Fra le insospettabili ma numerose virtù di uno degli ortaggi più utilizzati nella cucina mediterranea troviamo la capacità di migliorare la cicatrizzazione
Il ritorno al naturale è la nuova/vecchia frontiera della medicina moderna. Nuova, perché termini quali “natura”, “ambiente”, “Km zero” sembrano ormai diventati i cavalli di battaglia della dermocosmesi come mai in precedenza, in una visione più ampia di uno stile di vita globale che trova nei rimedi naturali una dimensione più rassicurante di quella apparentemente fredda dettata dalla chimica. Nella ricerca di preparati quanto più possibili genuini, come accennato, spesso si guarda con rinnovato interesse proprio a quella esperienza popolare per molti anni snobbata dall’industria di sintesi e che oggi sembra vivere di nuova linfa. Del resto in questa riscoperta dei vecchi preparati curativi, che vengono oggi analizzati puntigliosamente e con rigore scientifico, si è evidenziato che alla loro base vi è più di un semplice fondo di verità. Prendiamo per esempio uno degli ortaggi più diffusi nelle nostre cucine: la cipolla. Il nome biologico è allium cepa e deriva dal celtico all che significa caldo, bruciante. Benché questo termine rispecchi appieno la spiacevole reazione oculare che si ha (e che sicuramente tutti abbiamo sperimentato) giungendo a contatto con questo comunissimo bulbo, esso non rende giustizia alle sue svariate caratteristiche positive che, oltre al diffuso impiego in cucina, le hanno storicamente riservato un ruolo rilevante come pianta medicinale.
Il contenuto di vitamine B1, B2, PP, A, C, e minerali quali zolfo, ferro, potassio, manganese, fosforo, magnesio, fluoro, calcio, selenio e cromo, ma soprattutto di derivati solforati e flavonoidi è alla base delle proprietà antinfiammatorie, antisettiche, carminative, diuretiche, ipotensive e ipoglicemizzanti che hanno portato fin dall’antichità all’uso della cipolla e dei suo derivati fitoterapici nel trattamento di numerose affezioni (1-6). La stessa World Health Organisation raccomanda l’uso degli estratti freschi di cipolla per curare l’apparato respiratorio in presenza di raucedine, tosse, raffreddore, asma, bronchiti e ne sostiene l’impiego nella perdita di appetito e nella prevenzione dell’aterosclerosi. Come per l’aglio il consumo regolare di cipolla riduce infatti la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo e trigliceridi (7). Gli altri usi tradizionalmente più rilevanti e supportati dalla moderna ricerca riguardano: l’azione antiaggregante piastrinica a protezione del sistema cardiovascolare; l’azione ipoglicemizzante come coadiuvante nel trattamento del diabete; l’azione battericida e antinfiammatoria nel trattamento delle infezioni cutanee, nella medicazione delle ferite e nella riduzione della formazione di cicatrici. In merito a quest’ultimo aspetto è stato più volte evidenziato come l’azione antinfiammatoria della cipolla contribuisca non solo ad accelerare la guarigione delle ferite, ma possa influenzare anche il risultato finale in termini di elasticità, uniformità, colore e risultato estetico globale della cute riparata. Più precisamente si è osservato, sia vivo che in vitro, che l’estratto di cipolla, così come la quercetina che è il suo flavonoide più importante, presentino la capacità di dimuire, in modo dose-dipendente, la velocità di proliferazione dei fibroblasti e di “sovraregolare” l’espressione della metalloproteinasi di matrice (MMP-1) migliorando la riorganizzazione del collagene (8). È noto, peraltro, sia che questi enzimi zinco-dipendenti (MMP-1) agiscono da “regolatori” di molteplici aspetti della riparazione tissutale inducendo la degradazione della matrice extracellulare durante la fase di riepitelizzazione e scomparendo nel momento in cui si completa la chiusura della ferita, sia che un eccessivo accumulo di matrice extracellulare può tradursi nella formazione di cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Questi dati, uniti alla dimostrata capacità di inibire la proliferazione dei fibroblasti, sembrano aprire una importante prospettiva per una sempre più chiara comprensione dei meccanismi che sottintendono a una tra le più interessanti proprietà di questo umile e straordinario ortaggio, che già negli anni ‘40 durante l’applicazione in forma di pasta nelle ferite, aveva stupito gli sperimentatori per l’induzione di un rapido miglioramento e la “tinta rosea della cute”(9).
Bibliografia
1) Dorsh W, Schneider E, Bayer T. Breu W, Wagner H, Antinfiammatory effects of onions: inhibition of chemotaxis of human polymorphonuclear leukpcytes by thiosulfinates and cepaenes. Int. Arch. Allergy Appl. Immunol. 1990;92:39-42.
2) Jorhi RK, Zutshi U, Kameshwaran L., Atal CK. Effect of quercetin and Albizzia saponins on rat mast cell. Indian j. Physiol Pharmacol. 1985; 29:43-6.
3) Pawlikowska-Pawlega B., Gawron A. Effect of quercetin on the growth of mouse fibroblast cells in vitro. Pol. J. Pharmacol. 1995; 47:531-5.
4) Ross ZM., O’Gara EA., Hill DJ., Sleightholme HV, Maslin DJ. Antimicrobial properties of garlic oil against human enteric bacteria: evaluation ogf methodoligies and comparisons with garlic oil sulfides and garlic powder. Appl. Environ. Microbiol. 2001;67:475-80.
5) Augusti KT. Therpeutic values of onion (Allium cepa L.) and garlic (Allium sativum L.). Indian J. Exp. Biol. 1996, 34:634-40.
6) Elnima El., Ahmed SA, Mekkawi AG., Mossa JS. The antimicrobial activity of garlic and onion extracts. Pharmazie 1983; 38:747-8.
7) Sampath Kumar K.P., Bhowmik D., Allium cepa: A traditional medicinal herb and its health beenefits.
J. Chem. Pharm. Res. 2010, 2(1):283-291.
8) Cho JW, Cho SY, Lee SR, Lee KS. Onion extract and quercetin induce matrix metallo proteinase-1 in vitro and in vivo. Int. J Mol. Med. 2010;25:347-52.
9) Begnini R., Capra C. P.E. Cattorini Piante Medicinali Chimica Farmacologia e Terapia. Inverni della Beffa, Milano 1962.