L’oleosità cutanea
Il problema della cute oleosa é molto comune e risulta particolarmente sentito dai giovani, che ne soffrono in misura maggiore. Una detersione corretta e un programma di trattamento dermocosmetico possono dare buoni risultati
del dott. Luca Castellani e dott. Giuseppe Zumiani, dermatologi
L’oleosità cutanea é legata all’alterazione dell’attività delle ghiandole sebacee e, quando la loro secrezione é abbondante, si manifesta in modo così vistoso che il sebo si spalma sulla pelle conferendole un aspetto lucido, esteticamente sgradevole. Qualche volta sono visibili delle vere e proprie goccioline di sebo. Il processo di formazione del sebo é abbastanza curioso perché é un fenomeno di …suicidio cellulare. Infatti la cellula della ghiandola sebacea (olocrina, proprio per questa particolare modalità di secrezione), dopo una breve esistenza (circa 7 giorni) si disintegra e muore, liberando il suo contenuto nel condotto ghiandolare.
Ovviamente le cellule continuano a riprodursi e questo impedisce la loro estinzione. Il sebo é una miscela di diversi grassi e la sua composizione varia a seconda delle specie animali. Non é facile analizzarne la composizione perché quando arriva alla superficie cutanea si mescola subito a detriti cellulari, grassi di origine delle cellule epidermiche di sfaldamento e alla secrezione sudorale. Per studiarlo “puro” é necessario ricorrere a tecniche complesse talora su prelievi cutanei. L’untuosità della pelle varia col variare della densità delle ghiandole sebacee nelle diverse sedi:
- sul tronco e sugli arti si trovano 5-10 mg di sebo ogni cm2
- sulla fronte se ne trovano 150-300 mg ogni cm2.
Cause della cute oleosa

I grassi che si riscontrano sulla pelle sono formati da gliceridi, acidi grassi liberi, esteri di cere, squalene e colesterolo. Curiosamente si deve rimarcare come lo squalene sia un lipide quasi esclusivo della specie umana. La composizione del sebo umano si differenzia da quella degli animali, probabilmente a causa della particolare flora batterica che colonizza la cute. Infatti il Propionibacterium acnes é un microbo esclusivo dell’uomo che vive nelle aree seborroiche della nostra pelle, trasforma con meccanismo enzimatico i trigliceridi del sebo. Anche altri micro-organismi (il Pityrospum ovale, lo Staphylococcusepidermidis) svolgono azioni analoghe, anche se di importanza nettamente minore, idrolizzando tramite specifiche lipasi i trigliceridi del sebo in acidi grassi.

Sembra che questi micro-organismi che colonizzano le ghiandole sebacee negli adulti abbiano anche un ruolo immunologico e sviluppino l’immunità cellulo-mediata, producendo una certa protezione su alcune forme tumorali, come le leucemie e il melanoma, che infatti insorgono con minor frequenza nelle persone che soffrono di acne. I grassi del sebo sono anche modificati da enzimi che si trovano sia alla superficie cutanea, sia all’interno dei condotti escretori. La composizione del sebo può essere modificata da vari fattori, quali ormoni o farmaci (testosterone, estrogeni, ciprotene acetato, isotretinoina). In particolare, gli ormoni rivestono importanza unica nella secrezione sebacea. Gli androgeni sono responsabili dello sviluppo e del mantenimento della secrezione sebacea sia nel maschio sia nella femmina. L’androgeno piu’ significativo nella produzione sebacea appartiene alla famiglia del gruppo 17b-idrossilico (testosterone, 5a-diidro testosterone, 5a-androstene-3b-17b-diolo). Questi ormoni sono poi modificati da sistemi enzimatici presenti nelle ghiandole sebacee. L’enzima piu’ significativo a questo riguardo é la 5a-reduttasi, che modifica deboli ormoni androgeni in attivi testosterone e diidrotestosterone.
