Nel passato i dermatologi consigliavano agli psoriasici una vacanza terapeutica estiva. Oggi si preferisce non far interrompere le cure
L’estate è una stagione difficile per il paziente psoriasico, soprattutto a livello psicologico. Se durante l’inverno si sono potuti nascondere sotto i vestiti i segni della malattia, l’arrivo del caldo e della bella stagione porta con se alcune sfide, molte opportunità ma anche altrettanti rischi. L’estate, in realtà, non è il vero problema, mentre possono esserlo diversi fattori a essa associati. A partire dalla scelta dell’abbigliamento estivo che può fare la differenza. Chi soffre di psoriasi deve puntare su capi in tessuti naturali, traspiranti, di colore chiaro, mentre dovrebbe evitare indumenti attillati e i tessuti sintetici, preferendo il cotone e il colore bianco. Un altro problema riguarda il mettersi in costume da bagno, o anche il semplice scoprire le gambe e le braccia, che inevitabilmente mettono in evidenza le lesioni presenti sulla pelle. Qualche anno fa, un’indagine condotta negli Stati Uniti dalla National Foundation of Psoriasis mostrava che oltre il 40% dei pazienti tende a conservare abiti, pantaloni e maglie a maniche lunghe anche sulla spiaggia, rinunciando alle attività all’aria aperta, al sole e all’acqua di mare che invece potrebbero migliorare l’aspetto delle stesse lesioni. Come è noto, infatti, il sole aumenta la sintesi di vit. D che svolge sulla pelle un’azione antipsoriasica, riducendo la velocità di crescita dei cheratinociti, la loro proliferazione, differenziazione e maturazione. I livelli sierici di vit. D sono più bassi nei pazienti che soffrono di psoriasi e una sua carenza determina una iperproliferazione dei cheratinociti dello strato basale e un accumulo a livello superficiale con la conseguente formazione e stratificazione delle placche psoriasiche. Inoltre la vit. D attiva la risposta dei linfociti T, modula quella dei macrofagi, e regola la produzione di citochine infiammatorie, contribuendo a calmare l’infiammazione. L’acqua salata, ricca di sali minerali, a sua volta svolge azione disinfettante e decapante, che tende a ridurre l’estensione delle placche che già l’abbronzatura rende meno evidenti. Alcuni studi hanno però suggerito che solo il 30% di chi soffre di psoriasi ottiene questi benefici diretti dall’esposizione al sole, purché questa sia effettuata gradualmente e con adeguata fotoprotezione (SPF50), rinnovando l’applicazione ogni 2 ore ed evitando l’esposizione nelle ore centrali della giornata. Un’adeguata protezione e la moderazione nell’esposizione solare sono infatti fondamentali perché le persone che soffrono di psoriasi hanno una pelle delicata e sensibile e per questo motivo sono molto suscettibili alle ustioni e alle scottature solari che possono agire da stimolo fisico per il fenomeno di Koebner e scatenare la riattivazione della psoriasi o portare allo sviluppo di nuove placche. Lo stesso rischio si corre a contatto con l’acqua clorata delle piscine che favorisce la secchezza e il prurito, scatenando fenomeni infiammatori e recidive con un peggioramento dei sintomi. Anche il calore e l’umidità intensi che nei mesi estivi inducono una maggiore sudorazione facilitano il rischio di infiammazione delle placche e di una loro proliferazione batterica. Vanno perciò evitati sbalzi termici tra il caldo esterno e l’aria condizionata degli interni e il getto diretto dell’aria fresca. Inoltre il maggior rischio di punture di insetti, il contatto con meduse, erbe urticanti che possono provocare grattamento, sono tutte cause di una recrudescenza delle lesioni. Tutto ciò chiarisce perché, quasi inspiegabilmente, almeno nel 20% dei soggetti il quadro clinico peggiora in estate e migliora in inverno. Nel restante 50% invece, la stagione estiva non avrebbe alcuna ricaduta sull’andamento e sulla sintomatologia della malattia ma qualcuno, per timore di peggiorare, sceglie ugualmente di rinunciare a sole e mare, e questa autolimitazione può provocare o aggravare una condizione di stress e di lieve depressione che già è abbastanza comune nella popolazione dei malati. A fronte di questa variabilità e imprevedibilità individuale, i pazienti più sfiduciati, che tendenzialmente sono già portati a gestirsi da soli, decidono arbitrariamente di diminuire o, peggio, interrompere le terapie proprio in questo periodo adottando la cosiddetta “vacanza terapeutica”. Questo regime una volta era consigliato anche dagli stessi dermatologi che nel periodo estivo sospendevano i farmaci, in particolare gli immunosoppressori. Oggi però che, già dalle prime settimane, sono disponibili formulazioni più innovative ed efficaci a ottenere la clearance cutanea completa sino al 90 e 100%, per esempio in schiuma, le linee guida internazionali sostengono che una sospensione temporanea delle terapie senza consultare il dermatologo potrebbe esporre a ricadute e peggioramenti, rendendo vani gli sforzi fatti sino a quel momento. Soprattutto in vista dell’estate, quindi, per evitare interruzioni autonome, si ritiene che l’alleanza terapeutica con lo specialista sia fondamentale per garantire l’aderenza del paziente a terapie locali sempre più maneggevoli a rapida efficacia (schiuma, creme, gel, lozioni) ed eventuali farmaci non fotosensibilizzanti, i cui risultati contribuiscono a rafforzare la motivazione del paziente, specialmente nelle forme di psoriasi lievi e moderate. In conclusione, con le dovute accortezze, il paziente psoriasico può godersi le vacanze e il tempo libero andando indifferentemente al mare o in montagna, è importante però che pur riducendo il numero di applicazioni settimanali, non interrompa del tutto la cura, e segua poche semplici regole: mantenere la pelle costantemente idratata, facendo si che il sole, il mare e altri fattori ambientali non secchino la cute; lavarsi con saponi neutri non aggressivi e applicare dopo la doccia creme emollienti; usare abiti comodi, leggeri, non troppo stretti, in fibra naturale e calzature aperte, evitando tutto ciò che sfrega la pelle e provoca sudore; evitare lo stress e le tensioni; praticare una regolare attività fisica che rafforza il sistema immunitario; bere tanta acqua e adottare una dieta adeguata (frutta e verdura di stagione, cereali integrali, pesce, carni bianche e legumi) riducendo quei cibi che possono riacutizzare la sintomatologia (formaggi, uova, cibi speziati, grassi, dolci, alcol e superalcolici); fare attenzione alla depilazione con rasoio, cera a caldo, epilatori e pinzette che possono irritare le lesioni psoriasiche.