Cure sinergiche per la cellulite

Intervista raccolta da Silvia Annavini

Sembra strano ma ancora oggi quando si parla di un estetismo comune come la cellulite sono molti i dubbi che assalgono chi ne è affetto. Secondo una recente indagine, gli interrogativi principali riguardano quale sia la figura professionale più adatta a curarla, se i trattamenti esistenti siano efficaci, se si può guarire. Per tentare di dare una risposta a questi quesiti abbiamo intervistato il Dr Maximilian Catenacci, chirurgo plastico.

Difetto estetico o malattia: cos’è veramente la cellulite e chi la cura?
La PEFS rappresenta la manifestazione esterna di un’alterazione metabolica che si verifica nella matrice extracellulare a cui consegue un sovvertimento della disposizione e qualità delle fibre collagene ed elastiche. Più che di difetto si tratta di una malattia vera che compare per una predisposizione genetica (per esempio l’insufficienza venosa, etc) sul cui aggravamento, o slatentizzazione, influiscono fattori quali lo stile di vita (fumo di sigaretta, alimentazione povera di proteine e fibre alimentare) ma anche l’uso di scarpe con tacchi eccessivi, etc. Come risaputo sono 3 gli stadi della cellulite: quello iniziale di accumulo di acqua (ritenzione idrica), a cui segue un peggioramento della struttura tridimensionale di derma e tessuti profondi (la buccia d’arancio si osserva solo strizzando la cute); subentra quindi lo scompaginamento strutturale (si formano tralci fibrosi ad andamento anarchico, responsabili della buccia d’arancia anche a riposo); infine i noduli di fibrosi, spesso anche dolorosi sia a riposo che sotto pressione. Dal punto di vista prognostico, nei primi 3 stadi della PEFS è ipotizzabile un significativo miglioramento clinico-metabolico. La forma più frequente è la lipodistrofia ginoide, ossia quella mista (buccia d’arancia e una quota di adipe) responsabile della complessiva alterazione profilometrica della paziente. La cellulite non è un argomento di pertinenza chirurgica ed è la medicina estetica che la fa da padrone. Certo, le figure del medico e del chirurgo estetico non sono in antitesi tra loro, anzi, spesso e volentieri lavorano in sinergia avendo ben chiaro il campo d’azione di ciascuno.

Quali sono i trattamenti migliori?
L’aspetto più delicato è riuscire a inquadrare correttamente il paziente. Spesso questi richiede la liposuzione quando ha invece uno stadio avanzato di cellulite e in quel caso la liporistrutturazione potrebbe accentuare l’inestetismo; altre volte chiede trattamenti per la ritenzione idrica quando ha una adiposità localizzata. Tralasciando i grandi accumuli di grasso (di pertinenza chirurgica), relativamente alle forme iniziali e intermedie di cellulite, nel corso degli anni abbiamo impiegato tecniche di mesoterapia poi integrate con la carbossiterapia. Dalla fine dello scorso anno, personalmente ho sostituito queste metodiche con sedute multiple di mesoterapia (intradermoterapia) con aghi sottilissimi che impiegano una soluzione iniettabile ideata e brevettata dal compianto Prof. P. Motolese. La tecnica funziona nella misura in cui si interviene nei primi stadi della malattia e si è costanti nell’esecuzione dei trattamenti (10-12 trattamenti per ciclo, ogni ciclo ripetibile dopo 2-3 mesi circa) e nel mettere in pratica i suggerimenti del medico come quello di evitare le sedute nella fase emorragica del ciclo mestruale in quanto potrebbe formarsi qualche ecchimosi e perdurare per qualche giorno.

Chi è affetto da cellulite cosa deve fare?
E’ necessario ricordare che non è un inestetismo passeggero: è uno stato di sofferenza dei tessuti, e che pertanto dev’essere curata possibilmente nelle fasi d’esordio affidandosi alle cure di medici di comprovata e rintracciabile esperienza teorico-pratica. E poi ricordare che la bellezza non è un dato assoluto, ma una delle tante forme di equilibrio con sé stessi.

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