Perché molte pazienti abbandono le cure domiciliari suggerite dal loro medico? Cosa determina una buona compliance? Ecco cosa potrebbe favorirla
del Dott. Giuseppe Sito del Dott.ssa Patrizia Piersini
Il mondo della Medicina Estetica sembra che si stia dividendo in due grandi aree: chi ritiene che non si possa fare più a meno di sistemi tecnologici avanzati, e chi invece ritiene che gli elementi essenziali di ogni trattamento antiaging siano ancora i cosmetici. Per quest’ultimi, al più si rende fondamentale studiare formulazioni sempre più innovative ed efficaci che possano sfruttare al massimo i potenziali benefici di principi attivi, necessariamente sempre più naturali. Questa schematica suddivisione è apparsa ben evidente nel corso dell’ultimo XXXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica che si è tenuta lo scorso maggio a Roma. In questa occasione, abbiamo presentato, suscitando un lusinghiero interesse, un siero ad effetto lifting e ridensificante che, secondo la nostra esperienza, può costituire un valido complemento delle terapie di Medicina Estetica. La nostra relazione iniziava con una frase: ”Alcuni invecchiano con grazia come un vino raffinato…altri invece…” In questa similitudine si riassume il concetto su cui si basa una medicina estetica non aggressiva e rispettosa della fisiologia cutanea.
Che diviene un principio guida per ogni Medico Estetico alle prese con la prescrizione di cosmeceutici che possano migliorare la compliance del paziente e fungere proseguimento di una cura che inizia in ambulatorio e continua su base domiciliare. Infatti, è ormai irrinunciabile che oltre alla terapia ambulatoriale, il paziente si avvalga di cosmetici in grado di contrastare quotidianamente l’azione dei radicali liberi e di prolungare e migliorare l’effetto dei trattamenti ambulatoriali antiaging. Non è però facile scegliere sempre la prescrizione giusta, che sia in grado di ottenere una reale valenza terapeutica senza tener conto che a determinare o meno il proseguimento della cura c’è sempre la compliance del paziente. Ovvero la sua adesione ai nostri consigli che non può però prescindere da un giudizio positivo di efficacia e gradevolezza nei riguardi della formulazione, dei suoi caratteri organolettici e della sua percezione di efficacia effettiva e rapida. Purtroppo, molto spesso, tanti colleghi sembrano non dare tanta importanza a questo processo e da ciò derivano risultati non completamente soddisfacenti e anche disaffezione da parte della paziente. Abbiamo voluto quindi valutare le componenti della compliance di un campione di nostre pazienti nei riguardi di un Siero ad effetto lifting (Idrastin lifting della RPF) formulato per contrastare i segni di invecchiamento cutaneo. Cosmetologicamente il prodotto si presenta come un siero lattescente caratterizzato da rapido assorbimento da applicare due volte al giorno prima delle creme. In base al razionale formulativo, la formulazione è pensata per agire a due livelli, con un effetto immediato percepito facilmente dal paziente (speed action) ed un effetto di stimolo e rinnovamento a livello epidermico e dermico (deep action). Le pazienti riferivano di apprezzare l’effetto tensore immediato (speed action) determinato da una combinazione di: Estratto di Acmella Oleracea; SYN AKE (Dipeptide Diaminobutyroyl Benzylamide Diacetate); particelle di Silica, e ciò ha facilitato il proseguimento dell’uso domiciliare del prodotto, in attesa della promessa azione profonda ridensificante e a lungo termine (deep action), ottenuta grazie all’azione sinergica di Estratto di Noce di Grenoble (Juglans Regia seed), principio attivo ottenuto dai semi di Myristica Fragans.
Dopo un periodo di tempo, abbiamo chiesto alle clienti se continuavano ancora a usare il siero ad effetto lifting e ridensificante da noi suggerito e abbiamo rilevato che l’uso era maggiore lì dove si riconosceva al prodotto un reale aiuto nel prolungare e migliorare il tono della cute che veniva percepita realmente più tonica, più elastica e meno soggetta ai segni e ai danni da fotoinvecchiamento. Fin qui niente di sorprendente, ma ciò che ci ha maggiormente colpito è che chi mostrava una migliore compliance ricordava meglio i principi attivi contenuti nella formulazione del Siero ad effetto lifting. C’era infatti la signora che ricordava l’Estratto di Acmella Oleracea che è una piccola pianta tropicale originaria del Madagascar con effetto miorilassante e distensivo e chi non aveva certo dimenticato che dietro la sigla Syn Ake si nasconde una molecola che attenua le rughe di espressione mimando l’attività di Waglerin 1, un peptide presente nel veleno del serpente Temple Viper. Noi sappiamo che esso agisce come antagonista reversibile del recettore nicotinico dell’acetilcolina, bloccando il rilascio dello ione Na+ nella membrana postsinaptica e attenuando la contrazione muscolare. Più facile ricordare l’Estratto di Noce di Grenoble, ricco in acidi grassi essenziali, acido fitico e polifenoli, che protegge le cellule dallo stress ossidativo, stimolando la proliferazione dei cheratinociti e l’attività fibroblastica. Altro principio attivo che aveva suscitato la curiosità, fissandosi in un ricordo importante, era l’estratto dalla Myristica Fragrans Albero originario delle isole Molucche il cui seme decorticato è la noce moscata. Ricco in polifenoli, stimola l’adipogenesi e l’aumento di volume delle cellule adipose. Indipendentemente dalla complicatezza dei nomi, nella memoria di alcune pazienti è restato anche l’estratto altamente purificato di un’alga ottenuto mediante un particolare processo di fermentazione. In conclusione, a seguito della nostra indagine siamo giunti alla convinzione che una buona compliance si deve principalmente alla qualità del prodotto e ai risultati ottenuti, ma anche a come il medico riesce a spiegarne la formula e i suoi ingredienti, determinando una memorizzazione convincente e duratura.