Di Lavinia Martella
Fin dai tempi antichi le malattie dell’apparato genitale erano considerata una punizione.Ce ne parla un gruppo di esperti
L’Atlante di dermatologia della vulva e del pene é una pubblicazione curata da Pompeo Donofrio (Ricercatore Clinica Dermatologica Università Federico II di Napoli e Responsabile del Centro MTS Ambulatorio di Dermatologia Genitale e Malattie Veneree), con la collaborazione di Luigi Boccia, Antonio Del Sorbo, Paola Donofrio, Maria Teresa La Forza, medici e ricercatori dell’Università Federico II di Napoli, che hanno fornito il loro prezioso contributo alla stesura del volume L’atlante ha un fine ben preciso: fare luce su una branca della medicina poco diffusa e spesso trascurata.
La ragione di questo atteggiamento di ”oscurantismo” deriva dal modo in cui nel corso della storia sono sempre state viste le malattie degli organi genitali. Spesso, infatti, nei tempi antichi qualsiasi affezione che riguardasse la vagina o il pene era considerata una sorta di punizione divina, che trascendeva comunque dalla condizione anatomica; questo concetto di colpa e di espiazione ha accompagnato per secoli l’umanità.
Con la diffusione planetaria del virus HIV e dell’AIDS, considerata inizialmente una malattia a trasmissione strettamente sessuale e quasi esclusiva degli omosessuali o comunque di individui dal comportamento “deviante”, la patologia genitale ha riacquisito il giusto ruolo, ma non si è comunque spogliata dell’alone di senso di colpa che la circonda e che con difficoltà si potrà eliminare del tutto Per la cura di ogni tipo di patologia genitale, campo borderline fra le varie specialità mediche, oltre al dermatologo e al venereologo vengono spesso chiamati in causa il ginecologo e l’urologo e molto spesso anche il medico di base che il più delle volte è il primo a essere interpellato per il rapporto di maggiore confidenza che egli riesce ad instaurare con i propri pazienti.
Gli autori segnalano che la multietnicità dell’attuale società e i rapidi spostamenti da un continente all’altro hanno in questi ultimi decenni contribuito alla diffusione di queste patologie, ma anche ad ampliare notevolmente il bagaglio delle conoscenze. L’iconografia rappresenta però il tratto fondamentale del volume, ideato e realizzato, come già detto, per fornire uno strumento di consultazione ai medici che si interessano di queste patologie e che tramite le immagini correlate da didascalie potranno individuare più facilmente la patologia.
È per loro che l’atlante può costituire un originale strumento di formazione. Tenendo conto che spesso, oltre a malattie veneree, i genitali sono sede di dermatosi a carattere generale, ed é proprio per questo motivo che é importante che a scrivere il libro siano stati dei dermatologi. La diagnosi corretta non è sempre facile, ma non si può pensare di risolvere il problema solo inviando il paziente.
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