del Prof. Maurizio Valente
Molte sostanze estratte dalle piante, in particolare dalla soia, sono utili per curare i disturbi legati alla menopausa.
L’interesse della ricerca scientifica nei confronti degli estratti naturali della soia si basa sulle osservazioni epidemiologiche che hanno evidenziato una minore incidenza dei disturbi climaterici, dei tumori mammari, uterini e intestinali nelle popolazioni orientali, la cui dieta giornaliera e molto ricca in estratti della soia. La soia e una sostanza ricca di proteine (35-40%), olii (15-20%) e contiene carboidrati quali zuccheri e cellulosa, oltre che vitamine ed enzimi. L’abbondanza di prodotti commerciali a base di soia determina la necessità di maggiore chiarezza nelle definizioni usate e spesso riscontrabili nelle etichette o in articoli divulgativi.
Fitoestrogeni
Sostanze naturali non steroidee contenute nelle piante. Sono così chiamate perché hanno azioni e strutture simili a quella degli ormoni femminili, seppure con una potenza 1000-10000 volte minore. Se introdotti in quantità adeguate, anche questi deboli estrogeni possono esercitare un interessante e protettivo effetto biologico sul nostro corpo. Molto importanti per la nostra salute sono alcuni olii di cui la soia è particolarmente ricca, come i grassi poliinsaturi quali l’acido oleico e l’acido linoleico (che svolgono un’importante azione antiaterogena, ipocolesterolemizzante e antiossidante). La constatazione che fra i cinesi e giapponesi si riscontrano anche una minore incidenza di malattie come l’osteoporosi e l’aterosclerosi, e una notevole scarsità dei disturbi “tipici” della menopausa (vampate di calore, secchezza vaginale, atrofia tessutale), ha stimolato la ricerca scientifica nel cercare di individuare attraverso quale meccanismo d’azione i derivati della soia possano agire in tal senso. Dal punto di vista scientifico si ritiene che tali azioni siano mediate proprio dai fitoestrogeni, in particolare la genisteina e la daidzeina, che hanno una conformazione chimica simile a quella dell’estradiolo. Si ritiene che queste sostanze agiscano attraverso un effetto di modulazione selettiva sui recettori estrogenici (RE).
Sostanze ricche in fitoestrogeni
Sono molte le piante: alfa-alfa, ruta, scutellaria, trifoglio rosso, menta piperita, sassofrasso, palma nana, millefoglie, gingko, cimicifuga racemosa. Ma anche tanti vegetali e frutta: soia, rabarbaro verde, dulcamara, salvia, carota, patata dolce, liquirizia, semi di lino, semi di segale, aneto, ginseng, the, caffè, orzo, avena, cumino nero, tubero, dragoncello, finocchio, pomodoro, grano saraceno, riso, sesamo, cavolini di Bruxelles, mela, ciliegia, mirtillo, mora, lampone, aglio, piselli, cipolla, semi di girasole, uva, cocco, limone, arancio.
Classi di fitoestrogeni
• Isoflavoni, contenuti soprattutto nella soia, nella farina di soia, nel latte di soia e nel Tofu, ma anche nelle lenticchie, nei fagioli, nei piselli, nel finocchio, nel grano saraceno, nei cavolini di Bruxelles.
• Lignani, presenti anche nell’olio di oliva e in quello di girasole, nelle ciliegie, mele, pere, nel sesamo, nel grano, orzo, riso, nell’aglio, nella cipolla, oltre che nella birra e, strano a crederci, nel bourbon.
• Cumestani, che si estraggono dal trifoglio e dal foraggio;
• Lattoni dell’Acido Resorcilico, che sono tuttavia meno potenti e meno diffusi negli alimenti.
