Dermatite seborroica

Nonostante sia una patologia molto comune e diffusa spesso ci si imbatte in forme che solo una reale esperienza permette di poter distinguere

del Dott. Giuseppe Cianchini
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dipartimento di Immunodermatologia
Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI)- IRCCS, Roma

La Dermatite Seborroica è una comune affezione infiammatoria della cute, ad andamento cronico-recidivante, che predilige le aree ricche di ghiandole sebacee. Secondo importanti studi epidemiologi, la malattia colpisce più del 10% della popolazione adulta, con alcune stime che arrivano fino al 40%, determinando un impatto socio-economico molto elevato.

Dermatite Seborroica: Chi è a rischio

A essere colpiti sono più gli uomini che le donne e, come vedremo in seguito, ciò è dovuto a un probabile ruolo degli androgeni nella eziopatogenesi della dermatite. Esistono due picchi di incidenza: nella prima infanzia, principalmente nei primi tre mesi, nell’adolescenza e nell’età adulta, in particolare fra la II e la IV decade. Segnalazioni di maggiore severità e frequenza si registrano anche in pazienti psichiatrici e trapiantati d’organo, così come nei soggetti affetti da immunodeficienza acquisita (30-83%) oppure affetti dal morbo di Parkinson (18-50%).

Dermatite Seborroica: Fattori favorenti

Fra i fattori favorenti vanno annoverati alcuni farmaci (litio, aloperidolo, buspirone, clorpromazina, metildopa, cimetidina, IFN alfa, stanazololo, psoraleni, ecc.) lo stress psicofisico, diversi fattori nutrizionali (acrodermatite enteropatica da deficit zinco, dermatite seborroica degli alcolisti), fattori climatici (peggiora se il clima è freddo o l’umidità è bassa, oppure in caso di eccessiva esposizione solare) e perfino gli indumenti di lana il cui contatto diretto durante l’inverno peggiorano la dermatite a livello del tronco.

Dermatite Seborroica dell’infanzia

La Dermatite Seborroica dell’infanzia si presenta con diversi quadri clinici. Molto nota e facilmente riconoscibile è la Dermatite seborroica del capillizio, conosciuta anche come crosta lattea, che colpisce circa il 42% dei bambini. Se essa compare entro il primo trimestre di vita si presenta sotto forma di squamo-croste giallastre sul cuoio capelluto e sul volto e va incontro a regressione spontanea nel primo anno di vita con possibili recidive. Il quadro clinico può prevedere un possibile coinvolgimento anche delle zone retroauricolari, dell’area del pannolino e dei cavi ascellari del neonato. Ancora diverso è il quadro clinico che gli anglo-sassoni chiamano Napkin Psoriasis ma che da noi corrisponde a una dermatite da pannolino con eruzione psoriasiforme secondaria.

Essa inizia come una dermatite da pannolino (idi micotiche, dermatite irritativa, diatesi psoriasica) che successivamente si estende e assume un aspetto psoriasiforme. Il decorso è prolungato e talora sfocia in una eritrodermia. Per diversi autori si tratterebbe di un indicatore di futura predisposizione alla psoriasi. Come già accennato, la Eritrodermia Desquamativa, anche nota come Malattia di Leiner, nella sua forma acuta coincide con le forme più gravi ed evolutive di napkin psoriasis, e il suo decorso è benigno e reversibile. La forma cronica, invece, che alcuni considerano la vera Malattia di Leiner, è frequente in casi di immunodeficienza primitiva, si associa a diarrea grave e intrattabile, a infezioni recidivanti e provoca un decadimento delle condizioni generali.

Dermatite Seborroica nell’adulto

Altrettanto varie le forme cliniche della Dermatite Seborroica dell’adulto. Lo stato infiammatorio della cute può limitarsi a zone ristrette (viso e cuoio capelluto) o estendersi a tutto il corpo, con arrossamenti e sensazione di prurito nelle ipotesi più lievi e la formazione di desquamazioni, croste e piccole squame non aderenti nei casi più gravi. La distribuzione topografica è caratteristica: se colpisce il cuoio capelluto (Pityriasis capitis) si può trattare di una variante non infiammatoria (Pityriasis simplex) la cui localizzazione alla testa è per lo più unica, con squame fini non aderenti. La variante infiammatoria, si distingue proprio per la presenza di eritema ma anche perché le squame sono più spesse e aderenti, a volte giallastre e untuose. Caratteristica è la estensione alla cute glabra di fronte e regioni mastoidee (corona seborroica) e il frequente coinvolgimento anche del volto (sopracciglia, ciglia, solchi naso-genieni, regione della barba) e del tronco (porzione mediana del torace e del dorso). Spesso, sia nel bambino che nell’adulto la Dermatite Seborroica necessita di un’attenta diagnosi differenziale. Nel primo caso, bisogna escludere la Pediculosi, la Tinea capitis, la Psoriasi e la Istiocitosi X. Nelle forme degli adulti, vanno sempre esclusi la Psoriasi, possibili Dermatiti da contatto, un Lichen plano pilare, la Tinea capitis o una Pediculosi.

