La storia della cosmesi in Italia non l’hanno fatta solo i ricercatori e le aziende. Un premio per la giornalista più famosa e temuta del nostro Paese: Elena Melik

Pranzo in un ristorante di Milano rinomato per la frequentazione di personaggi famosi, si discorre di cosmesi. A tenere banco, con un entusiasmo contagioso, è Elena Melik, quella che tutti chiamano, con rispetto e un pò di timore, la Signora della Cosmesi. Una donna definita più volte sulla stampa la giornalista che più ha contribuito a divulgare al grande pubblico la cultura della bellezza, dell’estetica, dell’igiene. Dichiarando a voce alta ciò che pensava, costasse quel che costasse, con generosità e disponibilità, ma anche tanta fermezza. L’occasione per l’incontro è un riconoscimento, un particolare premio che le Donne Dermatologhe Italiane, in collaborazione con i Laboratoires Lierac, hanno deciso di assegnare alla decana delle giornaliste italiane che scrivono di bellezza.
Come motivazione principale “aver saputo sostenere e promuovere negli anni, la disciplina della dermatologia, e aver tenuto alto il prestigio della nostra specialità con coraggio e impegno”. Secondo Corinna Rigoni, Presidente delle donne dermatologhe Italiane, Elena Melik nel corso della sua carriera “si è dimostrato una testimonial d’eccezione, e tutta la sua storia è lì a dimostrarlo”.
Non è la prima volta che la Melik riceve un siffatto riconoscimento. Non dimentichiamo che sono solo pochi decenni che la ricerca, l’informazione e soprattutto la sensibilizzazione alla dermocosmesi hanno aperto nuovi orizzonti cui ormai tutti sono abituati, ma già nel lontanissimo 1964, in un capitolo a lei dedicato di “Mondadori per voi”, la Melik veniva definita “dispensatrice di bellezza” in onore del lavoro svolto nella divulgazione nell’ambito dell’estetica. Ma a colpire maggiormente è la storia della sua vita, che ha il sapore di un romanzo di fine secolo. Sua madre Alessandra Melik-Babakhanian era una russa di origine armena, che arrivò da San Pietroburgo subito dopo la fine della prima guerra mondiale, in una Milano pittoresca e accogliente. La giovane donna, mantenendosi con un lavoro al Teatro La Scala ebbe la possibilità di coltivare il talento artistico della figlia, tuttora ottima estimatrice di musica e assidua del Teatro milanese. Aggirandosi per i camerini, fu affascinata dalle sessioni di trucco degli artisti, quando ancora la professione del truccatore era in divenire. Ma i tempi erano duri per “guadagnare la michetta”, così la giovane Elena, senza indugi, nè ritrosia, si presentò nel 1942 alla Mondadori per ottenere un lavoro da stenodattilografa provetta presso la segreteria della presidenza. Negli anni bui della seconda guerra, tramite il suo “savoir faire” e “savoir vivre” si fece strada e, nel 1946 divenne segretaria di redazione.
Due anni più tardi creò una rubrica di consigli di moda e di bellezza intitolata “la Posta di Elena”. Nel frattempo dava sfogo alla sua creatività proponendo il primo cartamodello di un reggiseno che andò a ruba tra le lettrici e di cui furono venduti quarantamila pezzi, un numero incredibile immaginando quei tempi. Il lancio definitivo nel mondo del giornalismo, è del 1952 quando conquista un ampio spazio nella rivista “Grazia” e inizia a occuparsi a pieno titolo di cosmesi. Ma i suoi interessi sono più ampi: per una scommessa stretta con Rosanna Senda, che allora scriveva novelle per “Confidenze” e si vantava di riuscire a far cantare tutti, per cinque anni prese lezioni di canto fino a riuscire, lei che aveva un filo di voce, a salire il palcoscenico per cantare ne “Le nozze di Figaro”. Un successo che fu frutto della sua volontà e della sua tenacia, doti che l’hanno resa una donna altamente professionale, sempre pronta a interpretare le mode e a dispensare consigli a chi si interessi, a qualsiasi titolo, al pianeta “bellezza”.
Ma non si può parlare di Elena Melik senza far riferimento alle sue frequentazioni, che sono state, a dir poco leggendarie. Come l’incontro con Helena Rubinstein, che accolta a Milano da un nugolo di giornalisti, identifico in Elena l’unica competente in campo cosmetico e con lei strinse un’amicizia durata una vita, sempre alimentata dal desiderio comune di divulgare nella maniera migliore i principi e valori della bellezza e di insegnare le basi della cura personale e del benessere cutaneo. Altra figura fondamentale nella storia di Elena Melik è la dottoressa Payot, una dermatologa conosciuta a Parigi, che per prima la aiutò ad affinare le sue conoscenze in dermatologia sotto un profilo più tecnico e scientifico. La linea cosmetica Payot ebbe infatti il merito, fra le prime al mondo, di proporre al grande pubblico l’uso di un latte detergente oleoso, seguito dall’impiego di un sapone e di un tonico finale.
Si è detto più volte che Elena Melik rappresenta una Cenerentola moderna il cui impegno è stato volutamente indirizzata quasi esclusivamente al lavoro, che l’ha assorbita a tempo pieno e di cui non si è mai pentita: “I morosi si scocciavano perché lavoravo troppo e non ho mai avuto tempo di formarmi una famiglia. Il mio senso materno è stato appagato dalla cura verso i miei animali e dal mio atteggiamento protettivo nei confronti delle persone che mi circondano e a cui voglio bene”.
Gli occhi le si illuminano quando parla e racconta i numerosi aneddoti sugli animali che hanno frequentato la sua casa. Per dieci anni Filippo ed Elisabetta, due passerotti salvati dalle fauci di un gatto, hanno volato beati per il suo appartamento e uno scoiattolo le saltava sulle spalle in cerca di noccioline. La sua gallina “musicale” accorreva ad ogni sonata di Bach per poi rintanarsi alle prime note di Wagner. Ancora oggi il suo piccolo yorkshire Nicky spesso l’accompagna nei suoi spostamenti di lavoro e agli appuntamenti mondani.
Il pranzo sta per terminare e questa piccola grande donna, sulle cui dita minute scintillano grossi anelli, una evidente debolezza ascrivibile forse ai suoi cromosomi russi, non è stanca di ripetere che ancor oggi per le donne non è sempre facile e di raccomandare di non darsi mai per sconfitti, di combattere e di tentare di realizzarsi senza temere sacrifici e rinunce. Una lezione di vita che trova conferma nel valore della coerenza. Ma ancor più incredibili e ammirevoli la sua voglia di aggiornarsi e la sua preparazione sulle ultime novità in campo dermocosmetologico. Una conversazione molto piacevole, due ore trascorse in un batter d’occhio, senza un attimo di noia. Ed ecco Elena alzarsi e rituffarsi in un taxi per andare a riprendere il lavoro in redazione. Rimaniamo sulla porta del ristorante a salutarla, ancora abbagliate dalla luce della sua voglia di vivere e dall’armonia della bellezza che ha saputo e sa raccontare ancora oggi.