Altri ormoni che intervengono in varia misura nella secrezione sebacea sono il deidroepiandrosterone, il D4-androstenedione, il progesterone, gli ormoni adrenocorticotropi, quelli ipofisari, gli estrogeni. Questi ultimi hanno un potente effetto soppressivo sulla produzione sebacea e riducono anche il volume delle ghiandole. Sebbene stimoli ormonali siano alla base dell’iperseborrea, nella grande maggioranza dei casi non si riscontrano alterazioni endocrinologiche; in questi casi non c’é un eccesso di produzione di ormoni, ma un eccesso della loro ricezione a livello delle aree cutanee piu’ colpite dall’oleosità. In altre parole, l’esistenza di adolescenti con la pelle “normale” e con pelle seborroica o acneica é dovuta alla diversa sensibilità delle ghiandole sebacee, variabile da individuo a individuo. Le influenze psico neuro-endocrine interferiscono senz’altro con la secrezione sebacea ormono-modulata: gli stessi eventi stressanti innescano un maggior rilascio di ormoni cortico-surrenali che inducono aumento delle mitosi nelle ghiandole sebacee e conseguente incremento della produzione di sebo. Ma a che cosa serve il sebo? Il sebo, nella specie umana, svolge una funzione essenziale entrando nella composizione di quello straterello superficiale che ricopre la nostra pelle (il cosiddetto film idrolipidico) e controlla la perdita di acqua dall’epidermide (trans epidermal water loss: TEWL) e protegge la cute dall’assalto di funghi e batteri. La secrezione sebacea é anche responsabile dell’odore della nostra pelle, anche se questa funzione é stata evolutivamente ridimensionata negli organismi microsmatici come l’uomo.
La sua misurazione si avvale di numerosi sistemi, anche empirici: frizioni con garze imbevute di solventi, assorbimento del sebo su carta, lipometria con misurazione fotometrica, estrazione del sebo raccolto da carte porose con etere dietilico, uso di un nastro che assorbe il sebo (Sebutape) e analisi computerizzata d’immagine, biopsie cutanee.
Le conseguenze della pelle grassa sono diverse. Oltre al fastidio estetico di avere una cute sempre oleosa e lucida, l’iperseborrea é spesso accompagnata da fenomeni irritativi, arrossamenti, prurito, formazione di comedoni e il trattamento si impone non solo per motivi cosmetici, ma anche piu’ strettamente medici.
Poiché l’oleosità cutanea tende a essere una condizione costante nel tempo, il suo trattamento può costituire una vera sfida terapeutica e cosmetica.
Spesso chi soffre di oleosità cutanea tenta istintivamente di allontanare meccanicamente l’eccesso di sebo prodotto con lavaggi frequenti, utilizzando prodotti aggressivi. Questo comportamento, oltre a non risolvere il problema di base, può condurre alla comparsa di fenomeni irritativi (non dimentichiamo che una pelle seborroica é una pelle costituzionalmente piu’ irritabile).
La maggior infiammabilità della cute seborroica é infatti dovuta:
• all’effetto irritante degli acidi grassi liberi prodotti dall’idrolisi dei trigliceridi del sebo sulle pareti della ghiandola sebacea.
• alla sintesi da parte di Corinebatteri di enzimi (amilasi, ialuronidasi, proteasi) che favoriscono l’infiammazione perifollicolare;
• all’attività immunogena indotta dal Propionibacterium acnes, che elicita reazione immunitaria flogistica.
Esistono in commercio numerosi prodotti (cosiddetti sgrassanti) che hanno, proprio perché aggressivi, notevole capacità irritativa e sono spesso anche mal tollerati. La pelle oleosa reagisce a un trattamento troppo aggressivo con saponi o shampoo irritandosi e aumentando ancor piu’ la secrezione sebacea, aggravando così la situazione di base.
I preparati che vengono utilizzati nella moderna dermocosmesi per il trattamento dell’iperseborrea vengono suddivisi in:
1. opacizzanti (o adsorbenti)

Sono prodotti cosmetologicamente piu’ opportuni. Comprendono polveri di vario tipo: biossido di titanio, amidi, caolino, talco, silicato di alluminio, silicato di magnesio, ossido di zinco, ossido di magnesio, bentonite. Tali polveri assorbono l’oleosità in eccesso opacizzando così la superficie della pelle: riuniscono così un aspetto funzionale a uno piu’ puramente cosmetico.