I Fitoestrogeni naturali sono legati con legami glicosidici a carboidrati. A formare molecole complesse difficilmente assorbibili dal tratto intestinale. Tuttavia, una volta ingerite, il legame glicosidico è scisso dalle glicosidasi, enzimi prodotti dalla flora intestinale. Il Fitoestrogene liberato dalla componente zuccherina (detto perciò “aglicone”), e facilmente assorbito dall’intestino e può svolgere le sue attività biologiche. La scissione glicosidica è quindi una condizione necessaria per la loro biodisponibilità e attività biologica. La composizione della flora intestinale e l’attività glicosidasica variano molto da individuo a individuo e anche nello stesso individuo, perché influenzate dalla dieta e da molti altri fattori. La costante ed effettiva biodisponibilità dei Fitoestrogeni è assicurata nei preparati più moderni dall’associazione con fermenti lattici con attività glicosidasica, che nell’intestino operano la scissione glicosidica indipendentemente dalla flora intestinale preesistente.
L’uso terapeutico più diffuso è nella Sindrome Menopausale. Molti ricercatori, infatti, ritengono di poter controllare una buona parte di tale sintomatologia (vampate, osteoporosi, invecchiamento cutaneo-mucoso, secchezza vaginale) utilizzando i fitoestrogeni. Diversi studi clinici sono stati eseguiti allo scopo di valutare l’efficacia clinico-sintomatologica degli estratti della soia nei disturbi climaterici, dimostrando un’efficacia di circa il 50% nel ridurre l’intensità e l’incidenza delle vampate di calore in donne nella immediata postmenopausa. Tale azione inoltre è stabile nel tempo e si instaura dopo un breve periodo di trattamento (3-6 settimane) con una dieta implementata con estratti di soia alla dose di 40-80 mg./die, preferibilmente in un’unica somministrazione lontano dai pasti. Sono riportate inoltre altre implicazioni cliniche molto importanti come la riduzione delle malattie cardiovascolari, effetto che si ottiene attraverso la modificazione del fenotipo lipidico con riduzione delle LDL, dei Trigliceridi e dell’aggregazione piastrinica, l’aumento dell’HDL, dell’Apolipoproteina A e in generale della reattività vascolare coronarica (soprattutto il Resveratrolo contenuto nel vino rosso). Un’azione benefica viene svolta anche a livello scheletrico nel contenimento della perdita di massa ossea; i Fitoestrogeni regolano infatti lo scambio di Calcio attraverso le membrane cellulari, il deposito di Calcio intracellulare e inibiscono l’attività degli osteoclasti. A queste azioni si associano quelle già citate nella prevenzione del rischio di tumore endometriale, del tumore della mammella (minor incidenza assoluta, migliore prognosi allo stesso stadio, maggior numero di forme “in situ”, minor numero di metastasi linfonodali e sopravvivenza più alta dopo interventi di mastectomia in donne asiatiche rispetto a quelle caucasiche) e, infine, del colon.
Da quanto si è esposto è possibile individuare gruppi di donne da candidare elettivamente all’uso integrativo alimentare con Fitoestrogeni:
• donne inpremenopausa
• donne in menopausa senza sintomi o con lieve sintomatologia vasomotoria;
• donne con controindicazioni all’uso di terapie ormonali sostitutive classiche
• donne che rifiutano la terapia ormonale sostitutiva
• donne con familiarità per tumori all’utero e al seno
• donne in avanzata postmenopausa (>60 anni) senza più sintomatologia;
• donne con alterazioni del metabolismo lipidico e/o con familiarità per aterosclerosi e per patologie neurosclerotiche senili precoci.
