della Dott.ssa Clara De Bonis
Quadro clinico di cui ancora non si conosce la causa e che compare maggiormente fra le donne. Ha un’evoluzione capricciosa e c’è chi la considera una variante atipica di rosacea o di una dermatite seborroica
E’ difficile spiegare a un paziente che la patologia di cui soffre presenta ancora tanti lati oscuri che la medicina non è riuscita a chiarire. Si tratta di una situazione frustrante per entrambi, sia per il medico che è costretto a confessare i limiti della sua scienza sia per il malato che torna a casa senza vere certezze. Questo è quello che spesso avviene nel caso di una dermatosi delle aree seborroiche, la dermatite periorale, un quadro clinico non particolarmente grave, non ancora ben definito così come incerta è la sua etiopatogenesi. All’esame obiettivo si evidenzia una eruzione cutanea, talvolta unilaterale, con elementi di natura eritematosa, di 1-2 mm di diametro, disposti intorno alla bocca e nelle pieghe nasolabiali, che possono estendersi al mento o al labbro superiore cutaneo. È possibile che la sintomatologia si allarghi anche alla fronte, alla glabella e alle guance. La variante perioculare, al contrario, coinvolge principalmente le palpebre e talvolta le guance. Cio’ può creare al medico non esperto qualche problema di diagnosi differenziale con la rosacea, la dermatite seborroica follicolare, la dermatite da contatto, l’acne e alcune follicoliti batteriche da gram negativi. Importante ai fini diagnostici il fatto che viene sempre risparmiata l’area lungo il vermiglio. La dermatite periorale compare con maggiore frequenza nelle donne di età compresa fra i 16 e i 45 anni e da vari studi epidemiologici l’età media d’insorgenza è indicata intorno ai 28-30 anni d’età.
Il decorso è vario e capriccioso e a periodi di acuzie possono seguire momenti di apparente miglioramento. Come inizio della sintomatologia la paziente riferisce un senso di fastidio nell’area intorno alla bocca, un lieve prurito e lievi sensazioni di bruciore, subito dopo insorge l’eritema che tende a essere persistente nel tempo.
A seconda della tipologia delle lesioni il quadro clinico si può presentare con la prevalenza di elementi eritematoso-papulosi, papulo-vescicolosi o papulo-pustolosi, irregolarmente distribuiti e raggruppati. Spesso gli elementi vanno incontro a desquamazione con note seborroiche e possono esitare in iperpigmentazioni. A seguire, nella stessa sede si sovrappongono nuove eruzioni determinando un andamento a carattere cronico. Si è già detto che l’eziologia è sconosciuta e che è difficile indicare la causa primaria e quella che determina il riacutizzarsi della sintomatologia. Nel tempo l’attenzione si è appuntata sull’uso di cosmetici locali, di cortisonici topici o dentifrici fluorati o di contraccettivi orali. C’è chi ha scommesso su una ipereattivita’ agli ormoni sessuali, e chi l’ha collegata a una intolleranza alla luce. Non mancano ipotesi di un’origine batterica, forse il bacillus fusiformis, o relative a un’infezione da Candida albicans probabilmente di origine orodentaria. Inoltre, se tanti anni fa si chiamavano in causa turbe intestinali quali il malassorbimento, oggi va di moda ricorrere a una spiegazione che ne attribuisce la possibile colpa all’Helicobacter pilori presente nello stomaco. Non manca la scuola di pensiero che ne mette in evidenza una componente psicosomatica, o chi è convinto che questa dermatosi sia solo una forma di dermatite seborroica, di rosacea o una variante lupoide.
Certamente un bel grattacapo per chi si sente chiedere una risposta chiara sul perché della propria malattia. Talvolta si è fortunati perché dall’anamnesi emerge l’uso di cortisonici, cosmetici o particolari dentifrici oppure da semplici esami si possono ottenere dati che servono a convalidare una delle precedenti ipotesi (identificazione della Candida o del Bacillus fusiformis, dosaggio ormonale in caso di dismenorrea o ipersurrenalismo, patch tests, ecc.). Nel caso di una forma batterica buoni risultati terapeutici possono venire dall’uso sistemico di Tetracicline a basso dosaggio.
Cosi’ come nella forma a carattere psicosomatico possono aiutare i Tranquillanti non alogenati. Localmente si possono applicare creme a base di Tetracicline o Eritromicina, Metronidazolo o Betametasone Valerato, oltre che paste e creme riducenti e decongestionanti. In altre parole in queste pazienti c’è bisogno di un trattamento personalizzato a seconda dell’ipotesi eziopatogenetica che si sospetta. In ogni caso, su una cosa tutti concordano: l’esposizione ai raggi solari aggrava notevolmente la dermatosi.