Continua il nostro ideale viaggio nel mondo della detersione. Dopo la pelle secca e sensibile, quella affetta da dermatiti ed eczema è la volta della rosacea
Qualche mese fa i giornali hanno raccontato uno strano fenomeno che aveva come protagoniste le pietre della facciata del Duomo di Modena. La loro colorazione prima del restauro, verde a causa dei licheni e dei muschi, a seguito dei lavori è divenuta bianca, quasi candida, per trasformarsi poi con la brutta stagione in un rosso piuttosto intenso, particolarmente evidente nei due leoni di origine romana ai lati del portale centrale. Molti hanno pensato che a provocare questo fenomeno siano stati i prodotti usati per eliminare lo sporco dalla facciata, ma gli esperti hanno invece spiegato che quelle preziose pietre ammonitiche hanno una base rosacea e quando prendono molta acqua, com’è avvenuto in questa stagione, il colore si accentua e vira sullo scuro. Una spiegazione scientifica che non ha però convinto tutti, specie quelli che hanno pensato alla cosiddetta “maledizione dei Celti”, popoli originari giunti dal nord europa e insediatisi secoli avanti Cristo in quella che i Romani avrebbero chiamato Gallia subalpina. Con una curiosa coincidenza, infatti, con questa suggestiva terminologia è stata finora identificata una ben nota dermatosi cutanea cronica di natura vascolare, la rosacea, che colpisce intorno al 5% della popolazione mondiale, colpendo soggetti fra i 30 e i 60 anni, soprattutto donne, dalla carnagione e capelli chiari, come appunto erano i Celti. Anche nel genere umano, come nelle pietre del duomo di Modena, la causa dell’arrossamento non è del tutto chiara e sembra essere una caratteristica propria, probabilmente di natura genetica. Diversi fattori possono contribuire allo sviluppo della patologia, per esempio stress psichici e gastro-alimentari, ma sicuramente l’esposizione al sole e variazioni estreme di calore sono le cause più direttamente ritenute scatenanti. La rosacea presenta un inizio insidioso e una evoluzione variabile che può durare anche alcuni anni, localizzandosi in particolare sulle regioni centrali del viso (es. guance, naso, zigomi, mento, etc) e talora al distretto oculare (rosacea oculare), alle regioni retroauricolari, al collo e alle spalle. La relativa somiglianza clinica di alcune fasi della malattia con l’acne aveva portato alla descrizione di acne rosacea, ma da anni è ormai riconosciuto che le due patologie sono molto diverse, sia per quanto riguarda le cause, che i rimedi terapeutici. Se la rosacea coesiste con una dermatite seborroica, si parla di dermatosi mista del viso. Grande importanza assume la diagnosi dermatologica in grado di differenziare la rosacea da altre malattie di diversa natura (acne, lupus eritematoso, sifilide secondaria, dermatite periorale di Mihan e Ayres, sarcoidosi, tinea faciei, psoriasi, eczema da contatto, dermatite atopica etc). La patologia si presenta al medico sotto diversi aspetti clinici in cui di volta in volta prevalgono lesioni quali l’eritema, le teleangectasie, le papule, il gonfiore, le pustole, i noduli e le placche. La rosacea può avere un decorso clinico di tipo eritematoso (I stadio), edematoso (II stadio), papulo pustoloso (III stadio) o elefantiasico (IV stadio) e in questo stadio finale il naso può aumentare notevolmente di volume fino ad assumere la condizione di rinofima, così ben illustrata nel conosciutissimo quadro “Il vecchio col nipote” del Ghirlandaio (1449-1494), conservato al museo del Louvre di Parigi, dove viene ritratta la conseguenza di una verosimile rosacea di cui l’uomo doveva soffrire. Come già detto, al contrario dell’acne, l’esposizione al sole costituisce quasi sempre un fattore aggravante per la rosacea anche se nei mesi freddi, passando da un ambiente ben riscaldato all’ambiente esterno. La cura farmacologica prevede l’esclusione dei corticosteroidi che potrebbero favorire un peggioramento, mentre lo specialista saprà suggerire il rimedio più indicato alla condizione del paziente. Trattandosi di una patologia multifattoriale e in considerazione che la cute del viso è molto sensibile ad agenti chimici, il consiglio per chi soffre di rosacea, è di utilizzare anche nei mesi freddi, una crema dermatologica vasoprotettrice a elevato fattore di protezione solare non chimica, che può fungere da base per un normale make up. Un discorso a parte quindi richiede il trattamento cosmetico che è rivolto soprattutto ad attenuare il fastidioso arrossamento e la congestione vascolare del viso che ha portato alla definizione di couperose, una fase iniziale caratterizzata da pelle delicata e fragile, molto vulnerabile ai raggi solari. Diversi i prodotti dermocosmetici a base di estratti vegetali, di vitamina E o di acido glicirretico, consigliabili per la loro attività lenitiva, protettiva e antirritativa, in caso di couperosi, tenendo però in debito conto che non vi sono rimedi che da soli possono eliminare una volta per tutte la rosacea, ma c’è sempre una terapia che va personalizzata in rapporto alle esigenze e alle condizioni di ogni singolo paziente. Bisogna infatti essere coscienti che visto l’andamento cronico, l’obiettivo principale è ridurre le manifestazioni cliniche e prevenire un peggioramento. Importante quindi anche la detersione che deve necessariamente essere delicata, priva di saponi irritanti e detergenti alcoolici e troppo aggressivi. L’azione di pulizia, il più possibile unita a quella decongestionante e tonificante, assume infine una particolare importanza alla luce di una recente ricerca della National University of Ireland, pubblicata sul Journal of Medical Microbiology, che rilancia l’ipotesi che la causa scatenante possa risiedere in minuscoli insetti simili agli acari, chiamati Demodex che si riparano nei pori dell’epidermide, nei follicoli di capelli, ciglia e sopracciglia, ma anche sulla fronte, sul naso e sulle guance. Le persone affette da rosacea mostrano una presenza di Demodex 10 volte superiore al normale e lo stress, producendo alterazioni delle sostanze chimiche presenti nel sebo, ne favorisce la presenza. I Demodex quando muoiono e si decompongono rilascerebbero le loro feci nel poro e tale materiale sarebbe sufficiente a innescare una reazione immunitaria e l’infiammazione che danneggia i tessuti e causerebbe la rosacea stessa.