A queste tipologie importanti e specifiche va aggiunta quella delle donne che senza una patologia specifica desiderano in relazione alla età intervenire in maniera atraumatica,efficace e senza effetti collaterali sulla troficità ed elasticità della ghiandola mammaria ottimizzando l’utilizzo dei Fitoestrogeni sia per via orale sia attraverso i più importanti ritrovati cosmetologici a base di isoflavoni di soia. Va infatti tenuto ben presente che l’epidermide del seno è esposta ad una continua trasformazione a causa di svariati fattori quali le diete, le gravidanze, le variazioni ormonali, l’allattamento e il progressivo incedere dell’età. L’effetto più evidente è la perdita dell’elasticità cutanea e il conseguente rilassamento della mammella che non possiede una vera struttura di sostegno, ma solo un alto contenuto in collagene. Appare evidente quindi l’importanza di contrastare il rallentamento della catena di produzione del collagene dovuto al calo estrogenico legato all’età o incrementarne la presenza in soggetti più giovani per ottenere un effetto tonico e florido della mammella stessa. Recentissimi studi clinici controllati hanno confermato l’effetto dei fitoestrogeni sia sulla catena metabolica ossea sia su quella simmetrica collagenica, da ciò il loro possibile uso come risposta alle aspettative delle donne per ottimizzare l’aspetto trofico e l’elasticità del seno.
Indicazioni suggerite per l’uso dei Fitoestrogeni
Prevenzione e riduzione dei sintomi menopausali (medio-lievi), prevenzione e riduzione del rischio cardio-vascolare, del rischio osteoporotico, del cancro mammario e dell’endometrio. Azione eulipidemizzante, antiradicalica e miglioramento delle funzioni cognitive.
Meccanismi d’azione dei Fitoestrogeni
Azione Simil-Ormonale
I Fitoestrogeni si legano ai recettori estrogenici umani. A seconda del tipo di recettori, a o b, queste sostanze svolgono azioni diverse:
- azione estrogenica “debole” agonista con il recettore a
- azione antiestrogenica antagonista legando il recettore b.
Tali effetti sono definiti “intelligenti” poichè in grado di stimolare soltanto i recettori degli organi “non a rischio” e inibire invece, quelli che se stimolati potrebbero, con il tempo, causare degenerazione della cellula.
Un’altra azione simil-ormonale svolta è quella dell’inibizione di complessi enzimatici importanti come la 17b-idrossisteroidodeidrogenasi, la 5a-redattasi e le aromatasi. Sembra inoltre che stimolino la sintesi della SHBG (sex hormone binding protein) riducendo quindi la biodisponibilita delle frazioni libere degli steroidi sessuali.
Azioni non ormonali
Non sono mediate dall’interazione con il recettore estrogenico, tuttavia sembrano essere quelle chiamate in causa per spiegare le potenzialità benefiche di questi composti:
- inibizione in vitro della proliferazione di cellule tumorali
- inibizione della Tirosinchinasi (soprattutto la Ginesteina), e della DNA-Topoisomerasi I e II (enzimi che sembrano impazziti nella replicazione delle cellule tumorali)
- inibizione della migrazione e della proliferazione delle cellule endoteliali ovvero blocco della neoangiogenesi
- stimolazione dell’apoptosi, cioè del processo di autodistruzione selettiva delle cellule alterate.
Azione anti-ossidante
I Fitoestrogeni sembrano poter ridurre la produzione di radicali liberi, effetto mediato presumibilmente da1 gruppo 4-idrossilico delle molecole fitoestrogeniche che fungono da Radical Scavenger.
Altre azioni
Molti Autori sostengono che queste sostanze abbiano anche azioni antiflogistiche, antiipertensiva, antibatterica, antivirale e fungicida. Viene infine considerata molto interessante la già ricordata azione ricostituente sul collagene sottocutaneo dimostrata in studi controllati molto recenti ed in accordo con l’efficacia sul metabolismo osseo.
Isoflavoni
- Genisteina
- Daidzeina
- Cumestrolo
- Formononetina
- Resveratrol (uso sperimentale nel tumore del seno).
Biochanina-A - Gliciteina
- Equolo
- Prunectina, Apigenina, Anetolo, Esperidina
- Lignani
- Enterolactone
- Enterodiolo
- Guarcetina
- Macchilina-A
- Cumestani
- Cumestrolo
- 4-metossi-cumestrolo
- Lattoni dell’acido resorcilico
- Zearalenone