Portare a termine la dieta evitando i drop-out

di Silvia Barrucco, medico nutrizionista Marie Vranceanu, biologo nutrizionista Marfuga Amyrzhanova, medico estetico Mario Marchetti, Prof. a cont. Un. Tor Vergada

Intraprendere un regime di liposuzione alimentare costituisce una valida strategia per aumentare l’aderenza alla dietoterapia e ottenere risultati.

Il fenomeno del drop-out, ossia l’interruzione di una terapia, è una condizione particolarmente diffusa in medicina, ma essa assume un livello inquietante quando il terapeuta è uno specialista della nutrizione e il paziente è un soggetto affetto da disturbi legati all’eccesso di peso e/o disturbi del comportamento alimentare. Circa l’80% delle dietoterapie impostate da un medico/nutrizionista sono infatti abbandonate prima di raggiungere il peso desiderato. Un dato piuttosto allarmante e che discorda con lo sforzo delle diverse comunità scientifiche impegnate nella lotta all’obesità, a dispetto anche di tutte le complicanze a essa collegate. Le motivazioni maggiormente riscontrabili nel fallimento di una dietoterapia sono riconducibili ad aspettative irrealistiche, bassa autostima, scarsa motivazione. Dopo aver escluso la presenza di psicopatologie associate e avere eventualmente indirizzato il paziente in modo adeguato, con un programma personalizzato, obiettivi a breve e tangibili, un operatore preparato e “rinforzante“ può agilmente superare i più classici ostacoli ottenendo una buona aderenza alla dietoterapia. Per raggiungere questo risultato, il clinico deve avere a disposizione strumenti terapeutici maneggevoli e sicuri, facili per il paziente, che li possa comprendere e adoperare a domicilio nel suo quotidiano. In questo panorama, secondo la nostra esperienza, il protocollo della Liposuzione Alimentare, che si declina in tre metodi diversi ma con principi metabolici comuni, si presenta come un sistema di rieducazione alimentare, fatto di fasi successive, rapide e motivanti, che vanno dal dimagrimento al rimodellamento corporeo fino alla stabilizzazione del peso desiderabile nel tempo. La Liposuzione Alimentare, infatti, presenta numerosi vantaggi di cui possono beneficiare proprio i soggetti che cercano il primum movens per avvicinarsi a un corretto stile alimentare da mantenere nel tempo, perdendo peso, in modo controllato e sicuro, nelle zone corporee più difficili da correggere, in modo da ottenere un’ottima definizione delle linee.

ThitI metodi della Liposuzione Alimentare comprendono la “nutrizione enterale chetogenica (NEC) con sondino naso gastrico”, il “trattamento aminoacidico senza sondino” e il “trattamento aminoacidico-normoproteico delle adiposità localizzate” (indicato anche nel soggetto normopeso con inestetismi legati ad accumuli adiposi circoscritti a limitate aree anatomiche). L’assunzione di aminoacidi ad alto valore biologico e/o cibi proteici, per un periodo variabile di tempo ma sempre molto limitato, parallelamente all’eliminazione temporanea di fonti glucidiche e lipidiche consente di utilizzare il tessuto adiposo come combustibile energetico. La chetosi si presenta al massimo delle sue potenzialità dopo circa 48 ore dall’eliminazione dei carboidrati, ossia quando le riserve di glicogeno (prevalentemente epatico) sono esaurite e l’organismo sopperisce a questa mancanza attivando la lipolisi. Al tempo stesso, l’alimentazione a base di proteine animali e aminoacidi supporta una sostanziale conservazione della massa magra, favorendo un calo ponderale salutare, oltre che efficace. In questo contesto, dunque, è importante la scelta dei cibi proteici, che non contengano grassi, ma anche dell’integratore alimentare aminoacidico, che deve soddisfare alcuni criteri di qualità: il contenuto degli aminoacidi deve rispettare le percentuali di Meister, con rapporto lisina/triptofano uguale a 3. Inoltre, è preferibile, ai fini della qualità biologica, che gli aminoacidi derivino dalle proteine di siero di latte e non dalla soia o dalla caseina, con preparazione senza idrolisi acida. L’integratore viene implementato di Potassio, per un giusto riequilibrio acido-base. Pertanto la scelta dell’integratore deve essere più che razionale poiché tramite la sua qualità passa l’efficacia del metodo e la soddisfazione del paziente. L’efficacia del trattamento di Liposuzione Alimentare si basa sulla qualità e il valore biologico delle proteine contenute nell’integratore aminoacidico (Macresces – ItalFarmacia) previsto nel protocollo: proteine di siero di latte implementate con aminoacidi essenziali in una miscela ottimale per la riduzione delle adiposità localizzate senza compromissione del compartimento magro.

Come già ricordato, l’aderenza al trattamento dietoterapico è cruciale per l’ottenimento di risultati soddisfacenti e nella prevenzione delle patologia legate all’eccesso di peso. Anche la chirurgia bariatrica ha intuito questo passaggio decisivo per limitare gli insuccessi degli interventi chirurgici dell’obeso, che non si traducono nel breve – medio tempo in un calo ponderale sostanziale con sovrappeso residuo > 50%. Infatti, è diventato quasi routinario pretrattare, con uno dei tre metodi di Liposuzione Alimentare, il paziente in lista per l’inserimento di palloncino gastrico oppure per interventi di bariatrica maggiore (per es. sleeve gastrectomy). Medesimo approccio è in corso di studio nel post-trattamento di questi pazienti, anche in virtù delle proprietà tipiche della Liposuzione Alimentare, ossia consumo localizzato del tessuto adiposo con conservazione della massa magra. Il trattamento delle adiposità localizzate è l’elemento distintivo di questo gruppo di trattamenti dietetici, che prendono il nome così suggestivo di Liposuzione Alimentare. La storia del metodo, infatti, racconta delle prime sperimentazioni su pazienti di sesso femminile normopeso con antiestetiche raccolte adipose, più o meno edematose, in zona peritrocanterica o addominale. I risultati furono sorprendenti nel lontano 1995, considerando il panorama dietoterapico e medico estetico di allora. A oggi il metodo si è affinato, si è completato di studi clinici su pazienti piuttosto eterogenei (dalla donna in periclimaterio, al giovane obeso, e così via) e ha migliorato le caratteristiche nutrizionali, qualitative e di palatabilità degli aminoacidi necessari. È divenuta così una metodica maneggevole, per il giovane medico così come per il clinico esperto, in tutti i campi della medicina in cui è essenziale un calo ponderale e in particolare un ridimensionamento dei volumi corporei selezionando in modo mirato il consumo del tessuto adiposo.