Formulazioni e Foto protezione

Uno studio condotto su due nuove prodotti messi a punto da ISDIN sottolinea l’efficacia di  una fotoprotezione ad alto livello in situazioni cliniche particolari come melasma e fotodermatosi

 del dott. Massimo Milani Dipartimento medico ISDIN

Perché nella popolazione generale l’utilizzo della protezione solare tramite l’uso dei comuni “filtri” dovrebbe diventare un’abitudine e un atteggiamento corretto di prevenzione?Le risposte per gli addetti ai lavori potrebbero sembrare scontate. In primo luogo perché il danno attinico, soprattutto nel lungo termine, è associato a un precoce invecchiamento cutaneo (photoaging) ma soprattutto a un aumento di lesioni precancerose (cheratosi) ma anche tumorali come il tumore squamocellulare e il tumore basocellulare. In secondo luogo perché l’esposizione ai raggi UV può anche essere un fattore di rischio per la comparsa di melanomi. La recente letteratura ha dimostrato che l’utilizzo dei filtri solari con protezione 30+ o 50+ riduce, in soggetti predisposti, la comparsa di lesioni attiniche e di tumori cutane. Vi sono condizioni tuttavia sia costituzionali (fototipi I e II a elevato rischio di danno attinico) che patologiche (fotodermatosi, porfirie cutanee, lupus eritematoso, xeroderma pigmentoso) in cui la fotoprotezione non rappresenta o non dovrebbe rappresentare unicamente un approccio di “semplice prevenzione” o “protezione” ma richiede una strategia di protezione ad “alta efficienza” che possa offrire una protezione elevata ad ampio spettro (sia UVB che UVA) e che idealmente possa svolgere tramite l’utilizzo di particolari molecole  una azione di “protezione” del danno cellulare a livello dei cheratinociti indotto dall’esposizione ai raggi solari. A tale proposito vale la pena ricordare come le Fotodermatosi rappresentino un eterogeneo gruppo di patologie cutanee causate o aggravate dall’esposizione sia acuta che cronica ai raggi solari. Una delle forme più comuni, dal punto di vista epidemiologico, è la PMLE (Polymorphous Light Eruption) che può colpire fino al 20% dei soggetti (in genere di sesso femminile) e che si caratterizza per la comparsa di eruzioni cutanee accompagnate da prurito ed eritema. Le zone colpite sono soprattutto il collo, il dorso delle mani, braccia e gambe. Un altro gruppo di fotodermatosi o meglio di patologie cutanee aggravate dall’esposizione solare o causate da fattori endogeni sono le porfirie, il lupus, lo xeroderma pigmentoso. Inoltre, dal punto di vista clínico, anche in relazione al peso epidemiologico, c’è un importante gruppo di fotodermatosi causate da reazioni di fototossicità legate all’utilizzo di farmaci come le tetracicline, i farmaci antifungini, alcuni antiipertensivi e diuretici, molecole utilizzate come antipsicotici, i composti retinoidi e alcuni antiinfiammatori. In queste situazioni cliniche le strategie di fotoprotezione devono essere dirette ad avere prodotti ad elevata capacità filtrante anche verso gli UVA ma allo stesso tempo con texture che ne facilitino l’utilizzo regolare e continuo, caratterizzate quindi da una elevata accettabilità cosmetica, prerequisito rilevante al fine di avere una ottimale aderenza alla terapia da parte del paziente. Nell’ambito della continua ricerca dermocosmetica per una fotoprotezione studiata in modo mirato per soggetti con specifiche esigenze di fotoprotezione (soggetti con fotodermatosi, soggetti a rischio per sviluppo di melasma) i laboratori di ricerca della ISDIN hanno sviluppato due prodotti (Fotoprotector ISDIN Ultra 100 Fusion fluid e Foto Ultra ISDIN Solar allergy Fusion fluid) caratterizzati da un livello di protezione elevato sia in confronto ai raggi UVB (SPF100+) sia verso i raggi UVA (fattore di “protezione” UVA>40-60) e da una innovativa texture formulativa che permette di ottenere un topico di facile applicazione, che grazie alle peculari caratteristiche tissotropiche, una volta applicato si fonde con la pelle. In particolare la tecnologia Fusion Fluid presenta una formulazione con fase esterna oleosa a base siliconica che conferisce una sensazione molto leggera assolutamente non grassa. La fase oleosa conferisce in aggiunta alla funzione di filtro solare un’efficacia idratante. Nella tecnologia fusion inoltre è stato inserito un co-emulsionante specifico, con proprietà tissotropiche. Questo componente stabilizza i siliconi e ne potenzia la sensazione “secca” aumentando la fluidità, la stendibilità e l’assorbimento della formulazione. Spendiamo ora qualche parola sul filtro solare fotoultra ISDIN 100. Formulato con texture fusion fluid è come detto caratterizzato da una elevata protezione UVB ma anche da un efficiente “schermo” per gli UVA. Sviluppato per offrire una prevenzione delle alterazioni della pigmentazione indotte dalla esposizione solare e in particolare il melasma, la sua composizione e le caratteristiche formulative lo rendono una  interessante strategia di prevenzione delle iperpigmentazioni postinfiammatorie che si possono osservare per esempio dopo  procedure di chirurgia o di dermocosmesi soprattutto quando sono interessate zone ad alta esposizione solare come volto, decolté e mani. FotoUltra Solar Allergy, è invece un prodotto peculiare con azione di filtro solare ad alta protezione contenente anche ectoina. Il prodotto è formulato e studiato per la prevenzione delle manifestazioni cutanee nelle fotodermatosi. L’ectoina in particolare è una molecola con potente azione di protezione cellulare a livello dei cheratinociti. Numerosi studi sia sperimentali che in vivo hanno evidenziato come l’ectoina sia in grado di stabilizzare la membrana del cheratinocita bloccando le modificazioni e il danno indotto dalla esposizione ai raggi UV e in particolare verso le cellule di Langherans della cute. Studi in vivo e in vitro hanno inoltre dimostrato che l’ectoina è in grado di bloccare le risposte proinfiammatorie secondarie al danno ossidativo indotto dagli UVA, processo implicato in molte delle più comuni fotodermatosi. Uno studio clinico, randomizzato in doppio cieco controllato condotto con Foto Ultra Solar allergy in soggetti affetti da PMLE ha dimostrato, in confronto a placebo, che l’applicazione di questa formulazione riduce del 75% la percentuale di soggetti con sintomi da PMLE e del 95% lo score del prurito indotto dal danno solare. Nei soggetti con PMLE l’utilizzo di Foto Ultra Solar Allergy deve essere iniziato preferibilmente 15-30 giorni prima dell’esposizione solare applicando il prodotto due volte al giorno, preferibilmente 2 ore prima di una eventuale esposizione al sole. Per concludere, si ritiene che alcune situazioni cliniche (melasma, fotodermatosi) richiedono una fotoprotezione ad alta efficienza che possa offrire uno schermo efficiente sia verso gli UVB che gli UVA in grado di proteggere in modo specifico il cheratinocita dal danno ossidativo e dai conseguenti processi infiammatori che ne conseguono. Inoltre in queste situazioni cliniche le strategie di fotoprotezione con prodotti topici devono offrire formulazioni con texture che favoriscano una elevata aderenza al trattamento e una elevata compliance per un uso regolare e continuo del filtro solare.