Herpes: attenti al cibo

di Susan Sauer
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Fra le tante cause che possono scatenare una recidiva non bisogna sottovalutare il ruolo svolto da alcuni alimenti che contengono un aminoacido: l’arginina. Dieta,omeopatia, oligoelementi e farmaci per prevenire le recidive

L’infezione erpetica è una malattia molto frequente e di cui si sa quasi tutto. Le sue manifestazioni cliniche sulla cute e sulle mucose sono caratterizzate da una sequenza temporale particolare, riassumibile nella schematica triade: infezione primaria, fase di latenza e ricorrenti recidive.

Responsabili i due ben noti herpes-virus, il tipo 1 che colpisce soprattutto la pelle del volto e la mucosa del cavo orale, trasmesso tramite contatto diretto interumano da lesioni erpetiche o tramite la saliva di portatori sani; e il tipo 2 agente eziologico dell’herpes genitale, malattia a trasmissione sessuale e dell’herpes neo-natale provocato dalla contaminazione del neonato durante il parto. Difficile sbagliare la diagnosi perché l’aspetto clinico delle lesioni è spesso sufficiente mentre gli esami di laboratorio aiutano specie nelle prime infezioni erpetiche, e danno una conferma certa nei pazienti immunodepressi, dove è necessario un trattamento antivirale precoce.

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 Relativamente più complessa la diagnosi nei bambini dove l’herpes labiale può essere confuso con l’impetigine. Secondo alcuni autori la quasi totalita’ della popolazione adulta sarebbe portatrice dell’herpes virus in stato di latenza e dunque potenzialmente esposta a recidive, ma fortunatamente le indagini epidemiologiche indicano intorno al 10% la percentuale di casi ricorrenti.

I meccanismi molecolari che stanno alla base della realizzazione e del mantenimento dello stato di latenza come pure della riattivazione, anche se sono stati e sono ancora oggetto di studi accurati, non sembrano essere chiariti. La loro comprensione sara’ fondamentale nella gestione delle infezioni ricorrenti, per sconfiggere definitivamente questo virus. L’indagine si è spostata, allora, su quei fattori scatenanti che possono diminuire transitoriamente l’immunità cellulare che controlla il virus, e determinare una riattivazione di un’infezione erpetica, cosi’, via via, sono state messe sotto

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accusa le infezioni generali, il sovraffaticamento, il freddo, l’esposizione solare intensa, le mestruazioni, i rapporti sessuali, lo stress, alcuni farmaci e, ultimamente, certi alimenti. Fra i tanti possibili approcci preventivi delle recidive, quello dell’alimentazione è forse quello meno conosciuto perché il rapporto fra i cibi ingeriti e le forme erpetiche circoscritte e ricorrenti, non è mai stato al centro di studi clinici controllati, ma fa più parte di un sapere popolare e aneddotico.Vediamo allora di capirci di più, identificando quegli alimenti che dovrebbero essere banditi dalla dieta di chi soffre frequentemente di herpes labiale e quelli che invece potrebbero prevenire le recidive. Colpevole della riattivazione del virus latente sarebbe un aminoacido, l’arginina. Controllare pertanto, che esso non sia sull’etichetta di cibi preconfezionati e, soprattutto per gli sportivi, di eventuali supplementi presi in fase di allenamento. Da bandire poi i cibi che ne sono ricchi, soprattutto noci, mandorle, arachidi, cioccolato e anche alcuni tipi di vino rosso. Ma anche gli alimenti grassi o ricchi di spezie, e quelli a base di gelatina. A rischio la noce di cocco, l’orzo, l’avena, il frumento, il mais, e i cavolini di Bruxelles. Di contro, alcuni alimenti sarebbero in grado di migliorare le condizioni dei soggetti affetti da herpes. Sono quelli che contengono lisina, un aminoacido presente in grandi quantità in latte, formaggio fresco, pesce e frutti di mare, manzo, vitello, maiale e polli.

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La carne e il pesce sono gli alimenti in assoluto più ricchi di lisina, ma anche con la verdura si ingeriscono minerali e vitamina B che potenziano la resistenza del sistema immunitario la cui debolezza è causa di stanchezza, prostrazione fisica, depressione, condizioni che coincidono con l’insorgere delle recidive. Il miglior consiglio per chi soffre di herpes e che, avvicinandosi la stagione fredda e delle influenze, o in prossimita’ di una vacanza al sole, per un periodo di almeno 2 settimane si assumano cibi e supplementi contenenti lisina insieme a vitamina A ed E più vitamina C.

