Energia che circola e ricerca del riequilibrio

Il massaggio Thailandese arriva dall’India insieme ai monaci buddisti che diffondono la loro religione nel sud est asiatico

Qual è la tecnica di massaggio più antica al mondo? Probabilmente il primato ricade nell’antichissima filosofia e terapia dell’Ayurveda indiana. La leggenda racconta che il medico personale di Buddha, fu il primo a elaborare i principi del massaggio basandosi sulla teoria dei meridiani attraverso cui scorre l’energia della vita. La pratica si diffusa fra i monaci buddisti indiani che la utilizzavano per rilassare i muscoli dopo le lunghe sedute di meditazione. L’espansione del Buddismo verso tutta la regione asiatica, andò di pari passo con quella delle tecniche di massaggio che i monaci pellegrini provenienti dall’India diffusero prima in Cina e poi, a partire dal III secolo a.C. nel regno di Thailandia. A raccontarci questa storia è il direttore del Wat Pho Thai Traditional Medical and Massage School, la prima e più antica scuola dedicata alla medicina tradizionale tailandese, fondata nel 1955 e riconosciuta dal Ministero dell’Educazione. Wat Pho è forse il tempio più famoso di Bangkok perché ospita il grande Buddha reclinato. Il decreto reale che, durante il regno del Re Rama III fonda la scuola di farmacologia e scienze mediche risale al 1836. Diffuso oralmente, il massaggio venne elaborato in forma scritta solo nel XIX secolo. Prima ci si avvaleva di disegni e figure. Nel tempio si trovano 60 tavole che descrivono i meridiani e i punti energetici distribuiti nel corpo umano e ben 80 statue che illustrano gli esercizi di streching, previsti dallo yoga, per ottenere diversi effetti terapeutici. Il massaggio tradizionale tailandese è il risultato di una contaminazione fra elementi dell’Ayurveda, dello yoga e del massaggio Tuina cinese. Si basa su manipolazione del corpo e dei legamenti e la tecnica si caratterizza per l’esecuzioni di manipolazioni di diverso tipo come pressioni, stiramenti, allungamenti. La teoria tipicamente orientale sostiene che un organismo in equilibrio è attraversato da canali energetici in cui fluisce liberamente l’energia umana. Quando si crea un blocco, – spiega il dott. Serat Tangtrongchitrl’energia non fluisce più bene e questo porta ad un disequilibrio, che è la causa di vari problemi e malattie. La teoria energetica, quale principio cardine del massaggio Thai, testimonia quanto sia importante la spiritualità nella cultura del benessere e dei metodi di guarigione, e in questo c’è una piena condivisione con la medicina cinese e ayurvedica. Il massaggio thai, che agli inizi i veniva praticato solo nel palazzo reale, successivasmente fu riconosciuto dal Governo come parte della medicina tradizionale. Oggi viene eseguito da personale qualificato, dotato di un attestato di specializzazione in massoterapia e fisioterapia, ma anche i medici possono seguire percorsi di formazione di livello universitario. Le tecniche previste nello stile Wat Pho, chiamato anche reale o del Sud, richiedono più energia e coinvolge le strutture più profonde. – spiega Serat – Il paziente viene fatto disteso, e si realizza con la pressione dei palmi delle mani, dei i gomiti, delle ginocchia e dei piedi lungo le linee energetiche. I movimenti sono ritmici e si accompagnano anche mobilitazioni e allungamenti articolari e degli arti. Esiste anche uno stile di massaggio nella città di Chiang Mai, nel nord del paese, chiamato stile rurale, che si effettua da seduti, sul fianco, proni e supini, e che in generale può risultare più doloroso. In entrambe le tecniche, il massaggio inizia con manovre lievi che aumentano gradualmente di intensità, e le pressioni e le manipolazioni interessano i canali principali per liberare i punti dove fluisce l’energia vitale. Inoltre favoriscono il rilascio di endorfine che alleviano il dolore originale e creano sensazioni di rilassamento e benessere. Il ricevente tradizionalmente rimane vestito o coperto, e ogni seduta dura circa un’ora. Il massaggio thai opera su più livelli: fisico, chimico, mentale e i benefici attesi sono l’aumento dell’elasticità muscolare; la diminuzione di dolori articolari e muscolari, la riattivazione della circolazione sanguigna e linfatica, il riallineamento della postura, l’eliminazione delle tossine, l’alleviamento dell’insonnia e dei disturbi del sonno, riduzione delle tensioni emotive, ansia e stress. Esistono diverse controindicazioni del massaggio thai, a partire dalle malattie cardiache e l’ipertensione, l’ernia iatale, le vene varicose, il diabete, qualsiasi neoplasia, infezione ed eruzione cutanea, ferite, ustioni. Un massaggiatore thai esperto si muove sul corpo del suo paziente come in una danza, secondo una coreografia ben studiata in cui gli allungamenti dei muscoli vengono fatti con manovre di presa di polso oppure della caviglia. La pratica tradizionale non prevede il ricorso a nessun tipo di olio, ma – continua il direttore Serat – per i trattamenti rilassanti e rinvigorenti, alcuni operatori usano agevolare i movimenti sulla pelle ricorrendo all’olio essenziale di gelsomino, per ridurre i sintomi dello stress psico-fisico e favorire il sonno ed il rilassamento del sistema nervoso. L’olio di lemongrass, invece si sceglie per stimolare l’energia, la vitalità, i sensi e la circolazione sanguigna. Molta attenzione nel Massaggio Thai è rivolta ai piedi e si esegue con pressioni e allungamenti che hanno lo scopo di liberare l’energia, migliorare la circolazione venosa e linfatica, e la flessibilità articolare.