di Paolo Ordine
Talvolta per indicare due cose diverse si indica uno stesso termine. Succede così per un organo umano importante per la difesa immunitaria e una pianta medicale
La lingua italiana presenta delle coincidenze che talvolta è difficile spiegare. Prendiamo a esempio la parola timo che viene comunemente usata per indicare sia l’organo linfoepiteliale transitorio, a struttura ghiandolare, che nel genere umano si localizza in maniera impari nella parte antero-superiore del mediastino, che un arbusto perenne sempreverde, molto ramificato, della famiglia delle Labiatae, originario delle zone che si affacciano sul Mediterraneo (Thymus vulgaris L.). Cosa hanno in comune le due entità? In apparenza nulla, e neanche si può invocare una pur generica somiglianza di aspetto e di forma come spesso avviene per altri sinonimi. Forse il ricorso allo stesso nome è quindi solo frutto del caso. Quello che appare per lo meno strano è che, se il timo organo svolge un ruolo importante nello sviluppo del sistema immunitario, essendo il sito primario che permette la maturazione delle cellule-T, e quindi è almeno fino all’adolescenza fondamentale per lo sviluppo delle difese dell’organismo, fin dai tempi degli antichi Egizi alla pianta del timo vengono attribuite proprietà antisettiche. Una recente scoperta effettuata in Inghilterra a seguito di uno studio condotto dalla Leeds Metropolitan University e guidato dalla Prof.ssa Margarida Gomez-Escalada, ha evidenziato come alcune tinture di timo, mirra e calendula siano molto efficaci nel combattere il Propionibacterium acnes, ovvero il batterio responsabile dell’acne. Non solo, secondo i risultati dello studio, il timo in particolare avrebbe doti di antibatterico talmente importanti da superare in efficacia persino il perossido di benzoile, uno dei principali ingredienti utilizzati per la preparazione di creme contro l’acne. Cosa comporta tale scoperta? Nelle parole della Dott.ssa Escalada si tratterebbe di una vera rivoluzione, principalmente perché ancora una volta si dimostra come nella natura in generale, e nelle piante in particolare, esistano già gli elementi sufficienti a risolvere tante delle nostre affezioni e malattie. Proprietà spesso note e sfruttate in maniera empirica dai nostri antenati. In secondo luogo perché si avanza l’ipotesi che nelle formulazioni antiacne si potrebbe fare a meno proprio di una sostanza come il perossido di benzoile, eliminando gran parte dei possibili e spiacevoli effetti collaterali che il suo utilizzo comporta, come bruciore e irritazione della pelle. Del resto che il timo avesse molte doti benefiche per la nostra salute è una cosa che per gli esperti di fitoterapia è piuttosto risaputa. Esso infatti possiede anche proprietà antisettiche a livello gastrointestinale ed è efficace anche nel caso di infezioni delle vie urinarie grazie alla presenza del timolo, il fenolo che dà alla pianta il suo caratteristico odore. A livello erboristico, il timo è anche utilizzato tradizionalmente per alleviare problematiche relative all’apparato respiratorio come l’asma o la tosse persistente, grazie alla sua funzione espettorante.
Nonostante tutte queste potenzialità, il timo non è certamente una erba medicinale che gode di grande popolarità e, in questo, condivide un eguale limite del suo organo omonimo che, raggiunto il culmine del suo lavoro nelle ultime fasi della gestazione e all’inizio della pubertà – quando la maggior parte delle cellule-T formate dureranno per tutta la vita dell’individuo – con l’arrivo della pubertà diminuisce in forma ed efficienza, a causa degli ormoni sessuali, e finisce per atrofizzarsi ed essere quasi del tutto dimenticato se non come ghiandola endocrina secondaria che stimola il sistema immunitario. Per continuare nel gioco delle coincidenze, va però riconosciuto che negli ultimi decenni entrambi i timi, quello umano che quello erboristico, sono andati incontro a ricerche che nei rispettivi campi ne hanno messo in luce funzioni e prerogative che ne hanno ridefinito il valore. La moderma immunologia riconosce al timo umano un ruolo indispensabile per il mantenimento della salute, così come una cosmetologia sempre più attenta alle proprietà terapeutiche degli estratti naturali sta riscoprendo il timo nelle sue 250 diverse sottospecie, facendolo assurgere a principio di riferimento per problemi di pelle grassa con tendenza all’acne. Nessun dubbio, infatti, sulla sua validità come antibatteriche da inserire in formulazioni cosmetiche efficaci.