Un aiuto può venire anche dalla echinacea una pianta originaria dell’America del Nord, dove le radici venivano utilizzate dagli indiani per la cura di ogni tipo di ferita, e che oggi si sa essere uno stimolante del sistema immunitario, soprattutto nelle situazioni di eccessivo stress fisico e psichico. Anche l’Omeopatia propone una serie di rimedi naturali contro l’ Herpes (Rhus toxicodendron 7 CH, Ranunculus bulbosus 5 CH, Mezereum 5CH, Cantharis 5 CH)

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Per restare nelle medicine alternative, possibile anche il ricorso agli oligoelementi. Le persone che soffrono spesso di Herpes dovrebbero sottoporsi a un trattamento preventivo assumendo una dose quotidiana di Zinco, Rame, Manganese e Magnesio. Per il trattamento della fase acuta: Rame, 1 dose 3 volte al giorno per almeno 7 giorni + Rame -Oro-Argento 1 dose 3 volte al giorno per 6-7 giorni.
Con la fitoterapia si possono provare applicazioni topiche di Calendula TM, Hypericum TM, e Propoli al 20% dopo averli diluiti in una uguale quantità di acqua. Pomate con estratti di calendula, propoli o mimosa possono alleviare i sintomi. Oppure, per stimolare il sistema immunitario: Echinacea T.M + Eleuterococco T.M + Equisetum T.M 40 gocce di ognuno 3 volte al giorno
Vediamo infine cosa suggerisce la saggezza popolare: evitare tutti i possibili stress, specie le abbuffate alimentari, e se si è appena convalescenti da un’influenza, non sottoporsi a fatiche fisiche intense. Inoltre, chi è affetto da Herpes, eviti assolutamente di sbaciucchiare i bambini più piccoli perché la somma di eczema e virus dell’Herpes può comportare delle gravi conseguenze. Per concludere, il modo migliore di affrontare il problema delle recidive da herpes virus è quello di prevenirlo usando, per esempio, fin dai primi soli della primavera uno stick per labbra con filtro solare ed evitando l’esposizione durante le ore più calde della giornata, in cui le radiazioni sono più pericolose.
Al mare poi, non bisogna mai dimenticare di proteggere le labbra con un prodotto specifico. Fra le terapie antierpetiche da ricordare l’Acyclovir e altri 2 prodotti anti herpes, Famciclovir e il Valaciclovir derivato dall’Acyclovir (vedi box) e il Penciclovir (vedi box). entrambi efficaci nelle infezioni da virus herpes simplex di tipo 1 e 2.
Gli studi clinici hanno dimostrato che un trattamento antivirale può modificare il decorso clinico della recidiva, pur senza prevenirla. In effetti, il 30% dei pazienti che soffrono in modo ricorrente di herpes labiale non riconosce la sintomatologia che anticipa la comparsa della vescicola e il mancato trattamento precoce sfocia in una ricaduta dell’infezione. Peraltro, questi prodotti, agiscono anche se l’infezione è già in atto e determinano un buon risultato terapeutico indipendentemente dalla fase di sviluppo dell’eruzione erpetica.

Penciclovir

Questa molecola si è dimostrata attiva nei confronti dei virus herpes simplex (tipo 1 e 2), varicella zoster e Epstein Barr. Agisce selettivamente sulle cellule infettate dal virus, dove è convertita in un derivato trifosfato che permane nelle cellule per più di 12 ore, inibendo la replicazione del DNA virale. Negli adulti, la crema a base di penciclovir (vectavir), è indicata per il trattamento dell’herpes labialis e va applicata ogni 2 ore per quattro giorni, iniziando al primo segno dell’infezione. Efficace nell’accelerare la guarigione delle lesioni, nel ridurre il dolore associato e nell’abbreviare il tempo di diffusione virale.

Valaciclovir

Il Valaciclovir è un estere L-valinico di Aciclovir, disegnato per migliorarne alcune dellle caratteristiche e aumentarne l’efficacia. Il razionale dell’approvazione nella terapia delle infezioni da Herpes si fonda sull’osservazione che la biodisponibilità dell’Aciclovir dopo somministrazione orale è particolarmente bassa (10/20%) e per raggiungere i livelli plasmatici necessari all’inibizione del virus era necessario somministrare dosi elevate e ravvicinate. L’aggiunta alla molecola dell’Aciclovir della L-valina, un aminoacido essenziale che dopo 90 minuti dalla somministrazione non è più riscontrabile nel plasma, conferisce al Valaciclovir una serie di nuove potenzialita’: primi fra tutti un più facile assorbimento e una più alta biodisponibilità.