Dermatite Seborroica del volto

La Dermatite Seborroica del volto, è caratterizzata da chiazze eritematose ricoperte di piccole squame non aderenti, con distribuzione topografica tipica sulla fronte, nei solchi naso-genieni, sull’orecchio esterno, nel terzo mediale della sopracciglia, sulle palpebre e nell’area della rasatura. Il prurito di regola non è intenso ma a volte può essere anche notevole. La diagnosi differenziale va fatta con la Dermatomiosite, il Lupus, la Psoriasi e la Tinea incognita. La diagnosi di una Dermatite Seborroica del tronco si fonda sul rinvenimento di chiazze eritematose perifollicolari a limiti netti, roseo-rosse con sfumature giallastre (salmone) e superficie ricoperta da fini squame poco aderenti, accompagnate da crosticine giallastre untuose. Nel caso di tenui sierosità si parla di un aspetto eczematoso. Le chiazze possono essere anche confluenti di varie dimensioni, a margini policiclici, soprattutto mediotoraciche. Talora l’evoluzione è acromizzante. Di solito il prurito è scarso, mentre questa forma è rara con una localizzazione unica. La Dermatite Seborroica del tronco presenta quattro varianti morfologiche. La Petaloide, descritta nel 1921 da Unna, si differenzia per chiazze rotonde od ovalari, confluenti in formazioni policicliche, arcuate o circinnate, bordi netti, margini convessi. Di solito la desquamazione è poco evidente (dermatosi figurata mediotoracica di Brocq). La variante anulare ha invece come caratteristica una risoluzione centrale delle lesioni con progressione dell’orletto periferico eritemato-squamoso.

Dermatite Seborroica del corpo

La dermatite seborroica del tronco pitiriasiforme o di Bowling, ha insorgenza acuta e presenta numerose chiazze rotonde od ovalari con minima componente pitiriasiforme, più evidente al centro delle lesioni. Coinvolge tronco e fianchi e comporta una diagnosi differenziale con la pitiriasi rosea di Gibert. L’ultima variante, conosciuta come follicolare, insorge soprattutto nei maschi, sotto forma di papule e pustole follicolari a livello della parte alta del tronco, soprattutto posteriore. L’aspetto ricorda un acne, ma da segnalare l’assenza di comedoni, e fa pensare a una follicolite da Pitirosporum. In termini più generali la diagnosi differenziale va fatta anche con la Pitiriasi rosea, la Malattia di Darier, il Pemfigo seborroico, la SCLE, la Psoriasi e la Tinea corporis. Parliamo ora della Dermatite Seborroica delle Pieghe, ricordando che nell’adulto è meno frequente che nel bambino, a eccezione delle pliche naso-geniene. Si riscontra soprattutto nelle pieghe inguinali, ascellari, sottomammarie e genitali. La diagnosi seborroica va inevitabilmente fatta con dermatofizie, intertrigine candidosica, pemfigo di Hailey – Hailey, eczemi da contatto, psoriasi e dermatite atopica.

Bibliografia
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Dermatite seborroicae Immunodeficienza acquisita

Si tratta di una entità clinica distinta, associata a un deficit del sistema immunitario che si manifesta con forme estese e localizzazioni atipiche (genitali, arti), resistenza alle terapie convenzionali e maggiore tendenza alle recidive. I livelli di Malassezia sono invece nella norma. Da segnalare la espressione delle heat shock proteins (HSP65, HSP72) a livello lesionale, non osservata nei pazienti sieronegativi affetti da Dermatite Seborroica e psoriasi, dovuta a un’alterata interazione tra linfociti T e cheratinociti nei pazienti HIV+. Numerosi studi prospettici e retrospettivi sull’incidenza delle malattie cutanee in soggetti con infezione da HIV mostrano come la Dermatite Seborroica sia una delle dermatosi più frequenti (34%, Munoz-Perez MA et al, 1998; 17,1%, Kim TG et al, 2010; 31,3%, Sud N et al, 2009). Dal punto di vista clinico l’esordio è nelle fasi precoci della malattia, con quadri clinici più gravi nelle fasi avanzate di immunodepressione con conta dei CD4 più bassa. La Dermatite Seborroica è attualmente considerata come uno dei markers clinici di progressione dell’infezione da HIV. Tipico il polimorfismo clinico, frequente l’aspetto infiammatorio – eczematoso e a tipo sebopsoriasi. Da segnalare anche la particolare estensione della dermatosi con possibili forme disseminate ed eritrodermiche. Tipici anche il prurito, la spiccata tendenza alla recidiva e la resistenza ai comuni trattamenti. Una elevata incidenza della Dermatite Seborroica è stata riscontrata anche nei pazienti in terapia immunosoppressiva dopo trapianto renale (studio prospettico su 308 pazienti – Lally A et al. Seborrheic dermatitis among Oxford renal transplant recipients. J Eur Acad Dermatol Venereol 2010 May; 24(5):561-4.)