica delle ossa colpite per diminuita attività osteoblastica o per disturbi del ricambio proteico e deficiente assorbimento del calcio. Può essere suddivisa in due categorie: primaria e secondaria. La forma primaria che costituisce il 95% dei casi, si suddivide in idiopatica, la forma più rara di tutte, la cui causa non è chiara e quella di tipo 1, o post-menopausale, dovuta al calo della produzione ormonale che ha un´incidenza maggiore tra le donne da i 51 ai 75 anni. Infine il tipo II o senile, colpisce chi ha superato i 60 anni, ed è dovuta a varie cause, tra cui l´immobilizzazione, un ridotto introito di somatotropina, testosterone, calcio, magnesio, vit D e altri micronutrienti, infine ridotta funzione dell´enzima che produce l´ormone attivo della vitamina D, cioè il calcitriolo. Le osteoporosi secondarie, invece, costituiscono solo il 5% e sono un gruppo ricco di varianti.
Le principali sono causate da iperparatiroidismo, utilizzo di farmaci osteopenizzanti, basso peso corporeo, immobilizzazione protratta, ipersurrenalismo, ipercalciuria, artride reumatoide, sarcoidosi, celiachia, neoplasie maligne, ridotto assorbimento intestinale di nutrienti. Esistono diversi fattori di rischio che aumentano la probabilità che l´osteoporosi si manifesti, e anche questi possono essere suddivisi in fattori non modificabili e modificabili. La forma di gran lunga più frequente, tra i non modificabili, è quella senile, proprio perché con l´avanzare dell´età avviene normalmente il deterioramento della massa corporea che incide notevolmente soprattutto sulle donne. Altro fattore di rischio aggiuntivo è la menopausa. Tra le cause, inoltre, ci possono essere dei fattori genetici, una carenza di ormoni quali gli estrogeni per le donne, e somatropina e testosterone per gli uomini (per donne ma solo nella forma di tipo II). Presenza di patologie come cirrosi, artride reumatoide, malattie ereditarie come: osteogenesi imperfetta, omocistinuria e acidosi tubulare renale. Infine anomalie endocrine come la sindrome di Cushing.
I fattori modificabili invece, sono causati da diete, carenze di calcio, proteine, vitamina C e D. Basso peso corporeo, inferiore all´85% di quello ideale, abuso di alcool, fumo, anoressia nervosa, inattività fisica, utilizzo di farmaci come eparina, metotrexate, etanolo e glicocorticoidi che alterano il metabolismo e producono danni alle ossa. Infine, il grande capitolo delle neoplasie ossee. L´osteoporosi si manifesta con sintomi solo quando è abbastanza grave da determinare microfratture o schiacciamento dei corpi vertebrali, con comparsa di dolore alla colonna vertebrale. Le ossa più facilmente interessate sono le vertebre dorsolombari, il femore e il polso. La diagnosi si avvale di indagini radiografiche della mineralografia ossea computerizzata (MOC) dalla ricerca di metaboliti ossei nel sangue e nelle urine (test di Nordin) e soprattutto dall´anamnesi clinica dei pazienti. Le cure per l´osteoporosi nella maggior parte dei casi sono lunghe e non conducono alla guarigione ma servono a contenere la malattia, per questo la prevenzione sin da quando si è giovani è fondamentale. In particolare è necessario assumere una quantità adeguata di calcio e vit. D o attraverso l´alimentazione e quindi latte e derivati, pesce azzurro, uova e fegato, e in caso di intolleranza alimentare si può integrare l´apporto di calcio con la supplementazione orale seguendo comunque un programma che deve essere suggerito caso per caso dal medico. Per quanto riguarda la vit. D le richieste dell´organismo possono essere ugualmente soddisfatte dalla sintesi cutanea che avviene per azione dei raggi solari. Quindici minuti di esposizione giornaliera di viso e braccia sono sufficienti per assicurare una buona sintesi di vit. D.
Oltre a una assunzione di vitamine e calcio è bene anche svolgere dell’attività fisica, perché anche le ossa al pari dei muscoli rispondono all’esercizio fisico irrobustendosi. Non è necessaria un´attività a livello agonistico ma anche uno stile di vita attivo può essere sufficiente se si considera che azioni semplici come camminare, ballare, salire le scale, portare i sacchetti della spesa, in quanto condotte contro gravità, stimolano sia i muscoli sia il metabolismo osseo. Un´intervento più aggressivo, specie se la densità minerale ossea è bassa, va condotta in centri specializzati e previo controllo medico. Infatti, è necessario ricordare che mentre un´attività di prevenzione può essere condotta dal paziente con una certa discrezionalità, la terapia farmacologica deve essere sempre consigliata e monitorata dal dottore, che sceglie caso per caso il farmaco più indicato per età e condizioni cliniche del paziente. Le terapie dell´osteoporosi devono essere condotte per anni, talora per tutta la vita e si basano sulla somministrazione di calcio, di farmaci come gli estrogeni, in particolare per le donne in menopausa, di androgeni, calcitonina e floruri. Ci sono , inoltre, i bifosfonati analoghi del pirofosfato, caratterizzati dal legame P-C-P, stabile e resistente alla degradazione chimica, la cui azione consiste nella inibizione sia del riassorbimento sia del turn-over osseo attraverso l´interazione fisico-chimica con l´idrossiapatite e le modificazioni morfologiche, biochimiche e metaboliche degli osteoclasti. Dopo aver analizzato sintomi, diagnosi prevenzione e terapia è forse scontato ricordare, che una condotta di vita sana è sempre raccomandabile non solo per prevenire l´osteoporosi ma anche tante altre malattie.