Intervista a Riccarda Serri, dermatologa co-fondatrice di Skineco, Associazione scientifica che si pone come obiettivo la diffusione della ecodermocompatibilità
di Irina Letti
I cosmetici rappresentano una categoria di prodotti di largo consumo e che fanno parte della nostra vita quotidiana. La loro produzione e commercializzazione è sottoposta a delle regole specifiche che in Italia sono contenute nella Legge 713 del 1986, la quale a sua volta ha recepito la direttiva comunitaria 76/768/CEE, emanata al fine di rendere la disciplina uniforme a livello europeo. Stante la completezza della normativa, si deve pensare che i cosmetici siano fabbricati, manipolati, confezionati e venduti in modo tale da non causare danni alla salute umana. Inoltre il Ministero della Salute ha il fondamentale compito di vigilanza svolto raccogliendo e verificando eventuali segnalazioni di reazioni avverse, contrastare la vendita e la distribuzione di prodotti cosmetici irregolari. Eppure, nonostante la convinzione generale che i cosmetici in commercio siano sostanzialmente sicuri, che non contengono alcun ingrediente in dosaggi potenzialmente tossici o nocivi per la salute, qualche anno avete fondato SkinEco, un’associazione che si pone l’obiettivo di segnalare la reale Ecodermocompatibilità dei vari prodotti.
Cosa significa?
A tutt’oggi i cosmetici non devono, per legge, sottoporsi ad alcuno ”standard” di ecologicità, di sostenibilità ambientale, di biodegradabilità. Il termine Ecocosmesi unisce in sé il concetto di ecologico e di cosmetico e si riferisce a prodotti per la cura della persona che siano stati formulati, sviluppati e realizzati sia nel rispetto delle caratteristiche della cute sia valutando gli effetti che i prodotti possono avere sull’ambiente.
La valutazione degli effetti ambientali dei prodotti cosmetici non è prevista per legge, ma perché pensate che sia così importante?
Importante è la determinazione del loro impatto sia durante le fasi di sviluppo e preparazione sia al termine della loro funzione quando entrano nel ciclo ambientale. Solo un ecocosmetico racchiude in sè azioni di salvaguardia dell’integrità cutanea, legandole al rispetto e alla salvaguardia delle caratteristiche dell’ambiente in cui viviamo; a questo scopo il formulatore, nella fase di creazione del prodotto ecocosmetico, dovrebbe unire in sinergia le conoscenze legate agli effetti cutanei delle sostanze, con conoscenze inerenti la valutazione della quantità di energia necessaria alla sua produzione, alla quantità di CO2 prodotta nelle varie fasi della vita del prodotto, grazie ad un approfondito studio del ciclo di vita (LCA) dei suoi componenti e delle fasi di vita del prodotto stesso. Valutando sempre gli effetti che le sostanze utilizzate nella preparazione dell’ecocosmetico possono manifestare, come tossicità, una volta che queste hanno raggiunto i corsi d’acqua e l’ambiente.
Non è la stessa cosa della Bio-cosmesi?
No. Questo termine unisce in se il concetto di prodotto biologico e di cosmetico ma costituisce solo un sottogruppo dell’eco-cosmesi. Essa promuove l’utilizzo d’ingredienti naturali che sono stati prodotti secondo i precisi dettami che regolamentano l’agricoltura biologica; regole che proibiscono l’uso di numerose sostanze chimiche come, ad esempio, pesticidi e fertilizzanti che possono restare come tracce sia all’interno delle materie prime naturali sia all’interno del prodotto cosmetico finito. Inoltre gli elementi-base della biocosmesi sono essenzialmente di natura botanica e materie prime di origine naturale derivanti da agricoltura biologica, quindi devono essere assenti o fortemente limitate le sostanze di sintesi chimica, soprattutto petrolchimica.
Ci spieghi allora cosa vuol dire Ecodermocompatibilità?
Questo termine ingloba i due aspetti fondamentali: l’ecocompatibilità, e la dermocompatibilità. Eco per indicare che la sostanza è ecologicamente sostenibile, ovvero che l’impatto sull’ambiente è il minore possibile. Dermo, perché il cosmetico è fatto nel pieno rispetto dell’ecosistema cutaneo, e mira a mantenere o restaurare la fisiologia e l’omeostasi della cute e delle mucose. L’ecodermocosmetico si basa su ingredienti il più sostenibili possibile per l’ambiente (ecologici), quindi, se di sintesi, provenienti da chimica amica (chimica sostenibile, o comunque il più sostenibile possibile), ma contemporaneamente ben tollerati dalla cute e ipoallergenici.
Ci può completare l’identikit di un ecodermocosmetico ideale?
Il prodotto deve essere gradevole nell’uso, testato clinicamente, utile alle sue funzioni, efficace, di qualità. Qualità significa purezza certificata e livello basso di impurezze note: il minimo possibile di antibatterici, confezioni anti-inquinanti, ma senza rischi di scarsa preservabilità per chi usa il prodotto, stabilità finalmente controllata in dettaglio. Gli estratti vegetali eventualmente presenti devono essere puliti (privi cioè di pesticidi, solventi di estrazione, sostanze incognite) e non alterati dall’età o dalla conservazione. L’ecodermocosmetico prevede una selezione di ingredienti benefici secondo criteri combinativi moderni per un’applicazione topica finalizzata al riequilibrio cutaneo, e al rispetto degli ecosistemi cutanei, oltre che ambientali. In due parole:?la missione di Skineco? Portare avanti i principi-base del futuro, scientifici e sostenibili, di Ecodermocompatibilità, promuovendone in tutti i modi il progressivo e capillare insediamento.