2. sebo-regolatori
Sono sostanze che, con meccanismi ancora per lo piu’ sconosciuti, riducono l’iperseborrea. La loro efficacia non é sempre comunque comprovata e alcuni di essi (come l’acido salicilico) possono indurre fenomeni irritativi su una cute già sensibile. Questi sono: acido pantotenico, sodioacetato, acido salicilico, acido lattico, sali di glicirrizina, zolfo, catrami, cisteina, acido tannico. Tra le piu’ utilizzate di tali sostanze é sicuramente lo zolfo. Esso esplica attività antiparassitaria, antipruriginosa, cheratolitica e cheratoplastica. Purtroppo ha un odore sgradevole e deve essere usato con cautela per i suoi effetti irritativi. Tra i suoi derivati c’é il selenio disolfuro, utilizzato spesso come prodotto deforforante; anch’esso presenta potere irritante. I catrami sono stati utilizzati per molto tempo in numerose condizioni dermatologiche come la psoriasi, gli eczemi, la dermatite atopica e possiedono, tra l’altro, attività astringente, seboregolatrice, anti-pruriginosa e antisettica. Riescono anche ad abbassare la proliferazione cellulare. La loro composizione chimica é molto complessa, comprendendo polifenoli, acidi e alcooli ad alto peso molecolare, esteri, chetoni, cere e idrocarburi.
3. astringenti (o tonici)
Sono preparati in soluzione generalmente alcolica che rimuovono meccanicamente l’eccesso di sebo dalla pelle. La loro componente alcolica é elevata (40-50%), in modo tale da permettere una evaporazione rapida così da dissolvere parte del sebo cutaneo che può essere asportato successivamente da una pulizia meccanica. Hanno un effetto solo temporaneo e possono causare fenomeni irritativi.
4. miscellanea
Purtroppo alcuni farmaci (per es. ormonali) che hanno effetto sebo-riduttore se somministrati per via sistemica, non esplicano (o agiscono in modo modestissimo) tale azione se applicati localmente. Alcuni antisettici vengono talora utilizzati come sebo-regolatori sfruttando il loro potere antibatterico sull’unità pilosebacea (per es. la Clorexidina). L’acido azelaico inibisce la trasformazione del testosterone in diidrostestosterone a livello della ghiandola sebacea, ottenendosi così un effetto seboregolatore. Alcuni fitosteroli (e in modo particolare il b-sitosterolo) presenti nella pianta Serenoa repens agiscono in modo sovrapponibile all’acido azelaico. Il relativamente recente avvento dei retinoidi ha portato grandi ausili al dermatologo nel trattamento dell’iperseborrea. L’acido retinoico viene usato già da qualche anno in applicazioni locali per la sua attività sulla differenziazione sebacea e sulla conseguente riduzione del volume ghiandolare. Il suo uso é però limitato dall’effetto irritativo cutaneo intrinseco alla molecola. L’isotretinoina (acido 13-cis-retinoico) somministrata per via sistemica riduce drasticamente l’oleosità cutanea intervenendo sull’unità sebacea con vari meccanismi, ma tuttavia é gravata dagli effetti collaterali ben noti ai dermatologi e a chi la utilizza, ed é attualmente indicata solo nella cura di forme acneiche di particolare gravità di tipo nodulo-cistico sebaceo o conglobato. Come si é già piu’ volte ricordato, il trattamento cosmetico dell’oleosità cutanea non deve limitarsi al controllo dell’iperseborrea, ma anche deve tendere a contenere gli effetti infiammatori-irritativi che la seborrea stessa induce sulla cute. Studi relativamente recenti hanno messo in luce le proprietà di una vitamina conosciuta da decenni, ma che solo recentemente é stata rivalutata nel suo uso topico: la vitamina PP (nicotinamide). La nicotinamide é la forma fisiologicamente attiva della niacina (o acido nicotinico, o vitamina B3) ed é stata utilizzata per via