L’acido piruvico in dermatologia

dei dott.ri Capizzi R., Landi F., Pedicelli C., Rienzo O. – Clinica Dermatologica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma

Continua il nostro viaggio alla scoperta di sostanze attive che possono essere utilizzate per contrastare l’invecchiamento cutaneo e in corso di terapie per alcune affezioni dermatologiche che colpiscono il volto. È la volta di un acido molto presente in natura e le cui caratteristiche lo rendono un valido strumento terapeutico applicabile con facilità e manegevolezza. La sua efficacia esfoliante dipende dal tempo d’applicazione, dalla concentrazione e dal solvente

Cos’è l’acido piruvico? L’acido piruvico è un alfa-chetoacido a tre atomi di carbonio (CH3CO-COOH), che si differenzia dall’acido lattico, l’alfa-idrossiacido corrispondente con cui è fisiologicamente in equilibrio, per la presenza di un gruppo chetonico in posizione alfa al posto di quello idrossilico. Questo acido è presente in natura (mele, frutta fermentata, aceto) ed ha caratteristiche sebostatiche, dermatoplastiche e antimicrobiche. Nell’epidermide porta ad una diminuzione della coesione intercheratinocitaria fino a provocare acantolisi, mentre nel derma stimola la neoformazione di collagene. La stimolazione e il rimodellamento del derma (neosintesi di glicoproteine, collagene e fibre elastiche) è nettamente superiore ai risultati che sì raggiungono con peeling a base di acido glicolico e sono paragonabili a quelli che normalmente si evidenziano con l’acido tricloracetico (TCA). Un raffronto istologico di diversi agenti peeling ha infatti dimostrato come l’acido piruvico provochi una irritazione paragonabile a quella dell’acido glicolico (clinicamente un eritema molto leggero), e determini una produzione di nuovo collagene pari a quel del TCA e notevolmente superiore quella ottenibile con l’acido glicolico. A differenza del TCA l’acido piruvico n (presenta tuttavia gli sgradevoli effe estetici iniziali (presenza di croste e pigmentazione bruna residua).

Indicazioni acido piruvico

Per la sua azione dermatoplastica e depigmentante l’acido piruvico trova particolare indicazione in preparati topici che combattono l’invecchiamentocutaneo, mentre le terapie antiacneiche sfruttano le sue proprietà cheratolitiche, antimicrobiche e sebostatiche.
L’acido piruvico viene usualmente utilizzato nel trattamento di diverse condizioni, quali l’acne in fase attiva, l’acne rosacea, gli esiti cicatriziali di acne, couperose, la dermatite seborroica, le cheratosi attiniche, le discheratosi, le ipercheratosi circoscritte, i cheloidi, le rughe sottili, le iperpigmentazioni post-infiammatorie e post- attiniche, il melasma ed il cloasma. In particolare l’uso di acido piruvico nell’acne in fase attiva è particolarmente indicato poichè non provoca un effetto rebound per la sua azione antisettica e batteriostatica.

Cos’è il Peeling?

Il Peeling chimico è una metodica che, negli ultimi anni, è divenuta sempre più popolare nel trattamento di alcune patologie cutanee e per migliorare l’aspetto estetico. Il peeling (dal termine inglese “to peel”) consiste nell’applicazione sulla cute di uno o più agenti chimici esfolianti e/o irritanti per un tempo sufficiente ad interagire con strati cellulari sempre più profondi dell’epidermide e successivamente del derma.

I risultati ottenibili sulla cute dipendono dalle sostanze, dal tempo di applicazione e dagli accorgimenti adoperati. Gli esfolianti adoperati sono numerosi. Quelli che vengono più frequentemente e con maggior successo utilizzati sono il TCA, la resorcina, l’acido salicilico e l’acido glicolico.
In questi ultimi tempi, tra i peeling ad azione superficiale, si sta sempre più affermando l’uso dell’acido piruvico. L’azione del peeling dipende dal tempo di applicazione, dalla concentrazione e dal solvente.
Applicato sulla cute l’acido piruvico penetra velocemente e raggiunge, in poco più di un minuto, il derma papillare, determinando un eritema molto leggero, paragonabile a quello ottenibile con acido glicolico.

Controindicazioni peeling chimico acido piruvico

Le controindicazioni più importanti al peeling con acido piruvico sono rappresentate da infezioni cutanee in atto (es. herpes recidivanti), malattie del connettivo, psicosi, allergie a sostanze utilizzate nel peeling o nel decorso successivo. Nella selezione del paziente occorre inoltre valutare il fototipo cutaneo (i fototipi I-III secondo Fitzpatrick con cute sottile e ridotta componente delle ghiandole sebacee danno i migliori risultati), il grado di fotoinvecchiamento e la presenza di cicatrici o cheloidi.

Acido piruvico: modalità d’uso

Previa una detersione con un prodotto specifico, e l’utilizzo di una soluzione a base di etere e/o alcool al fine di rimuovere il film idrolipidico, l’acido piruvico viene applicato per un tempo variabile da pochi secondi ad alcuni minuti, fino alla comparsa di un intenso ma fugace eritema o arrivando al raggiungimento del frost. L’agente viene quindi tamponato con una soluzione acquosa di bicarbonato e successivamente viene applicata una crema idratante e lenitiva.

L’acido piruvico ha una azione cheratolinica, antimicrobica e sebostaticache lo rendono indicato per i trattamenti di acne anche in fase attiva.

Effetti collaterali acido piruvico

L’acido piruvico viene generalmente ben tollerato, senza mostrare effetti collaterali sistemici. A livello locale l’applicazione è associata ad una immediata sensazione di bruciore, facilmente sopportabile e di rapida scomparsa. I vapori emessi possono risultare pungenti ed irritanti per la mucosa congiuntivale, e, quando inalati, per quella respiratoria superiore. Nei giorni successivi al peeling può verificarsi una transitoria desquamazione del viso e, raramente, solo i pazienti con fototipo scuro possono andare incontro ad iperpigmentazione transitoria.

Trattamento post-peeling acido piruvico

Nella settimana successiva al peeling viene consigliata una terapia antibiotica locale, uno schermo solare ed eventualmente l’assunzione di antistaminici per os nei trattamenti più aggressivi. Una seduta con acido piruvico può essere ripetuta ogni 15-20 giorni, per un periodo variabile a seconda dei casi e delle indicazioni, fino al raggiungimento del risultato desiderato. Il paziente potrà successivamente utilizzare domiciliarmente gli usuali trattamenti di mantenimento della terapia acneica.

Conclusioni

L’utilizzo dell’acido piruvico in dermatologia sfrutta l’azione seboregolatrice, levigante e di blocco evolutivo nell’acne microcistica e papula-pustolosa, particolarmente apprezzate dal paziente sul piano soggettivo già nei giorni successivi alla prima applicazione e, successivamente, permette di ottenere un’azione schiarente con effetto di maggiore luminosità e un miglioramento della grana cutanea con un rassodamento della cute del viso per deposizione di nuove fibre collagene a livello dermico.

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