Le fasi della vita di una donna sono caratterizzate da cambiamenti che possono dar luogo a inestetismi: la necessità di un approccio unitario
Quando capito a Roma, provo sempre a fare una capatina alla Galleria Nazionale d’arte moderna”. Inizia in maniera insolita l’intervista con Alfredo Pillera, specialista in ginecologia ostetricia, da diversi anni attivo nella medicina estetica per la quale ha ottenuto un diploma di formazione frequentando la Scuola Internazionale di Medicina Estetica Fatebenfratelli di Roma. “La GNAM, come viene comunemente chiamata, è infatti l’unico museo nazionale dedicato interamente all’arte moderna, con ben 4400 opere di pittura e scultura e circa 13 000 disegni e stampe di artisti, per lo più italiani, dell’Ottocento e del Novecento. Tra le tante – continua il dott. Pillera vengo sempre per vedere quella intolata “Le tre età della donna” un dipinto a olio su tela realizzato nel 1905 dal pittore austriaco Gustav Klimt. Il quadro, come si intuisce dal suo nome, è una rivisitazione simbolica, delle tre fasi della vita femminile: l’infanzia, la maternità e la vecchiaia, con cui professionalmente mi confronto ogni giorno nel mio lavoro. Si tratta, se vogliamo, di una concezione di fatto semplicistica dei mutamenti che si verificano nella vita di una donna, che tiene conto esclusivamente dei mutamenti fisici che il corpo subisce con il trascorrere degli anni. Dal punto di vista medico questo tipo di suddivisione è sicuramente molto più complessa, in particolare per quanto riguarda le richieste che la paziente ci pone.

Può spiegarci meglio questo aspetto?
La fase dell’adolescenza è caratterizzata dagli ormoni sessuali, importanti per la maturazione dei caratteri sessuali secondari. In tale fase, in circa il 25% delle donne si può riscontrare la policistosi ovarica con sintomi quali amenorrea o oligomenorrea, aumento dei peli su viso e corpo (irsutismo), acne, infertilità sovrappeso/obesità. Le giovani si lamentano spesso di un eccesso ponderale o delle smagliature che seguono a dimagrimenti repentini dovuti a diete squilibrate che l’adolescente attua per perdere peso. Anche l’inizio di una terapia contraccettiva finalizzata a un riequilibrio ormonale può dare luogo a eventuali inestetismi come le discromie cutanee, se non viene prescritta un’adeguata protezione solare, perché la pelle ha un rischio maggiore di macchiarsi.
Dalla pubertà alla gravidanza, cosa succede?
Pur non dimenticando che la gravidanza è uno dei momenti più felici nella vita di una donna, è innegabile che in questo periodo ci sia una forte componente ormonale che incide sugli inestetismi. I problemi riscontrabili sulla cute possono essere tanti: della pelle che si macchia abbiamo già detto, ma possono determinarsi e persistere dopo il parto: adiposità localizzata, aumento di peso, cellulite, smagliature e melasma. Di norma, se l’aumento di peso va oltre i fisiologici 8-10 kg, diventa poi molto più difficile smaltirli.
Passiamo al momento della menopausa
Col diminuire dell’età fertile c’è un periodo di insorgenza e durata variabile chiamato climaterio che però usiamo definire con il temine unico di menopausa. La cessazione dell’attività ormonale porta a un invecchiamento, diminuiscono gli estrogeni e diminuisce repentinamente il collagene, un fattore che incide molto sull’invecchiamento generale, cutaneo e dei genitali esterni. A livello dei genitali si ha la diminuzione della funzionalità locale, secchezza vaginale, perdita della sensibilità seguita da diminuzione della libido. Per quanto riguarda invece l’aspetto cutaneo, la pelle appare asfittica e poco luminosa, le zampe di gallina si accentuano come anche le linee di espressione. Naturalmente in una pelle che precedentemente sia stata trattata con protocolli e prodotti adeguati l’impatto dell’età esarà minore. Questo è ancora più vero se si pensa alla necessità di una valida fotoprotezione per prevenire l’insorgenza di macchie cutanee sul viso, molto comuni nella menopausa.
Una domanda personale: si sente più ginecolo o medico estetico?
Io sono entrambi: ginecologo e medico estetico, e questo credo che mi aiuti a dare risposte più complete. Chi fa solo il ginecologo forse non affronta il problema dal punto di vista estetico. Prendiamo come quadro clinico la Policistosi ovarica. Come medico estetico-ginecologo inizio con un check-up generale (ormonale) per poi proseguire con un check up cutaneo; con acquisizione di foto, misurazioni quantitative di sebo, PH, idratazione, elasticità cutanea. Definendo un profilo della pelle mi permette di elaborare una prescrizione cosmetologica personalizzata. La terapia farmacologica in questa patologia si avvale della terapia ormonale (contraccettiva) per contrastare acne e irsutismo, tutto questo viene supportato da metodiche di medicina estetica: laser epilazione, peeling sebo normalizzanti e prevenire i danni da acne cistica con formulazioni esfolianti e cheratolitiche.
Ci può dare un’idea di quali sono i cosmetici che consiglia di più?
Dopo il check up cutaneo, a seconda del bisogno suggerisco un riequilibrante, poi la soluzione cheratolitica per favorire sia un minimo l’esfoliazione che la regolazione delle ghiandole sebacee. Nelle donne mature, inizio sempre con il checkup cutaneo, seguito da una prescrizione cosmetologica detergente e una crema idratante-nutriente. L’obiettivo è riequilibrare i paramentri di idratazione e sebo.
Per quanto riguarda i trattamenti ambulatoriali?
Il paziente può avvalersi di trattamenti più o meno invasivi. Personalmente, mi trovo bene con la propulsione d’ossigeno, tramite un apparecchiatura che eroga ossigeno iperbarico pressurizzato. È come fare delle punturine senza aghi tramite un manipolo che agisce a livello epidermico stimolado la produzione di collagene e veicolando attivi come i peptidi e fattori di crescita. Altri trattamenti: laser, filler, botulino e carbossiterapia in abbinamento con la propulsione che migliora colore e texture, la pelle è più levigata e tonica. A questi protocolli abbino Lierac Hidragenist in modo da continuare l’ossigenazione a casa fino alla prossima seduta.