sistemica nel trattamento di malattie cutanee come il pemfigoide bolloso, la necrobiosi lipidica, la dermatite erpetiforme. Recentemente é stata studiata nel trattamento dell’acne moderatamente infiammatoria come gel al 4% e la sua efficacia é risultata sovrapponibile a un gel di clindamicina all’1%. Tale azione anti-infiammatoria riposa probabilmente su complessi meccanismi multifattoriali, come l’inibizione del rilascio di istamina, l’inibizione della chemiotassi di leucociti e la soppressione della trasformazione linfocitaria. L’uso della nicotinamide é assolutamente sicuro, trattandosi di una molecola che é presente nelle cellule viventi ed é assunta con il cibo (anche presente nel latte dei bambini). Anche dal punto di vista della tolleranza, i tests epicutanei e i foto-patch tests non hanno dimostrato proprietà sensibilizzanti o foto-sensibilizzanti di tale molecola se applicata localmente. Può, per proprietà intrinseche della molecola, causare un transitorio eritema con modesta sensazione pruriginosa e secchezza cutanea. La nicotinamide può essere utilizzata con successo sia nel trattamento dell’acne (come già avviene in Francia, con uno specifico gel), sia nel trattamento della cute iperseborroica, allo scopo di attenuare i noti fenomeni irritativi a essa correlati.
La composizione del sebo adulto
- Acidi grassi liberi 2,3-56,0 %
- Squalene 1,3-17,3 %
- Altri idrocarburi 0,5-10,0 %
- Cere 12,3-25,0 %
- Steroli liberi 0,7-20,0 %
- Trigliceridi 5,5-37,5 %
- Mono e digliceridi 3,0-13,5 %
- Componenti minori 5,0-12,0 %
- Non identificati
Le caratteristiche ideali di un preparato antiseborroico sono così sintetizzabili:
- Non deve essere tossico: deve eliminare l’eccesso di sebo senza avere un’azione aggressiva o troppo astringente
- Deve calmare il prurito: deve contenere elementi che regolarizzino la sintesi lipidica e la differenziazione cellulare
La ghiandola sebacea
La ghiandola sebacea può essere rappresentata come un grappolo di uva in cui gli acini sono i lobi ghiandolari, che scaricano il loro secreto in condotti via via sempre piu’ larghi fino ad arrivare al condotto principale (il “gambo”), che si apre finalmente sulla cute. Le ghiandole sebacee ricoprono quasi tutta la superficie cutanea, ad eccezione del palmo delle mani e delle piante dei piedi. Non sono però ugualmente grandi ovunque. Alcune aree cutanee, infatti, presentano ghiandole più sviluppate (la parte centrale del dorso, il viso, il condotto uditivo esterno, le aree ano-genitali). Per dare un esempio, sulla fronte, sul cuoio capelluto, sulle guance e sul mento ci sono tra le 400 e le 900 ghiandole per centimetro quadrato, quando negli altri distretti cutanei ne contiamo assai meno (circa 100). Non sempre é presente il condotto escretore. In qualche caso (per es. sulle labbra, dove si possono vedere anche a occhio nudo come alcune piccole palline traslucide) le ghiandole sebacee si aprono direttamente sulla superficie cutanea. Le ghiandole sebacee si formano fin dal primo sviluppo embrionale, verso la 13°-14° settimana di gestazione. Iniziano a produrre il loro secreto (che prende il nome di vernice caseosa) grazie allo stimolo di ormoni prodotti dal feto già al terzo trimestre di gravidanza. Subito dopo la nascita il sebo assomiglia a quello adulto, grazie all’influenza degli ormoni prodotti dalla madre e trasmessi al feto, quindi si assiste a una progressiva riduzione della produzione sebacea fino agli 8-10 anni. Dai 10 ai 15 anni la secrezione sebacea aumenta ancora fino ad assestarsi su valori che poi ritroviamo negli adulti. La produzione di sebo rimane poi sostanzialmente invariata fino all’età di 80 anni, quando poi si riduce.